Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.579



Data: 05/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Confindustria L’Aquila dopo la bufera: «Così abbiamo speso quei soldi». La gogna su Report per i fondi donati dopo il sisma e mai rendicontati. Il presidente Ballone vuole chiarezza. Ma la lista adesso è spuntata

L'AQUILA La richiesta era partita prima che il caso scoppiasse, domenica sera, su Report: Confindustria Abruzzo si sentiva già "osservata" per quel conto riempito per le aziende colpite dal sisma dalle donazioni delle altre sedi nazionali e poi "sparito", ovvero confluito nel conto ordinario della sede aquilana. Che fine abbiano fatto i soldi (428mila euro) del "Conto Rivisondoli", che poi in realtà è stato aperto a Roccaraso, infatti, lo aveva già chiesto il presidente Agostino Ballone «su richiesta anche delle sedi territoriali», alla territoriale dell'Aquila. Una richiesta formale di cui si discuterà nella prossima riunione dell'associazione degli industriali fissata il 14 aprile prossimo. «Abbiamo chiesto ufficialmente - spiega Ballone - un dettagliato rendiconto della destinazione dei soldi raccolti. Anche se sono sicuro che sia tutto in regola e che il denaro è servito per aiutare il territorio colpito dal terremoto».
PINGUE SPIEGA
«Non c'è nessun mistero, a partire dal nome - aggiunge Fabio Spinosa Pingue, al tempo presidente di Confindustria L'Aquila - il conto si chiama Roccaraso e non Rivisondoli, perché all'indomani del 6 aprile ad aprirlo fu un nostro socio di Roccaraso, Dario Colecchi, anche perché all'Aquila le banche erano inaccessibili. Quando Confindustria Abruzzo, a cui era intestato, decise di destinare questi soldi a Confindustria L'Aquila, trasferimmo i soldi sul conto ordinario e come da prassi chiudemmo quello di Roccaraso e quello di Sulmona, aperto da Confindustria giovani per lo stesso motivo. Questa vicenda dimostra ancora una volta quanto sia strumentale l'attacco di Maria Paola Iannella (intervistata da Report, ndr), animata da rancori personali che, d'altronde, sono già oggetto di cause giudiziarie».
UN PO’ DI ORDINE
A mettere ordine ai numeri è Carlo Imperatore, direttore di Confindustria L'Aquila, che spiega al Messaggero «come tutti i bilanci siano approvati e certificati» e come la destinazione dei soldi sia stata «deliberata fino all'ultimo euro dal consiglio». E per dimostrare la sua trasparenza, anche se al tempo non era direttore, Imperatore fa anche l'elenco, quello che cioè sarà portato il 14 all'attenzione di Ballone e del consiglio. Oltre la metà della somma, 230mila euro, è servita per la ristrutturazione della sede di Confindustria L'Aquila (costata circa 700mila euro), crollata dopo il terremoto e chiusa per due anni. Sempre per la sede altri 30mila euro sono stati necessari per l'arredo dei locali nel centro commerciale L'Aquilone dove Confindustria si era spostata da giugno a novembre 2009. «Locali offerti gratuitamente dal gruppo Conad per mia intercessione - racconta Pingue - e nei quali trovarono spazio molti imprenditori le cui sedi erano fuori uso». Poi 80mila euro per la ricostruzione, insieme al Rotary, di una sala per l'università dell'Aquila, 20mila euro per il progetto piccole industrie, 10mila per la Banca dell'Aquila, 5mila per L'Aquila capitale della cultura e 1.500 euro per il progetto Donna del capoluogo. Questi i soldi per la città ferita dal sisma del 6 aprile, a cui vanno aggiunte le donazioni andate oltre il cratere: ad Ofena (dove viveva un componente di Confindustria) 15mila euro per la realizzazione di un ascensore al Comune, 5mila euro per il sisma in Emilia Romagna, 5mila per l'alluvione in Serbia, 5mila per la Città della Scienza di Napoli, 5mila per il Centro di senologia di Raiano, 12,5 mila euro per un progetto sul terziario avanzato. «C'è da fare una premessa in tutto questo - spiega Carlo Imperatore - Confindustria non ha gestito nessun fondo, ma si tratta di donazioni private fatte da nostri colleghi secondo il principio solidaristico dell’associazione». Quindi nessun vincolo giuridico, ma etico sì: sapere cioè che fine abbiano fatto i soldi destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. Anche i 400mila euro dei Qip (Quick impact project), in fondo, avevano la stessa natura (ma gestiti da Confindustria e dai sindacati nazionali), ma poi si scoprì che tra i beneficiari c'erano le moglie di tre direttori.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it