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Pescara, 25/07/2024
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Data: 05/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, stretta sui comparti fusione delle sigle sindacali.

ROMA Stretta finale sui comparti del pubblico impiego. Sindacati e Aran, l'Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative, sono alle prese con la stesura del testo, che nella bozza d’ingresso figura diviso in dodici articoli. Tra i punti fermi la divisione del personale in quattro settori: «Funzioni centrali, Funzioni locali, Sanità e Istruzione e ricerca». Resta fuori dalle aggregazioni la presidenza del Consiglio che ha già una sua regolazione. La riduzione dei comparti, e delle aree dirigenziali, è stata prevista dalla riforma Brunetta del 2009 ma ci sono voluti sette anni per attuarla, passando da undici a quattro settori.
A far scattare la molla stavolta è stata la possibilità di potere riaprire il tavolo che più conta, quello dei rinnovi contrattuali. Gli stipendi degli statali infatti sono fermi dal 2010 e, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittima la prosecuzione dello stop, si attende la riapertura dei negoziati. La legge di stabilità ha stanziato 300 milioni per il 2016, ma tra pochi giorni il nuovo Documento di economia e finanza potrebbe dare lumi sul futuro (il rinnovo dovrebbe essere triennale). Stando alla bozza proposta dall’Aran si riscontrano i punti già evidenziati nell’atto di indirizzo firmato dal ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, tra cui il nuovo format della struttura contrattuale: «Ferma rimanendo l’unicità dei contratti collettivi» per salvaguardare «alcune professionalità» è possibile un’articolazione «in parte comune» e in «una o più parti speciali o sezioni dirette a regolare alcuni peculiari aspetti del rapporto di lavoro».
I NODI DA SCIOGLIERE
Un’eventualità che potrebbe riguardare i settori dove si registra la maggior parte degli accorpamenti (poteri centrali e scuola, università e ricerca). Il punto ancora da limare sembra quello relativo al tempo concesso per le alleanze tra sindacati, così da permettere alle sigle più piccole di non scomparire. Infatti per essere rappresentativi occorre superare il 5% tra voti e deleghe e visto che alcune organizzazioni vedranno diluire il loro “patrimonio” nei quattro mega-comparti. L’Aran punta a tempi stretti ma i sindacati insistono per allungarli. La bozza prevede che «entro il termine perentorio di 30 giorni» dalla data di sottoscrizione dell’accordo sui comparti del pubblico impiego «le organizzazioni sindacali possono dar vita, mediante fusione, affiliazione o in altra forma, ad una nuova aggregazione associativa cui imputare le deleghe delle quali risultino titolari». In via eccezionale - si legge sempre nella bozza - la ratifica congressuale, se statutariamente prevista, può intervenire ed essere inviata all'Aran entro e non oltre il termine perentorio di 120 giorni dalla data di sottoscrizione dell'accordo.

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