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Pescara, 25/07/2024
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Data: 06/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il ricordo di quel 6 aprile - L’Aquila, dal dolore alla sfida. La fiaccolata, sfila in silenzio il dolore della città ferita. Il settimo anniversario del sisma: tante iniziative si innestano nel fermento della ricostruzione Grandi Rischi, Bertolaso conferma: «Al momento opportuno rinuncerò alla prescrizione».

L’AQUILA Tremila firme per chiedere a Guido Bertolaso di rinunciare immediatamente alla prescrizione nel processo Grandi rischi bis in cui è imputato. L’iniziativa, annunciata ieri in apertura della fiaccolata in memoria delle vittime del sisma, nel settimo anniversario della tragedia, ha una cornice nazionale: la petizione sarà infatti inoltrata dal coordinamento “Noi non dimentichiamo” che racchiude tutte le principali associazioni che si battono per la ricerca della verità nelle più grandi stragi italiane. Vincenzo Vittorini, indossando una maglia gialla proprio su questo tema, ha scelto di cominciare così il lento corteo che si è snodato in silenzio dal Tribunale a piazza Duomo.
Una fiaccolata composta e molto partecipata, a dispetto di chi sosteneva un certo “affievolirsi” dell’emotività legata al ricordo. Semmai la commozione, quest’anno, ha ceduto maggiormente il passo alla rivendicazione. In primis quella dei familiari che hanno chiesto giustizia per i 309 martiri del sisma, i cui nomi sono stati impressi in rosso su un enorme lenzuolo bianco che ha preceduto il corteo. «Recapitiamo a Bertolaso le firme- ha detto Vittorini- affinché quello che ha dichiarato mediaticamente in questi mesi, e cioè la propria ipotetica rinuncia alla prescrizione, venga formalizzato al più presto, già domani (oggi, ndr), per iscritto di fronte al giudice del Tribunale dell’Aquila, non aspettando il 7 ottobre prossimo. E’ una richiesta di tutte le associazioni che accompagnano la nostra città nell’ennesima battaglia su una strage di Stato». Va detto che la città ha risposto con estrema commozione a questo momento di ricordo, dando un’ulteriore conferma di quanto ritenga importante stringersi in comunità a memoria della tragedia.
LO STATO DELL’ARTE
Rivendicazioni, si diceva. Sono arrivate all’inzio del corteo anche dalla politica, in qualche modo. Il sindaco Cialente ha parlato senza mezzi termini della ricostruzione come di una «sfida ormai vinta, nessuno ci credeva». «Ma proprio per questo - ha aggiunto - oggi mancano ancora di più i 309 angeli di quella notte». A rappresentare il governo c’era il sottosegretario Claudio De Vincenti, origini aquilane per via della madre: «Ricordo bene quella notte e il dolore che ha colpito tutta l’Italia. Finalmente stiamo facendo rivivere L’Aquila. 2.850 cantieri aperti, altri si apriranno, 2 miliardi di investimenti, il 75 per cento delle persone che dovettero abbandonare la casa è rientrato, un’accelerazione importante negli ultimi due anni. Dobbiamo continuare così, i problemi non sono risolti, ma L’Aquila è ancora una priorità del Governo». Al corteo ha preso parte anche il commissario di Roma Capitale, Paolo Tronca: «Semplicemente è un momento di ricordo forte - ha detto -, un mix di sensazioni legate a situazioni molto complesse. Oggi più che mai sento la responsabilità di testimoniare la vicinanza di Roma e dei romani. Sono passati 7 anni, L’Aquila sta riconquistando la dignità di riappropriarsi della propria storia». La componente istituzionale ha partecipato in massa: c’erano, tra gli altri, il prefetto Alecci, D’Alfonso, Lolli, Paolucci, Giuseppe Di Pangrazio, De Crescentiis, il sindaco di Pescara Alessandrini, Pietrucci, Berardinetti, la Pezzopane, Trifuoggi, i titolari degli Uffici speciali, assessori e consiglieri comunali, sindacati e rappresentanti delle categorie.

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