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Pescara, 25/07/2024
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Data: 06/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Per le pensioni minime ipotesi bonus di 80 euro. Dubbi degli esperti su equità e copertura. Riguarderebbe due milioni di cittadini. Ma Renzi avverte anche che si dovranno valutare i margini per procedere.

ROMA «Cercheremo di allargare ai pensionati il bonus degli 80 euro». Il nuovo annuncio di Matteo Renzi è lanciato alla platea dei social network. Con, Facebook e Twitter, ripesca l’iniziativa “matteorisponde” dialogando con gli internauti in diretta da Palazzo Chigi. La riduzione fiscale già in vigore per i 10 milioni di italiani che prendono meno di 1.500 euro «in prospettiva cercheremo di estenderla anche a chi prende la pensione minima». Un intervento che secondo i calcoli sugli ultimi dati diffusi dall’Inps dovrebbe riguardare circa due milioni e 37mila pensionati che hanno meno di 500 euro mensili. Per le casse pubbliche il costo si aggira sui due miliardi. E a stretto giro arriva il commento della Cgil con il neo segretario generale dello Spi Ivan Pedretti: «Con “i forse e i vorrei” le pensioni minime non aumentano, mentre aumentano le attese dei pensionati che a questo governo chiedono segnali che finora non arrivano e per questo saremo in piazza il 19 maggio». Senza sconti anche l’attacco che arriva dal capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta che accusa Renzi di «vendere tappeti anche sui social» agitando lo spettro di «una manovra da 40-50 miliardi che dovrà fare in autunno». Il tema delle pensioni riscalda il web dopo le ripetute sollecitazioni del presidente dell’Inps Tito Boeri sulla necessità di intervenire sulla flessibilità in uscita. Il ministro del Lavoro Poletti per ora ha escluso modifiche all’attuale meccanismo, ma il premier ammette che «per le conseguenze della legge Fornero è stata aumentata con un salto molto forte l’età pensionabile. Il tema è delicato ma stiamo studiando un meccanismo che mantenendo in pari i conti pubblici, agevoli l’uscita e lo annunceremo solo quando avremo delle certezze». La materia scotta e coinvolge le nuove generazioni che andranno in pensione con il metodo contributivo. Ai giovani dei social che chiedono risposte, il presidente del Consiglio si mostra sensibile, promette «di fare il ricalcolo» per chi ha versato meno di quanto riceverà, ma «non possiamo nemmeno ammazzare chi sta andando in pensione col retributivo e tagliare le gambe a una generazione che ha maturato legittime aspettative in questi anni». «Ci stiamo lavorando» dice, e non può spingersi oltre, consapevole degli stop severi che sono arrivati ripetutamente dagli stop del ministro dell’Economia Padoan e dagli allarmi che suscita ogni minimo intervento sulle pensioni. Sul fronte dell’economia gli è più facile rivendicare il jobs act quando un giovane gli chiede «una cosa di sinistra del suo governo». Poi Bagnoli «che partirà a breve», gli investimenti al Sud (nonostante le polemiche violente sul caso petrolio in Basilicata) Ilva, «tre miliardi per le strade in Sicilia, mica noccioline», spiega il premier, rilanciando l’impegno del governo su più fronti. Sul piede di guerra invece la Sardegna dove si prospetta un nuovo scippo dell’annunciato G7 del 2017 a La Maddalena a favore di Taormina. «Se sfuma - dice il governatore del Pd Pigliaru - vogliamo un alternativa».

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