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Pescara, 25/07/2024
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Data: 10/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Calci e pugni, in tre contro l’autista Atac «Ero fermo a fine corsa per controllare il mezzo quando sono saliti e mi hanno colpito come furie. Poi sono fuggiti».

Quarticciolo, il conducente della linea 10 assalito da un gruppo di nordafricani. Ora è ricoverato in ospedale, guarirà in 7 giorni.

«Ero a Largo Preneste, volevano salire sul bus, ma ero fuori fermata. Sono saliti a bordo di un altro mezzo per seguirmi, poi all’ultima fermata al Quarticciolo, l’aggressione, ero terrorizzato». Lo chiameremo Mario, perché ora ha paura. «Mi hanno visto in faccia, io tra un po’ torno a lavoro e se mi trovano?». Lavora da 18 anni in Atac, ha 48 anni, ha una famiglia. Guida la linea A10: bus notturno che attraversa la periferia. «Ogni giorno è un rischio, ma venerdì è stato sconvolgente». Inizia così il racconto dell’autista aggredito alle 22.15 al Quarticciolo.
Autobus trasformati in un ring, autisti protagonisti del Neorealismo del XXI secolo. Non c’è il regista a raccontare storie di “vita vera”. Ci sono referti medici, corse ai pronto soccorso. L’ultimo ciak è stato girato su via Prenestina, a ridosso di viale Palmiro Togliatti. Trauma cranico, ecchimosi sulla schiena, un dente rotto, la mascella gonfia. Sette i giorni di prognosi per Mario. E l’altra sera una scena simile a Centocelle: vicino a via delle Gardenie, un passeggero dopo essere sceso ha preso a pugni il finestrino dell’autista che è andato in frantumi. Il conducente ha rifiutato l’intervento del 118.
«AVEVO PAURA»
In lontananza si sentono le voci della moglie e di bimbi. Mario trova la forza di rispondere e racconta: «“Non sono in fermata, prendete il bus dietro” ho detto a tre nordafricani che a Largo Preneste volevano salire a tutti i costi sul bus. Uno di loro era particolarmente agitato, ubriaco o drogato. Sbatteva sul finestrino, inveiva. C’è stato un diverbio. I tre sono saliti sul bus che era dietro e mi hanno seguito. Il collega mi ha detto che a Tor de’ Schiavi avevano già provato a scendere, ma non hanno fatto in tempo. Alla fine sono arrivato al Quarticciolo, dove c’è l’ultima fermata». E qui Mario racconta quello che succede ogni sera: «Molti provano a restare sul bus per arrivare fino al deposito a Tor Sapienza, ma non si può e li invito a scendere». Mario fa scendere tutti, ma davanti gli appare il nordafricano «il più esagitato, ricordo che ha messo una mano dentro il giubbotto, ero terrorizzato, c’è stata l’aggressione, non ricordo bene, sono anche svenuto». Parla di «zuffa».
Si ritroverà svenuto, con dolori alla schiena e alla testa. «Credo che gli altri mi abbiamo colpito da dietro, alla testa che mi faceva male, non ricordo, sono svenuto». Mario trova la forza di rientrare al deposito dove si sentirà male: «Ero completamente stordito».
LA DENUNCIA
Il racconto al collega e poi la corsa all’ospedale Vannini in codice giallo. Mario ha denunciato tutto agli agenti del commissariato Prenestino che stanno indagando. «Lavoro sempre la sera, ogni giorno succede qualcosa, botte sui finestrini, sputi, litigi. Mi sono sentito male al deposito, ho avuto paura che avessi qualcosa di grave alla testa». Sul piede di guerra i sindacati. «Chiediamo l’intervento del prefetto - dice Claudio De Francesco, segretario Regionale Faisa Confail - qui si rischia il morto, agli autisti dovrebbero ridare il titolo di pubblico ufficiale, così la pena in caso di aggressione è maggiore, da tempo ci promettono cabine blindate, ma nessuno fa niente». «Molte aggressioni non vengono denunciate - aggiunge Renzo Coppini segretario del Sul di Roma e Lazio - abbiamo situazioni critiche anche sui bus Cotral che la sera portano ai Castelli». Alessandro Scarpa segretario regionale di Cambia-Menti M410 chiede «all’Atac un incontro formale per trovare soluzioni per salvaguardare l’incolumità dei lavoratori».

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