Il vino è cultura. Ma mentre la cultura non se la fila nessuno, per il vino si mettono in fila tutti. Naturalmente a spese della Regione. Niente mette d’accordo maggioranza e opposizione meglio del Vinitaly: tutti presenti, altri in partenza, alcuni già pronti al taglio del nastro. Le foto ci raccontano di consiglieri con la camicia sbottonata, il volto paonazzo, il calice in mano e un cin cin perenne e itinerante.
Un mix enologico di passione e presenzialismo, un peccatuccio etilico che non risparmia nessuno e che cancella tutte le risse le contrapposizioni gli scontri: di fronte a un Sassicaia o a un Masciarelli evaporano tutti i dissapori politici.
Tanto che il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, sapendo di poter contare su un consenso bipartisan e frizzante, si è preparato per tempo: con una delibera del 31 marzo ha autorizzato “tutti” i consiglieri abruzzesi ad andare al Vinitaly a spese della Regione. Ma questa volta, contrariamente agli anni precedenti, Pantalone pagherà una sola notte di pernottamento.
Festa e fiera a Verona, anche se in versione apparentemente ridotta. Quindi, possono andare tutti: maggioranza e opposizione, e non si capisce perché. Non bastavano il delegato del presidente del Consiglio Giorgio D’Ignazio (che potrà restare “tutto il tempo necessario”), e l’assessore all’Agricoltura Dino Pepe? No, uno dei primi a presentarsi è il consigliere Camillo D’Alessandro, forse come delegato ai Grandi eventi, che però ha tenuto a precisare su Facebook, una volta letta la delibera di Di Pangrazio, che lui parteciperà a spese proprie, conquistandosi il like di Lorenzo Sospiri di Forza Italia. Il vino unisce, si sa.
Allineato pure il presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo, anche lui a Verona in qualità forse di ex assessore all’Agricoltura:
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Eccome se unisce, il vino. L’unica a non pensarla così è Sara Marcozzi, dei Cinquestelle. Lei è saltata sulla sedia quando ha letto la lettera di sua Peppanza. Insomma, è vero che verrà rimborsata una sola notte di pernottamento, ma su pranzi e cene non c’è alcun limite.
Un insulto agli abruzzesi. A quelli senza lavoro, a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, a quelli per i quali 60 euro assicurano da mangiare per un mese.
Anche Di Stefano (Fi) a Vinitaly. Ma non a spese della Regione
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Insomma, con 13 mila euro mensili, potrebbero andarci di tasca loro. E poi i consiglieri che prenderanno parte al Vinitaly saranno considerati “assenti giustificati”, come se fossero in missione. Ma il Vinitaly non può essere considerata una missione, almeno non per tutti.
E di conseguenza il rimborso è una forzatura, uno schiaffo in faccia ai cittadini. Un’indecenza.
Ps: le brutte abitudini non finiscono mai. Prosit.