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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Trasferimento bocciato dal giudice «Zappacosta deve restare alla Cultura»

L'AQUILA Le domande per partecipare al bando indetto dalla Regione il 16 marzo scorso scadranno oggi, ma alla direzione del dipartimento Turismo e Cultura dovrà tornare con effetto immediato Giancarlo Zappacosta. E di spazio per gli aspiranti nuovi dirigenti non ce n'è. Lo ha deciso ieri il giudice del tribunale di Pescara, Massimo De Cesare, che ha accolto appieno il ricorso di reintegro d'urgenza presentato dal dirigente regionale dopo la sua rimozione, quando cioè nel gennaio scorso, dopo che gli erano state sfilate le competenze in materia di Trasporti (assegnate a Maria Antonietta Picardi), gli venne tolta anche la Cultura e Turismo e venne assegnato all'Europrogettazione, ruolo al cui bando, lui, non aveva neanche risposto e per il quale c'è comunque una graduatoria dall'agosto scorso rimasta disattesa.
IL DEFENESTRAMENTO

Zappacosta, insomma, dopo il defenestramento, rientra dalla porta principale e annuncia anche una salata richiesta di risarcimento danni per la «profonda prostrazione psico-fisica» e per aver dovuto ricorrere «a farmaci ansiolitici, con conseguente pericolo di danno alla salute». Il giudice, nella sostanza, ha ritenuto del tutto infondata l'ipotesi della riorganizzazione e spacchettamento di quello che fino a novembre era un unico dipartimento, in due dipartimenti distinti (Trasporto da una parte affidato alla Picardi e Cultura, Turismo e Paesaggio dato ad interim a Cristina Gerardis), ritenendo non sufficiente una delibera di giunta. Si è trattato insomma «non di soppressione del dipartimento diretto dal ricorrente ed istituzione ex novo di due distinti dipartimenti - scrive De Cesare nella sua ordinanza -, ma di rimodulazione dell'assetto organizzativo di quello preesistente, con mera sottrazione al dipartimento Trasporti, Mobilità, Turismo e Cultura di alcune delle attribuzioni prima affidate». Quel dipartimento quindi era di Zappacosta e a Zappacosta doveva restare non essendo intervenuti «motivi soggettivi di responsabilità, mancato raggiungimento dei risultati», tanto più che il dirigente pochi giorni prima della sua rimozione aveva elencato gli obiettivi colti: il 99,48% della programmazione Par-Fas impegnata.
E QUEL PROVVEDIMENTO

Senza contare che quel provvedimento di gennaio venne firmato da una dirigente, Eliana Marcantonio (ora spostata al Patrimonio), che la Cassazione ha ritenuto non poter ricoprire quell'incarico, perché, ex segretario comunale di un piccolo Comune, non di fascia adeguata. Zappacosta, dal canto suo, non intende cedere: ieri il suo avvocato, Valerio Speziale, ha notificato l'ordinanza alla Regione: «Il reintegro deve essere immediato - ha spiegato - il giudice è stato chiaro e ha accolto integralmente le ragioni del mio cliente». Ma, soprattutto, la sentenza Zappacosta è destinata a provocare un effetto domino negli uffici regionali, dove pendono tante, troppe, situazioni dubbie: a partire dalla sentenza della Cassazione nei confronti della Marcantonio, passando per gli attesi pronunciamenti del Consiglio di Stato, fino ad arrivare al budget per le consulenze esterne che sarebbe stato superato e di molto.

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