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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Roma, centrodestra bloccato Bertolaso al palo nei sondaggi. Berlusconi insiste sul suo candidato Riunione segreta per siglare la tregua FI. La fronda contro l’ex capo della Protezione civile però non si placa: Meloni lo doppia.

Una campagna elettorale nella campagna elettorale, quella in corso nel centrodestra che una volta, anche a Roma, era unito sotto le insegne della ”Casa delle Libertà”. Ora di libertà ce n’è sin troppa e la guerra per bande taglia Forza Italia come gli ex di An. Terzo ”incomodo” la Lega di Matteo Salvini che pur raccogliendo nella Capitale percentuali da prefisso telefonico, ha messo sul piatto la spada di Brenno e il ”guai ai vinti” si trasforma in «un guai a chi perde».
Sullo sfondo, e nemmeno tanto, la leadership del centrodestra che l’accoppiata Salvini-Meloni intende sfilare all’uomo di Arcore dimostrando che a Roma si può vincere - o almeno arrivare al ballottaggio - anche senza Forza Italia e senza il suo leader.
DESCO
E così la sfida per conquistare la poltrona di primo cittadino diventa una faida del ”guai a chi perde”. Una sorta di ”House of cards” all’amatriciana consumata in riunioni che solitamente si tengono in ristoranti della Capitale. Ultimo ”attovagliamento” quello di qualche giorno fa in un noto ristorante vicino Sant’Eustachio dove intorno al desco si sono ritrovati a discutere Tajani, Aurigemma, Bordoni, Fazzone e Giro. Oggetto dell’incontro conviviale le candidature al comune, il rifiuto della Mussolini di guidare la lista di FI e l’attivismo poco gradito di Adriano Palozzi e Francesco Aracri che in Comune vorrebbe piazzare Simone Foglio. Un tutti contro tutti che ha lasciato sinora solo Guido Bertolaso, ora candidato di Forza Italia, ma che solo poche settimane fa era stato salutato con gioia da tutto il centrodestra, Rampelli compreso, come candidato di tutti. Quando all’improvviso la gravidanza della Meloni non è diventato più un problema nella sfida contro Giachetti e la Raggi, è stato Berlusconi a comprendere che a Roma era in corso un’altra gestazione: quella che punta a far nascere un centrodestra in grado di fare a meno della leadership dell’uomo di Arcore e che, in vista dell’Italicum, decide in autonomia le candidature per le politiche del 2018.
E’ per questo che Bertolaso resta fermo sulla sua candidatura a sindaco e la riunione di sabato tra i big di FI - coordinata da Antonio Tajani che poco prima aveva ricevuto istruzioni precise da Arcore - è servita a ricompattare il fronte e convincere anche i più dubbiosi, in testa Giro e Fazzone. «Ora dobbiamo lavorare pancia a terra», sostiene l’azzurra Annagrazia Calabria, eletta in Piemonte ma romana a tutti gli effetti. Il Cavaliere non molla sul nome dell’ex responsabile delle Protezione Civile il quale, dopo una iniziale esitazione, sembra averci preso gusto e continua, più o meno da solo, a battere palmo a palmo i quartieri di Roma annotando e promettendo poco o nulla. Malgrado l’ordine arrivato da Arcore, il telefonino di Maria Rosaria Rossi, deputata romana di FI molto vicina al Cavaliere, continua ad essere rovente. Al punto che, raccontano, sia stata costretta a rendere indisponibili alcuni numeri appartenenti a esponenti di FI particolarmente insistenti. La tensione interna a FI si spiega con le scarse performance dello stesso Bertolaso che non riesce ancora a mettere insieme percentuali a due cifre mentre la Meloni lo sta più che doppiando. Berlusconi è però convinto che i sondaggi siano ancora bugiardi e che solo trenta giorni prima del voto si comincerà a capire quale sia l’orientamento dei romani. Nel frattempo nel quartier generale di Bertolaso si cominciano a raccogliere ”argomenti”, sotto forma di dossier contro la Meloni. Un esempio? «Si lamenta delle buche ma l’assessore competente nella giunta Alemanno era il suo amico Ghera», ricordano al quartier generale di Bertolaso.
Una partita a perdere che rischia di avere conseguenze anche su Milano dove il centrodestra viaggia compatto e Bobo Maroni ”veglia” sull’alleanza. Almeno per ora e Salvini permettendo.

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