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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La Consulta: «Votare è un dovere per tutti» Appello ai cittadini per il 17 aprile dal presidente della Corte costituzionale. Emiliano: «Dobbiamo ribadire che cosa è strategico per il nostro Paese»

ROMA A votare «bisogna andare» perché solo così sì è «pienamente buoni cittadini». A meno di una settimana dal referendum del 17 aprile sulle trivelle e sullo sfruttamento petrolifero il presidente della Corte costituzionale, Paolo Grossi, prende una posizione netta ed esplicita a favore del voto. Ovviamente Grossi non entra nel merito del quesito che i cittadini troveranno nelle urne. Si limita solo a ribadire quanto previsto dalla Costituzione. Ma di fatto sconfessa la posizione Matteo Renzi che ha schierato il Pd a favore dell’astensione, sperando così di far fallire il referendum per mancanza di quorum. Rinunciare a votare è una «posizione sacrosanta e legittima», aveva detto Renzi in direzione, dove la minoranza, per altro divisa tra sì e no, aveva chiesto al segretario premier di rinunciare alla campagna a favore del non voto provando a far passare una sua mozione. Una posizione confermata ancora ieri dal premer che ai giornalisti che gli chiedevano di commentare le parole di Grossi ha replicato rinviando a quanto in direzione. Poi però c’ha ripensato. E ha aggiunto: «Possiamo anche chiudere le piattaforme, ma nell’arco dei prossimi dieci anni avrai comunque un tot di energia che deve comprare». L’appello di Grossi comunque raccoglie molti consensi nelle opposizioni e tra il comitato promotore del referendum. «L’invito del premier all’astensione con il ricorso ad artificiosi espedienti da costituzionalista de noantri va rispedito al mittente», attacca il forzista Francesco Paolo Sisto. «Andare tutti a votare al referendum sulle trivelle per mandare a casa Matteo Renzi. Sì o no... ma via Renzi», scrive su Twitter Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. Ma Grossi è piaciuto anche a Michele Emiliano. «Domenica 17 aprile dobbiamo fare in modo che la legislazione italiana troni ad essere costituzionale, evitando l’infrazione europea per la direttiva offshore e ribadendo cosa è strategico per la nostra economia e non per risolvere qualche problema dei petrolieri», spiega il presidente della Puglia, tra i promotori del referendum. Intanto continua il pressing dei pentastellati sul Colle. Sergio Mattarella domenica prossima andrà a votare come hanno fatto prima di lui tutti i suoi predecessori. E come hanno dichiarato che faranno sia il presidente della Camera, Laura Boldrini che quello del Senato Pietro Grasso. Ma il capo dello Stato non ha alcuna intenzione di accogliere la pressante sollecitazione di Beppe Grillo e del M5S a schierarsi a favore o contro le trivelle. E anzi al Colle c’è una certa irritazione per il pressing delle opposizioni per cercano di coinvolgere il Quirinale in una battaglia prettamente politica. «Ho apprezzato moltissimo la dichiarazione del presidente della Corte costituzionale è giusto invitare i cittadini a esercitare il diritto di voto, lo facciano anche altri uomini delle istituzioni», dice il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, che ha chiesto di essere ricevuto dal presidente della Repubblica, ma non ha ancora ottenuto alcun appuntamento. Più diretto Beppe Grillo che rivolge un appello direttamente a Sergio Mattarella. «Bisogna che ogni tanto prenda una decisione, sull’energia è una questione di civilità e quindi dovrebbe prendere una posizione e sicuramente lo farà», ha detto Grillo. Intanto oltre che il Pd anche il governo non appare compatto sul referendum. Il ministro dell’Ambiente stretto tra le posizioni del capo del governo e quelle degli ambientalisti ha infine deciso che per quanto lo riguarda lui alle urne ci andrà ma voterà no. «Ho sempre ritenuto tutte pienamente legittime le posizioni in campo sul referendum sulle trivellazioni, compresa quella di chi sceglierà l’astensione puntando al mancato raggiungimento del quorum. Poichè da più parti mi viene chiesto cosa farò domenica la mia risposta è che andrò a votare e sosterrò le buone ragioni del no», dichiara Gianluca Galletti. Malgrado la scarsa attenzione dei media l’appuntamento del 17 aprile è atteso con una certa ansia a largo del Nazareno dove c’è chi teme un effetto di rimbalzo dello scandalo Petrolio sulla partecipazione elettorale.

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