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Data: 13/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Casaleggio, testamento con la strategia del M5s. Morto a 61 anni il co-fondatore dei 5 Stelle. Era ricoverato da settimane. Una serie di appunti ai fedelissimi. Nel futuro il possibile ritorno di Grillo

Un periodo di transizione può però essere “unitario”. Nel suo blog prima di morire aveva scritto che nel M5S «non ci sono capi ma decidono i cittadini»

ROMA Se ne è andato in silenzio, alle prime luci dell’alba, e la sua morte lascia sotto choc attivisti e militanti e persino Beppe Grillo. Che Gianroberto Casaleggio fosse malato si sapeva da tempo ma nessuno immaginava che la fine fosse imminente. Si era fatto ricoverare un paio di settimane fa in una clinica milanese ma con un altro nome, Gianni Isolato, a riprova dell’ossessione che Casaleggio ha avuto sulla privacy. La scorsa settimana un giornale aveva pubblicato un articolo sulle sue condizioni di salute e sulla possibile successione alla guida del movimento. E lui aveva replicato duro. «Non mollo, sciacallo chi lo scrive», confermando però che le sue condizioni di salute erano note a tutti. Negli ultimi tempi era molto affaticato. Ma nulla lasciava presagire la fine imminente. Beppe Grillo ha appreso la notizia a Napoli, dove in serata avrebbe dovuto esibirsi per una delle tappe del tour, annullata per lutto. Il suo albergo è stato subito assediato da cronisti e telecamere. Ma il cofondatore del M5s non ha voluto parlare con nessuno. Ha indossato una tuta rossa ed è andato a correre. Poi è volato a Milano. Prima ha affidato a Twitter i suoi pensieri «Solo oggi forse inizieremo tutti a capire la lungimiranza e la visione di Gianroberto Casaleggio», scrive su Twitter Grillo, «Che la terra ti sia lieve», aggiunge Grillo che poi sul blog pubblica una bella foto sua e dell’amico accompagnata da #CiaoGianroberto. «Ha lottato fino all’ultimo», l’omaggio dell’ex comico che in pochi anni è riuscito a dare corpo e consistenza al sogno di un movimento ci cittadini in cui «uno vale uno». Già. Ora però che il movimento ha perso la sua guida, il suo guru, l’ideologo e il fondatore si apre una stagione difficile di transizione. Dove il rischio di una balcanizzazione è dietro l’angolo. Grillo ha tolto come aveva promesso il suo nome dal simbolo e ha fatto «un passo di lato», felice di poter tornare a esibirsi nei teatri. Presto partirà anche per la tournèe americana. «Io farò il garante», aveva detto. Ma ora la sua decisione potrebbbe essere rivista. Gli occhi allora sono puntati sul «direttorio». Luigi Di Maio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista, i tre nomi di punta del movimento dove se uno conta uno finora c’è stato uno che ha contato più di tutti gli altri: Casaleggio. Grillo? Davide Casaleggio? Il direttorio? Chi guiderà il M5S?». È la domanda che tutti, anche all'interno del Movimento, si pongono dopo la morte di Gianroberto Casaleggio che però, già immaginando quanto sarebbe accaduto, avrebbe lasciato ai suoi fedelissimi un testamento politico: una serie di appunti con indicazioni in vista delle prossime scadenze politiche nella convinzione che nella primavera del 2017 si voterà. Insistendo sul passaggio decisivo delle elezioni amministrative. Vincere a Roma o a Torino, una tappa importantissima in vista della sfida a Renzi. I pentastellati e Beppe Grillo si trovano di fronte ad una svolta: andare avanti senza il supporto del suo ideatore e fondatore. Secondo alcuni parlamentari pentastellati, il leader dovrebbe tornare a farsi carico del Movimento. L'alternativa è rappresentata dal passaggio della cabina di regia interamente nelle mani del direttorio M5S. Non tutti tra i pentastellati - soprattutto al Senato - sono però convinti che Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carlo Sibilia e Carla Ruocco (tutti deputati) abbiano sufficiente piglio per guidare il «partito» per motivi anagrafici e di equilibrio tra le due Camere. Palazzo Madama reclama un peso maggiore all'interno degli organismi direttivi: spesso si sono fatti i nomi dei senatori Paola Taverna e Nicola Morra per incarichi di primo piano. C'è, infine, da definire il ruolo di Davide Casaleggio. Il figlio del co-fondatore si trova ora ad avere la maggioranza della Casaleggio Associati, proprietaria del blog di Beppe. Ad affiancarlo ci saranno anche i soci e Filippo Pittarello. In Parlamento non tutti sono convinti che Davide abbia la sensibilità politica del padre. Ma non mancano neanche i suoi ammiratori, convinti che possa bilanciare «lo strapotere» del direttorio e dare un'impronta più strategica. «Gianroberto era un visionario nel senso che riusciva a capire prima il futuro - spiega una delle fonti - Aveva pianificato cosa sarebbe accaduto quando lui non ci sarebbe stato più. Pianificava tutto, sempre». La soluzione potrebbe quindi averla immaginata lo stesso Casaleggio: un periodo di transizione con direttorio e Davide che si aiutano sotto il controllo di Grillo e traghettano il «partito» durante questo periodo difficile. Anche in questa luce potrebbe essere letto il post della scorsa settimana sul blog nel quale lo stesso Casaleggio ha detto: «Nel M5S non ci sono capi. Decidono i cittadini». Una democrazia allargata che congelerebbe la situazione attuale. L'accordo dovrebbe essere siglato dallo stesso Davide e Di Maio e Fico.

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