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Pescara, 25/07/2024
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Data: 13/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Per un metro di strada evita l’arresto. E’ indagato per la morte di marito e moglie, ma lo schianto sull’Asse è avvenuto prima del cartello con il limite di 60 kmh

SAN GIOVANNI TEATINO Tra l’indagato A.C. e l’arresto c’è solo un metro di distanza. Il 56enne pescarese che é piombato con la sua Ford sul “cinquino” rosso uccidendo Pietro Alfredo Maiella, 75 anni e Rosa Nardone, di 69, marito e moglie di Chieti, è il primo abruzzese a essere accusato di omicidio stradale peraltro nella forma più grave perché i morti sono due e a questi si aggiungono due donne ferite, cioè le lesioni stradali plurime. Secondo la nuova norma del codice (il 589 bis), il pescarese rischia fino a 18 anni di carcere. Ma ha evitato l’arresto grazie a quel metro che separa la Fiat 500 rossa e la Ford dal limite di velocità di 60 chilometri piazzato dall’Anas per i lavori in corso. L’omicidio stradale non fa sconti: l’arresto scatta se l’indagato guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe o psicofarmaci. Ma A.C. è risultato negativo ai test a cui lo ha sottoposto la Polstrada di Chieti su disposizione del pm Giancarlo Ciani che conduce l’inchiesta. Il secondo motivo che comporta l’arresto è il superamento, su strade extraurbane, di 50 chilometri all’ora il limite massimo di velocità. Torniamo quindi sull’Asse attrezzato dove, lunedì pomeriggio, si è consumata la tragedia. La Fiat 500 era incolonnata per via del cantiere. Procedeva quasi a passo d’uomo. La Ford le è piombata addosso dopo una frenata di 50 metri. Ma per un metro, e solo per un metro, il limite massimo di velocità era ancora di 90 chilometri. Significa che A.C. doveva correre almeno a 140 per essere arrestato subito, ma non c’è la prova. Subito dopo invece sarebbero bastati 110 chilometri l’ora. Un consulente esperto in incidenti, la Polstrada e l’autopsia che sarà eseguita oggi dal medico legale Cristian D’Ovidio saranno determinanti per stabilire la velocità della Ford in base alla frenata e all’intensità delle ferite sui corpi di Alfredo e Rosa. Era il violinista simbolo del Miserere di Chieti, Alfredo Maiella, ex dipendente Asl. Mentre Rosa era l’indimenticata infermiera di Radioterapia capace di dare conforto ai malati più gravi. I funerali saranno per Chieti un evento, seppur luttuoso. I sei figli di Alfredo e Rosa, hanno voluto la cattedrale di San Giustino per l’ultimo saluto al papà e alla mamma. E quando venerdì alle 16 le due bare entreranno nel duomo ci saranno cento violini e ottanta coristi ad accoglierle con la struggente carezza del Miserere.

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