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Pescara, 25/07/2024
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Data: 14/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«L’indagato correva in auto oltre i limiti». L’autopsia su Alfredo e Rosa e le indagini cinetiche confermano l’accusa. Domani la città si ferma per i funerali

CHIETI Alfredo è morto sul colpo, Rosa dopo un po’. Le ferite riportate dalla povera coppia sull’Asse attrezzato lunedì scorso sono così gravi da far desumere un impatto violentissimo. E fare ipotizzare che la Ford guidata dal pescarese A.C., primo indagato per omicidio stradale in Abruzzo, avesse superato il limite di velocità. L’accusa sarebbe confermata. Ma non tutta. L’autopsia su marito e moglie di Chieti, di 75 e 69 anni, è stata eseguita ieri pomeriggio nell’obitorio del policlinico dal medico legale Cristian D’Ovidio, incaricato dal sostitituto procuratore Giancarlo Ciani. E’ durata cinque ore. Subito dopo, Alfredo Maiella e Rosa Nardone sono stati riconsegnati ai sei figli che hanno vegliato i genitori della cappella dell’obitorio dove oggi, chi vorrà, potrà rendere l’estremo saluto ai coniugi scomparsi. Domani la città si fermerà per i funerali nella cattedrale di San Giustino accompagnati dal coro e dai musici del Miserere. Dalle 14 fino alle 18, sarà vietato parcheggiare in piazza, così come dalle 15 alle 18 il transito dei veicoli sarà vietato in via Pollione, via Arcivescovado e in piazza San Giustino. Alla famiglia chiediamo scusa per un errore comparso sulla locandina di ieri. E rispettiamo il loro dolore infinito tralasciando ogni altro particolare investigativo che riguarda le autopsie ritenute fondamentali per l’inchiesta. I risultati saranno comparati con le “indagini cinetiche” condotte, e già in stato avanzato, dalla polizia stradale che però non si sbilancia anche se da fonti investigative trapela la notizia del superamento certo del limite dei 90 chilometri all’ora, che vige nel tratto dell’incidente mortale, e probabile dei 110 orari. Ma non c’è alcun elemento oggettivo che possa dimostrato il superamento dei 140 chilometri all’ora. Per il difensore dell’indagato A.C., 56 anni, rappresentante di commercio pugliese residente a Pescara, nulla sarebbe stato finora provato «Anzi», afferma l’avvocato Marco Femminella, «i risultati dell’autopsia sembrano andare a favore del mio assistito». L’accertamento della velocità della Ford è determinante perché, alla luce della nuova norma che ha introdotto il reato di omicidio stradale, inasprendo la pena fino a un massimo di 18 anni di reclusione, il superamento dei 140 all’ora in quel tratto dell’Asse attrezzato può costare all’indagato anche l’arresto differito con ordinanza di custodia cautelare, come è già accaduto a Roma. E la sospensione cautelare della patente, decisa dal prefetto Antonio Corona, per 5 anni. Ma la battaglia legale tra procura e difesa è solo all’inizio.

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