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Pescara, 25/07/2024
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Data: 14/04/2016
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Pensioni flessibili, le novità del part-time. Il lavoro si dimezza, ma la paga no

Via libera alle misure per l’orario ridotto per i lavoratori anziani. Lo stanziamento per il 2016 è di appena 60 milioni e serve un’età di almeno 63 anni e 7 mesi. Ecco alcuni esempi delle nuova normativa. La signora Rossi è nata nel 1953 ed è impiegata presso una piccola azienda commerciale di 30 dipendenti. Avendo cominciato tardi il suo percorso lavorativo, a dicembre 2015 si ritrova con soli 25 anni di contributi. Al patronato cui si è rivolta per avere notizie più dettagliate circa la possibilità di ridurre l’orario di lavoro, che le consentirebbe di dare una mano all’anziana madre, le è stato inoltre spiegato che il passaggio al part-time, come previsto dalla legge di Stabilità, non pregiudica l’ammontare dell’assegno Inps. Rientrata in azienda propone al direttore del personale di passare al tempo parziale al 50%; continuerebbe a lavorare solo 4 ore al mattino, lasciando libero il pomeriggio per le sue esigenze familiari. Proposta che la ditta accetta di buon grado perché da un lato riduce il costo del personale, dall’altro può aumentare la produttività. Veniamo ora alla busta paga.

Una piccola azienda commerciale in cui si vendono tv, computer ed elettrodomestici
La signora percepisce uno stipendio lordo di 2mila euro (1.546 euro al netto dell’Irpef). Ebbene dal mese successivo alla stipula del nuovo contratto, intascherà sì la metà di quanto incassato il mese precedente (776 euro), ma nella busta troverà in aggiunta un “bonus” di 476 euro, pari cioè alla contribuzione a carico del datore di lavoro, relativa alle 4 ore di prestazione lavorativa non effettuata per effetto della riduzione di orario.Pensioni flessibili, le novità del part-time
Il lavoro si dimezza, ma la paga no
L’orario può scendere al 40-60% del tempo pieno, la retribuzione sarà pari a circa il 70%
Ecco tre casi concreti di come cambia la retribuzione (fermo restando l’assegno Inps)
di Domenico Comegna

Con un reddito di 1.546 euro si riceveranno 1.252 euro
Via libera alle misure per l’orario ridotto per i lavoratori anziani. Lo stanziamento per il 2016 è di appena 60 milioni e serve un’età di almeno 63 anni e 7 mesi. Ecco alcuni esempi delle nuova normativa. La signora Rossi è nata nel 1953 ed è impiegata presso una piccola azienda commerciale di 30 dipendenti. Avendo cominciato tardi il suo percorso lavorativo, a dicembre 2015 si ritrova con soli 25 anni di contributi. Al patronato cui si è rivolta per avere notizie più dettagliate circa la possibilità di ridurre l’orario di lavoro, che le consentirebbe di dare una mano all’anziana madre, le è stato inoltre spiegato che il passaggio al part-time, come previsto dalla legge di Stabilità, non pregiudica l’ammontare dell’assegno Inps. Rientrata in azienda propone al direttore del personale di passare al tempo parziale al 50%; continuerebbe a lavorare solo 4 ore al mattino, lasciando libero il pomeriggio per le sue esigenze familiari. Proposta che la ditta accetta di buon grado perché da un lato riduce il costo del personale, dall’altro può aumentare la produttività. Veniamo ora alla busta paga.
Una piccola azienda commerciale in cui si vendono tv, computer ed elettrodomestici
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La signora percepisce uno stipendio lordo di 2mila euro (1.546 euro al netto dell’Irpef). Ebbene dal mese successivo alla stipula del nuovo contratto, intascherà sì la metà di quanto incassato il mese precedente (776 euro), ma nella busta troverà in aggiunta un “bonus” di 476 euro, pari cioè alla contribuzione a carico del datore di lavoro, relativa alle 4 ore di prestazione lavorativa non effettuata per effetto della riduzione di orario.

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