Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.579



Data: 15/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Canone Rai nella bolletta, stop dal Consiglio di Stato. Dubbi sulla definizione di apparecchio televisivo e sull’incrocio delle banche dati. Il governo già pronto a correggere il testo Slitta al 15 maggio la domanda di esenzione.

ROMA La corsa del canone della Rai verso la bolletta elettrica, inciampa in un quesito apparentemente semplice: che cos’è un televisore? A chiedere al ministero, cosa debba esattamente intendersi per Tv, è stato il Consiglio di Stato, che ieri ha sollevato diverse criticità sul decreto ministeriale che dovrebbe regolamentare il trasferimento del balzello nella bolletta elettrica. Secondo i magistrati amministrativi ormai sul mercato ci sono diversi tipi di «device» che permettono la ricezione dei programmi televisivi, e della Rai in particolare. Ci sono i tablet, gli smartphone e anche i Pc. Insomma, in linea teorica anche questi apparecchi potrebbero essere chiamati a pagare. In realtà, spiegano fonti del governo, la volontà politica è quella di far pagare il canone solo a chi possiede una televisione. Così già ieri i tecnici del ministero dello Sviluppo economico erano al lavoro per precisare il passaggio all’interno del provvedimento.
L’assenza di una definizione di televisione nel decreto, tuttavia, non è l’unico appunto fatto dal Consiglio di Stato. I magistrati hanno sollevato anche alcune questioni formali che, tuttavia, sono sostanziali. Come il mancato concerto del ministero dell’Economia nella definizione del provvedimento. Ma in realtà, il punto più delicato è un altro. Il procedimento di addebito e di riscossione del canone presuppone uno scambio di informazioni tra vari enti: l’Anagrafe tributaria, l’Autorità per l’energia, l’Acquirente Unico, il ministero dell’Interno, Comuni, le società private. Ma nelle norme non si fa riferimento a questo tema, che ha dei profili delicati di privacy e, dunque, sarebbe necessario almeno un passaggio con il garante dei dati personali.
LE REAZIONI
In realtà con l’Authority guidata da Antonello Soro, l’interlocuzione, almeno informale, è in corso da tempo. Lo stesso garante dovrà dare un parere prima dell’approvazione definitiva del provvedimento. I dubbi sul testo, hanno indotto il Consiglio di Stato a sospendere il giudizio e a rimandare indietro al governo il provvedimento per le opportune correzioni. In realt, come ha chiarito lo stesso Consiglio di Stato, si tratta di un parere interlocutorio. E il governo è pronto ad adeguarsi alle osservazioni. Lo stesso sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha voluto precisare che «quella del Consiglio di Stato non è affatto una bocciatura ma un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti peraltro assolutamente nella prassi dei pareri del Consiglio stesso». L’iter che porterà a luglio il canone in bolletta, dunque, prosegue. Giacomelli ha spiegato che il governo aveva già «intenzione di procedere a una più esplicita e meno tecnica definizione di apparecchio televisivo e a una capillare campagna di comunicazione». «Quanto al »mancato concerto« del Ministero dell’Economia», ha aggiunto che, «è solo la segnalazione che per il Mef ha firmato il capo dell’ufficio legislativo e non il capo di gabinetto. Anche sulla privacy il testo è all’attenzione del Garante e lavoriamo insieme con spirito costruttivo». Al momento vengono dunque, esclusi ulteriori slittamenti delle scadenze, ma è chiaro che bisognerà far presto per consentire ai cittadini di conoscere per tempo gli adempimenti necessari. Verrà sicuramente posticipata, probabilmente al 15 maggio, la scadenza per la presentazione della dichiarazione di esenzione sia via Internet 8ci sarà anche una App) che tramite raccomandata. La prima rata di 60 euro dovrebbe comunque rimanere nella bolletta della luce di luglio.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it