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Data: 15/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Via Di Giovangiacomo, la Civica molla Brucchi. L’assessore di “Al centro per Teramo” si dimette, i due consiglieri Puglia e Campana lasciano la maggioranza che ora ha un solo voto di margine

TERAMO Giorgio Di Giovangiacomo ha rassegnato le sue dimissioni da assessore ai lavori pubblici e il sindaco Brucchi ha perso anche il sostegno della lista civica "Al centro per Teramo", ispirata da Mauro Di Dalmazio, visto che sono usciti dalla maggioranza i due consiglieri del gruppo. Due perché, accanto ad Angelo Puglia, è rientrato nella civica anche il consigliere Guido Campana, che pareva destinato al gruppo misto. Di fatto, i numeri su cui si regge Brucchi ormai sono quasi inesistenti: la maggioranza può contare su 17 voti (compresi i tre affatto scontati degli ipercritici di “Teramo Soprattutto”), tra opposizione e gruppo misto se ne contano 16. Un gesto inaspettato quello dell'ormai ex assessore Di Giovangiacomo, perché nelle ultime settimane i segnali di inquietudine interni alla maggioranza erano stati manifestati da altri gruppi politici e anche perché Di Giovangiacomo, durante la riflessione sull'ultimo rimpasto, si era mostrato particolarmente attaccato alla sua delega. Ragion per cui i motivi di un gesto tanto repentino inducono la politica a teorizzare sulle più disparate ragioni personali e professionali, fino all'architettura di un disegno politico preciso di Mauro Di Dalmazio, che si sarebbe voluto smarcare da questa esperienza politica per essere libero di avvicinarsi al centrosinistra. Eppure, a giudizio di Di Giovangiacomo e Puglia, i segnali di insofferenza sarebbero stati evidenziati al sindaco nei passaggi significativi che hanno portato alle dimissioni del presidente della Team Giovanni Mattucci e al distacco dalle logiche definite "poltronistiche" del Brucchi Ter. «La decisione», si legge nella nota ufficiale diffusa ieri dal gruppo, «sofferta ma ineludibile e condivisa con i fondatori della lista civica (Francesco Di Giacomo, Vanni Di Giosia, Enrico Mazzarelli, Giovanni Mattucci, Antonio Grazietti, Serafino Impaloni, Amelia Rubicini e il consigliere provinciale Graziano Ciapanna), trae origine da una situazione politica amministrativa del Comune di Teramo reiteratamente segnalata dalla lista che, sin dai primi mesi di governo, con prese di posizioni pubbliche aveva sollevato problemi e criticità restando inascoltata. Il dibattito, più che sui problemi della città, è stato caratterizzato da individualismi, tatticismi e litigiosità che hanno determinato imbarazzo nell'opinione pubblica ed una scarsa efficacia dell'azione amministrativa». Poi i passaggi nodali: «Dal grido di allarme sulla Team si è arrivati ad una verifica/non verifica dell'attività della giunta, apparsa come un'operazione di palazzo funzionale a garantire gli equilibri. Non intendiamo rimanere inerti di fronte a questa involuzione che rischia, se non fermata, di trascinare Teramo verso il basso». La nota si fa poi canzonatoria: «Con una assunzione di responsabilità (il gruppo) rinuncia al proprio assessorato rimettendo la delega al sindaco "sperando" almeno che la "liberazione" di un posto in giunta possa consentire di soddisfare le ambizioni particolari di gruppi o persone e consentendo di trovare una stabilità di governo che faccia cessare i teatrini e la spartitoria litigiosità. Il gruppo, pur fuori organicamente dalla maggioranza, continuerà la sua azione amministrativa fedele al programma elettorale con una disponibilità che non sarà più scontata ma che dovrà essere conquistata poiché vogliamo assomigliare alle parole che diciamo». Sulle dimissioni ha preso posizione anche il capogruppo di Futuro In Gianbattista Quintiliani: «Non possiamo non condividere la necessità di ritrovare una stabilità di governo attraverso la cessazione di improduttivi teatrini e litigiosità spartitorie. Apprezziamo l'asserita fedeltà agli impegni programmatici e riteniamo opportuno che il sindaco dia seguito nei prossimi giorni alla richiesta di una riflessione - peraltro già da noi sollecitata- al fine di rendere proficua e incisiva la prosecuzione della consigliatura».

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