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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Blitz di D’Alfonso sulle nomine: «Decido tutto io»Il presidente: «Atto necessario, per la legge sono il responsabile»

L’AQUILA È un accentramento che per l’opposizione «non ha precedenti», ma che per il presidente Luciano D’Alfonso «è necessario per il controllo della spesa e soprattutto perché sono io a risponderne davanti alla Corte dei conti». E l’aria che tira con i giudici contabili, anche a questo giro, fa capire, non è delle più salubri. Fatto è che il governatore ha emanato un decreto con il quale, nella sostanza, avoca a sé tutte le nomine di competenza di giunta e struttura non solo nei compiti dirigenziali, ma anche per «la designazione dei rappresentanti - si legge nel decreto - degli organi amministrativi e di vertice - collegiali, individuali, ordinari e straordinari - di enti, aziende, agenzie, società, consorzi e organismi comunque denominati che siano controllati, partecipati o vigilati dalla Regione e la cui nomina non dipenda dal Consiglio regionale ai sensi dello Statuto vigente, anche laddove la predetta proposta e-o designazione coinvolga i settori di attività affidati al vicepresidente ed agli assessori ai sensi delle leggi regionali di settore».
L’inizio di una vera e propria rivoluzione «a cui seguirà la contabilità analitica di ogni realtà contrattuale - spiega D’Alfonso - perché tutto quel che dalla Regione dipende deve avere il mio visto, perché io ne sono responsabile e le sanzioni vanno dalla decurtazione dell’indennità, ma questo è relativo, al divieto a ricandidarsi».
ASSESSORI RIDIMENSIONATI«Il Principato è finito da un pezzo - avverte il consigliere di Forza Italia, Paolo Gatti - mi auguro che il presidente D’Alfonso voglia immediatamente ritirare questo decreto che viola la legge 77 e un’altra decina di norme regionali, esautorando giunta e capi dipartimento dalle loro funzioni». Contro questo atto di accentramento, infatti, Gatti annuncia una battaglia senza confini: «Chiederò che se ne occupi innanzitutto l’ufficio di Presidenza di cui faccio parte - commenta Gatti - poi interesseremo il Collegio per le garanzie statutarie e se davvero D’Alfonso non dovesse ritirare il decreto e anzi dargli seguito con atti concreti, allora porremo la vicenda all’attenzione della magistratura». Lo spirito del decreto è secondo il presidente quello di arginare la spesa incontrollata: «Si fa da una parte la centrale unica degli acquisti - spiega - e dall’altra non si può permettere il fiorire di incarichi e spese senza controllo. Ho dato mandato al mio staff di vagliare tutte le proposte e sottoporle alla mia firma, con una figura speciale dedicata alle sole partecipate».
Un decreto che nei fatti ridimensiona anche il potere degli assessori: «Mi auguro che qualcuno dell’esecutivo - continua Gatti - abbia un sussulto di dignità o si dimetta, perché questo decreto sancisce nero su bianco la loro marginalità nella gestione dell’ente oltre che politica».

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