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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Referendum, così l’Abruzzo al voto. La nostra regione ha sempre seguito l’andamento nazionale. Due le eccezioni: i quesiti su voto di lista (1999) e Rai (1995)

PESCARA Nelle consultazioni referendarie svolte tra il 1990 al 2011 l’Abruzzo ha superato il quorum del 50% degli aventi diritto al voto per sei volte sul totale di tredici referendum, una in più rispetto al dato nazionale che è di 5 su 13. Nel 1990, al referendum contro la caccia e per l’abolizione dei fitofarmaci in agricoltura in Abruzzo votò il 44% degli elettori (il 43 in Italia)e il 93% (427mila elettori) si espresse per l’abolizione della caccia. Nel 1991 gli elettori furono chiamati a decidere sulla riduzione delle preferenze nella legge elettorale. Il quesito raggiunse il quorum. In Abruzzo votò il 57,43% degli aventi diritto (94,43% di sì). Nel 1993 il referendum sul finanziamento pubblico dei partiti trascinò alle urne il 77% degli elettori. In Abruzzo si raggiunse il 71% trascinando anche i quesiti sull’abolizione dei ministeri dell’Agricoltura e del Turismo che furono aboliti e reintrodotti sotto altre vesti). Quorum centrato anche nel 1995 sul referendum sulla privatizzazione della Rai e altri otto quesiti. In Italia votò il 57% degli elettori in Abruzzo il 51%. In Abruzzo però prevalsero i no alla privatizzazione dell’azienda televisiva di Stato in controtendenza rispetto al dato nazionale. Nel 1997 comincia la serie negativa dei referendum. Non viene centrato il quorum sull’obiezione di coscienza, di nuovo sulla caccia e sull’abolizione dell’ordine dei giornalisti. In Abruzzo vota il 30,5% degli aventi diritto. Nel 1999 l’Abruzzo raggiunge il quorum sull’abolizione del voto di lista (51,45%) ma il dato nazionale si ferma al 49,58%. Il quesito sul voto di lista viene riproposto assieme ad altri quesiti (rimborso spese elettorali, trattenute sindacali, magistratura, ecc.) ma in questo caso l’Abruzzo vota come il resto del paese e il quorum non viene neanche sfiorato (32%). Accade lo stesso nelle tornate referendarie del 2001 (Modifica al titolo V della parte seconda della Costituzione), del 2003 (Reintegrazione dei lavoratori illegittimamente licenziati) e del 2005 (Procreazione medicalmente assistita). Nel 2006 si torna a superare il quorum nel referendum confermativo della legge di modifica alla parte seconda della Costituzione. Nel 2009 si torna di nuovo sotto il quorum (il quesito riguardava l’abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste). Il quorum viene poi superato nell’ultimo referendum del 2011 sull’acqua pubblica e contro l’energia nucleare. Il referendum di oggi è molto incerto. Si è visto che il Paese si mobilita sui temi legati ai beni comuni e dalle urne potrebbe arrivare qualche sorpresa non gradita al premier

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