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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sindacalisti puniti la protesta paralizza la Dayco. Riuscito lo sciopero negli stabilimenti di Chieti e Manoppello l’assemblea chiede all’azienda di tornare «a un normale rapporto».

Sciopero generale di mezza giornata ieri alla Dayco, contro la decisione dell’azienda di prorogare, senza prevederne la fine, la sospensione dei sei rappresentanti sindacali, a casa dal 4 aprile scorso. Una protesta che ha coinvolto, oltre allo stabilimento di Chieti, i due di Manoppello, radunando i lavoratori di fronte alla sede di via papa Leone XIII per un’affollata assemblea sindacale. Oltre ai segretari territoriali e regionali di Filctem Cgil (Carlo Petaccia e Domenico Ronca), Femca Cisl (Franco Zerra e Stefano Di Crescenzo) e Uiltec Uil (Claudio Musacchio e Giovanni Cordesco), sono arrivati a Chieti anche i nazionali Marco Falcinelli (Filctem Cgil) e Alessandro Rossini (Uiltec Uil). A loro il compito di raccontare ai lavoratori, che hanno incrociato le braccia per metà di ogni turno, cosa è accaduto lunedì nell’incontro romano in Confindustria e di esprimere il desiderio di tornare a «un normale rapporto sindacale con l’azienda». Mentre i sei (Luciano Stabile, Fausto Marino, Cesare Ciaschetti, Ettore Di Natale, Fabrizio Bardella e Franco Martelli), che ieri mattina erano presenti all’assemblea, restano sospesi a tempo indeterminato.
«UN CASO UNICO»
Quel che è accaduto alla Dayco, lamentano i sindacati nazionali, è un fatto unico nel panorama del Paese. In primo luogo per la sospensione immediata dell’intera rappresentanza sindacale, a causa di una lettera alla stampa firmata dai segretari provinciali; provvedimento che, secondo l’azienda, non sarebbe stata una punizione, ma un modo per tutelare la propria immagine. Inoltre, all’incontro nella capitale, i vertici Dayco si sono presentati accompagnati da due legali, «cosa che non ci aspettavamo», ribadiscono i sindacati. In più martedì mattina i sei, nel giorno in cui, secondo la norma, sarebbe dovuta scadere la sospensione per mancata comunicazione dell’azienda della sanzione disciplinare, sono tornati al lavoro, ma hanno scoperto di avere il badge disattivato. Motivo per cui hanno allertato la polizia. Solo dopo un paio d’ore hanno scoperto che il provvedimento di sospensione era stato prorogato.
I POSTI IN PERICOLO
Oggi il lavoro riprende con i consueti ritmi, ma il fronte resta caldo. Così come si fa sempre più bollente la vertenza Thales, dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico saltato all’ultimo momento, ieri pomeriggio, su richiesta della Fim Cisl: il tavolo è aggiornato a questa mattina, 31esimo giorno di occupazione della sede di via Enrico Mattei e probabile momento di svolta. L’incontro verterà sulle due offerte di acquisto per la Thales di Chieti: i sindacati sono fermi sulle loro posizioni, ossia la richiesta di bloccare la cessione del ramo Starmille alla newco per metà malese e di investire per il rilancio del sito; ma non è escluso che, in presenza di un’offerta seria e di un piano industriale concreto, possano accettare di firmare un accordo per salvaguardare i 96 posti di lavoro in Abruzzo.

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