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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Quante carriere con le lauree facili. La d’Annunzio conferma l’annullamento dei 250 titoli a rischio in tutta Italia le posizioni lavorative dei miracolati. Nuova bufera sulla facoltà di Scienze sociali: tremano i membri delle commissioni che hanno riconosciuto i crediti formativi.

CHIETI C’è un mistero in più nel caso delle lauree facili all’università d’Annunzio di Chieti. L’esposto presentato qualche mese fa in Procura, dopo i primi sospetti, dal direttore generale dell’ateneo teatino Filippo Del Vecchio è stato archiviato dai magistrati chietini. Di diverso avviso il vertice dell’ateneo, che ha scoperchiato il vaso di Pandora delle 250 pergamene ottenute, tra il 2003 e il 2007, grazie ai crediti di una scuola privata di Fermo finita nella black list del ministero dal lontano 1994. Di sicuro, al momento del dossier consegnato ai magistrati teatini, Del Vecchio non aveva ancora sul suo tavolo la «prova del nove», ovvero la nota del Miur - giunta infatti in ateneo solo qualche giorno fa - che ha confermato i sospetti iniziali: i diplomi della Social college ab antiqua universitate Picena non hanno alcun valore legale addirittura dal 1994. Una novità che potrebbe portare alla riapertura del caso anche sul piano giudiziario. Chiare, invece, le conseguenze amministrative, vale a dire l’annullamento delle lauree facili.
PERGAMENE CARTA STRACCIA
Tra qualche giorno diventeranno carta straccia. La conferma arriva dal dg Del Vecchio: «Procedere con l’annullamento è un obbligo - dice -. Non c’è nessun risentimento nei confronti di qualcuno: va semplicemente ristabilito un principio di equità generale. Non è giusto che si è appropriato illegittimamente di un titolo continui a farlo valere a discapito di altre persone che hanno agito rispettando le regole». Arrivavano da mezza Italia, i dottori speedy gonzales in Scienze sociali: da Napoli a Milano, da Torino a Bologna, da Palermo a Udine. E ancora: Foggia, Catanzaro, Perugia, Brescia e Bari. Della serie: proprio nessuno riusciva a resistere alla possibilità di laurearsi nel giro di circa due mesi dal momento dell’iscrizione. Già, perché per i laureandi che arrivavano con il diplomino di Fermo piovevano 130 crediti, l’equivalente di due anni di sudore per uno studente frequentante. E per il terzo anno si organizzavano otto esami e la discussione delle tesi concentrati in un solo giorno. La maggior parte dei dottori è campana, ma è folta anche la rappresentanza abruzzese. Soprattutto quella teramana.
IL RUOLO DI TERAMO
D’altra parte proprio a Teramo, precisamente in viale Mazzini, si trovava una delle sedi della Social college di Fermo, che sfornava titoli senza valore utilizzati poi per la riconversione creditizia anche in altri atenei oltre a quello teatino. Studenti un po’ avanti con gli anni arrivavano anche da Pescara e dintorni. Molti dei laureati in tempi che definire da record è ancora poco hanno poi occupato, nel corso della loro carriera lavorativa, ruoli di primo piano negli uffici pubblici. Qualche esempio? C’è chi ha ricoperto posizioni dirigenziali all’interno di importanti Comuni (da Napoli a Pompei, passando per Frascati), chi ha ottenuto contratti a tempo indeterminato nelle Asl (da Teramo a Frosinone) e chi è stato coordinatore di case di riposo per anziani (sempre nel Teramano). Carriere inevitabilmente a rischio. Circa 250 studenti, a metà maggio, potranno spiccare della parete la cornice con la pergamena e c’è da aspettarsi una dura battaglia legale.
Ma alla d’Annunzio a tremare sono anche i docenti che hanno fatto della commissione di facoltà delegata al riconoscimento dei crediti formativi. Crediti rilasciati a pioggia che hanno spianato la strada verso il titolo di dottore in Servizi sociali. Nessun commento, nel frattempo, arriva da Ezio Sciarra, preside della facoltà di Scienze sociali tra il 2003 e il 2007: il suo cellulare ha squillato a vuoto per tutta la giornata.

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