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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Politici ladri, coro di critiche a Davigo. Renzi invoca il rispetto reciproco con la magistratura. Beppe Grillo sta con l’Anm: «Parole sacrosante e condivisibili»

ROMA «Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli. Io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze». Dopo la bufera scatenata dalle dichiarazioni del neo presidente dell’Anm Piercamillo Davigo, Matteo Renzi interviene nel dibattito che ha innescato infuocate polemiche e chiede rispetto tra magistratura e politica. Il premier, insomma, evita di soffiare sul fuoco limitandosi ad evocare la necessità di una chiara ripartizione di compiti . Ma non solo. Renzi riconosce il lavoro svolto dalla magistratura ma rifiuta l’idea che i politici siano tutti corrotti. «Tutti i giorni leggo polemiche tra politici e magistrati. Un film già visto per troppi anni. Personalmente ammiro moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere. E anche i moltissimi politici che» puntualizza il premier «provano a fare altrettanto». Un invito a non alimentare le polemiche arriva invece dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «I risultati raggiunti con le riforme non sono un patrimonio che appartiene al governo , ma al paese, per questo dobbiamo evitare di travolgerlo tra le polemiche quotidiane». Quel che è certo è che per una volta la magistratura non si è mostrata compatta attorno all’Anm. «Mani Pulite ha fallito perché le manette da sole non bastano. La fiaba della magistratura tutta buona e della politica tutta cattiva è falsa» dice il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, in una intervista al Corriere della Sera . Sulla stessa linea anche Edmondo Bruti Liberati, ex procuratore capo di Milano, che in una intervista a Repubblica invita i giudici a non dare voti alla classe dirigente: «Non ci sono toghe buone contro l'Italia dei cattivi». Persino Luca Palamara, predecessore di Davigo alla guida dell'Anm, storce il naso: «Le generalizzazioni a me non piacciono». Ma a prendere le distanze dalle parole di Davigo sono anche gli esponenti della minoranza del Pd che, per una volta, si inseriscono nel solco tracciato da Renzi. «Sono d’acccordo con il gruppo dirigente del Pd. Credo sia giusto evitare in questo momento di appiccare fuochi e attivare polemiche» dice Gianni Cuperlo. «Magistratura e politica devono ascoltarsi, dialogare, non litigare» aggiunge Roberto Speranza. A intervenire a spada tratta a sostegno di Davigo è il leader M5s Beppe Grillo che in un post sul blog parla di «parole sacrosante e condivisibili da tutti i cittadini onesti». E Ancora. «Dalle sue parole è chiaro che il giudice non è contro il governo, è contro i corrotti. Se le cose coincidono la colpa non è di Davigo» affonda il leader dei 5 Stelle, che non perde occasione per attaccare Renzi. «Davigo è diventato lo spauracchio del governo dopo la sua intervista in cui attacca i corrotti e la corruzione. È una curiosa coincidenza. Il bimbominkia di Rignano, che forse non ha mai aperto un libro di storia, ha reagito con un originalissimo “Davigo chi?” ignorando il fatto che Davigo facesse parte del Pool Mani Pulite quando lui era noto solo per essere un boyscout che le sparava grosse».

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