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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso le amministrative - Berlusconi blinda Bertolaso: «A Roma unità impossibile». Vertice decisivo, l’ex Cav: fiducia in Guido è l’unico in grado di risollevare la Capitale. FI si spacca e va a vuoto l’ultimo tentativo di cambiare cavallo. Salvini: questione chiusa.

ROMA Berlusconi ha detto l’ultima parola: il candidato di Forza Italia a Roma sarà Guido Bertolaso. È una scelta che rientra nello stretto perimetro del Campidoglio ma che ora scava un solco profondo con gli alleati del centrodestra e rimette in discussione il futuro del centrodestra a Roma e anche a livello nazionale. Uno strappo difficile da ricomporre.
L’alternativa, sostenuta con forza da Gianni Letta e da una componente importante del partito era confluire su Alfio Marchini, che a questo punto va da solo contro tutti. Il candidato civico era la scelta iniziale del Cavaliere costretto però a tornare sui suoi passi per i veti incrociati di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini.
LA DECISIONE
Berlusconi ha deciso al termine di un lungo vertice iniziato venerdì pomeriggio, interrotto e poi continuato ieri. «Come abbiamo sempre affermato, noi abbiamo fatto del mantenimento della parola data la regola del nostro impegno politico - si legge nel comunicato diffuso dagli azzurri - per questo non possiamo accettare che gli accordi pubblicamente assunti vengano disattesi, men che meno per calcoli egoistici di partito».
SECONDA SCELTA
Bertolaso non si sente una seconda scelta. Ha tenuto duro, era disposto anche a correre in ticket con Marchini ma non con la Meloni. Anche se fino a ieri lo ha negato. «L’unico ticket è quello che acquisto per prendere la Metro», ha detto salendo su un vagone e partecipando ad una iniziativa organizzata da una associazione di disabili contro le barriere architettoniche. Perché non fa un passo indietro? «Non mi mollano, il problema è questo. Non sono io che non mollo, sono gli altri che non mi vogliono mollare». Per il Cavaliere, l’ex capo della Protezione civile resta «l’unico in grado di risollevare la capitale d'Italia dallo stato di degrado in cui si trova dopo anni di cattiva amministrazione».
Roma vissuta insomma come una emergenza. Schierando non a caso l’uomo che nel 2009 ha tentato di rimettere in piedi l’Abruzzo colpito dal terremoto. Roma come l’Aquila, insomma, «invitiamo i cittadini romani a scegliere il futuro sindaco di Roma non per simpatie e vicinanze politiche, ma avendo a cuore soltanto il loro concreto interesse».
SEGNALI DI GUERRA
«Per me la questione è chiusa», volta pagina Matteo Salvini, prima di un comizio elettorale a Varese. Giorgia Meloni invece, a chi le chiede perché il Cavaliere insista su Bertolaso, replica delusa: «Non lo so questo. Davvero non lo capisco più, chiedetelo a Berlusconi. Dico per certo che a Roma si arriva al ballottaggio in ogni caso. E una volta che si arriva al ballottaggio vediamo chi vince...». Una sfida all’Ok Corral. Segnali ulteriori che la spaccatura romana avrà ripercussioni ustionanti in ambito nazionale. Le alleanze già firmate sono solo parole scritte sulla sabbia.
LE PROSPETTIVE
Chi invece sorride è il candidato del Pd Roberto Giachetti, forse in questi giorni di tira e molla il tifoso più appassionato di Bertolaso. La frantumazione del centrodestra lo rimette in corsa, aumenta le sue chance di andare al ballottaggio. C’è poi una conseguenza minore, se vogliamo minima, ma che fa capire fino a che punto quella che sta andando in scena è, come qualcuno l’ha definita, la campagna elettorale più pazza del mondo: i candidati minori, quelli che correranno per il Campidoglio e per i 15 municipi che aspettano per stampare manifesti e santini per il timore di mandarli al macero. Non si sa mai ci sia un ulteriore ripensamento.

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