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Data: 26/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Un fiume di tassisti con licenze abusive quel singolare record tutto abruzzese. La legge ignorata sulle concessioni

L’AQUILA Gli ultimi sequestri ci sono stati qualche settimana fa ad Introdacqua, paese di neanche duemila anime che conta sette autorizzazioni Ncc, quelle cioè delle auto a noleggio con conducente. La Procura di Sulmona le ha sequestrate tutte, indagando oltre ai sette possessori, anche un funzionario del Comune per abuso d'ufficio. Ma i fronti aperti con processi già in corso, altri in fase di indagini, in Abruzzo sono decine, anzi centinaia. «La regione forse con più casi in tutta Italia - racconta Arturo Grasso, avvocato dell'Anar (associazione autonoleggiatori di Roma) - anzi il fenomeno di questo abusivismo è nato proprio ad opera di alcuni tassisti abruzzesi che abitavano e lavoravano a Roma, i quali non potendo lavorare oltre il turno taxi per i clienti affezionati (politici, vip, ecc.) e non volendo spendere qualche paio di decina di milioni di lire (all'epoca, ndr) per l'autorizzazione di Roma, pensarono l'escamotage di prenderne qualcuna al loro paese e di lavorarci a Roma».
ESCAMOTAGE
Un escamotage che ha fatto breccia nel mondo dell'abusivismo se sono reali le stime fatte dal Comune di Roma che a fronte delle circa 6.500 licenze in circolazione, ne registra solo mille del Comune capitolino. Un fiume di abusivi, insomma, che esercita il servizio taxi (soprattutto da e per gli aeroporti) senza avere requisiti e titoli giuridici: un danno ai regolari che ammonta a circa 400 milioni di euro l'anno. Il sistema è relativamente semplice: cooperative e singoli (spesso sempre gli stessi) ottengono da piccoli Comuni le licenze per esercitare, indicando rimesse (dove la legge dice che dovrebbero rientrare a fine di ogni corsa) fittizie e, a volte, pagando sotto banco mazzette a funzionari e politici. Di casi eclatanti, con tanto di arresti eccellenti, non sono mancati certo in Abruzzo: a Turrivalignani dei 16 indagati 6 finirono in carcere (tra cui l'ex sindaco), a San Vito Chietino la procura di Lanciano ha indagato 64 persone: solo per i Giochi del Mediterraneo nel 2009 furono emesse 35 licenze mai revocate. E ancora a Pacentro dove a disposizione delle mille anime del paese c'erano 25 licenze Ncc la cui rimessa era nell'ex mattatoio comunale: degli otto indagati (tra cui tutta la ex giunta) è rimasta a processo solo la segretaria comunale. Un caso che fece giurisprudenza fu poi quello di Francavilla a Mare: oltre 300 licenze rilasciate e teoricamente parcheggiate nello stadio comunale. E poi ancora Chieti dove da un anno l'Anar chiede inutilmente conto di 26 delle 39 licenze rilasciate e sulla carta parcheggiate in un capannone di via Mammarella o a Castel di Sangro dove l'associazione autonoleggiatori si è opposta alla richiesta di archiviazione fatta dalla procura, lamentando l'assenza di bandi e controlli reali sulle 17 licenze in essere.

La legge ignorata sulle concessioni.
L’AQUILA La normativa è abbastanza chiara e, seppur demandata ai singoli regolamenti comunali, la Regione ha indicato già dal 2012 i criteri che devono, o dovrebbero, regolare il rilascio delle licenze di noleggio con conducente (Ncc). Anzi in un'apposita circolare ha invitato i singoli Comuni a vigilare che le licenze rilasciate siano a servizio delle popolazioni locali e non illecitamente utilizzate per la concorrenza sleale in altra regione, ma tra i Comuni abruzzesi molti sembrano averla ignorata questa circolare. Il “pezzo di carta” vale d'altronde un bel po': circa 80mila euro per esercitare a Roma. Costo che in Abruzzo spesso si abbatte drasticamente e in alcuni casi finisce nelle tasche dei privati anziché in quelle pubbliche. La Regione comunque ha sancito un tetto alle licenze che dovrebbero essere rilasciate in proporzione al numero degli abitanti, alla distanza dal capoluogo di provincia con stazione ferroviaria, alle attività turistiche e commerciali. Ma soprattutto gli Ncc devono accedervi tramite apposito bando, risiedere nei Comuni dove è rilasciata la licenza e qui avere un garage che sia anche punto di prenotazione e dove gli autisti, previo un diario di bordo scritto, devono rientrare a fine del servizio. Ma in Abruzzo le cose non vanno proprio così.

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