Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.579



Data: 27/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Assalto al portavalori, terrore sull’A14. Il commando di almeno 5 uomini armati ha colpito alle 6,30 ma l’azione è fallita grazie all’intervento coordinato della polizia. I banditi hanno utilizzato una Giulietta e un Ducato rubati Poi la fuga nei campi, forse aiutati da complici. Traffico in tilt. «Ero al telefono, ho dato io l’allarme».

Spari e fiamme, ordigni e fumo. Scene da film sull’A14: la polizia stradale sventa una rapina a un portavalori che trasporta un milione e mezzo di euro. Sono le 6.30 di ieri mattina quando una banda composta da almeno cinque persone, tutte armate con pistole e fucili, assalta un furgone della società Aquila tra i caselli di Pescara sud e Chieti, all’altezza di San Giovanni Teatino. Per costringere i due vigilantes a fermarsi, i malviventi - a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta e un furgone Fiat Ducato - fanno fuoco e colpiscono il blindato. Sul mezzo partito da Ortona e diretto all’Aquila si sviluppa un principio di incendio perché il commando lancia un ordigno (forse una molotov) sotto il furgone: il cruscotto esplode, l’abitacolo si riempie di fumo. Il sistema di sicurezza anti-rapina si attiva immediatamente. Non si può escludere, ma la circostanza è da confermare, che a scagliare l’ordigno siano stati dei banditi già appostati dietro il guardrail. I malviventi, vestiti di nero, indossano cappucci e passamontagna: fanno scendere le guardie giurate, le tengono in ostaggio faccia a terra e rubano le pistole. Nel frattempo altri due componenti del commando, sempre armi in pugno, costringono un autotrasportatore di Atessa, Giuseppe Lusi, 50 anni, a mettersi di traverso sulla carreggiata con il suo tir. A quel punto, parte l’assalto al denaro: in due salgono sul tetto del furgone e iniziano a sventrare la carrozzeria con una mola.
L’ACCENTO MERIDIONALE
«Taglia, taglia» dice un bandito al complice. L’accento - come racconteranno i vigilantes - è meridionale, forse pugliese.
SPARI CONTRO LA POLIZIA
Ma l’intervento di una pattuglia della Polstrada di Vasto sud rovina il piano della gang. «Jammucenne», andiamocene, grida uno dei malviventi, quasi sicuramente campano. Al commando non resta che gettare sull’asfalto centinaia di chiodi a tre punte, abbandonare sul posto la Giulietta e darsi alla fuga con il furgone Ducato. In pochi minuti e i rapinatori vengono intercettati dalla Polstrada di Pescara nord, ma non hanno nessuna intenzione di arrendersi: dopo un breve inseguimento, sparano diversi colpi verso la pattuglia, fanno esplodere un ordigno incendiario e a piedi si danno alla fuga nelle campagne. Per farlo, passano da un varco aperto nella recinzione che divide l’autostrada dai terreni circostanti. La caccia all’uomo scatta subito in tutta l’area metropolitana e si alza in volo un elicottero della polizia. Ma i malviventi, che quasi sicuramente hanno preparato un piano B, riescono a far perdere le loro tracce, probabilmente contando anche sull’aiuto di altri complici che li attendono a bordo di auto “pulite”. Sul posto arrivano la polstrada di Chieti, la polizia autostradale, la squadra mobile di Chieti e la scientifica. Uno dei vigilantes rimane intossicato dal fumo e finisce in ospedale: verrà dimesso nel pomeriggio con pochi giorni di prognosi. Fortunatamente nessuno resta ferito. Dai primi accertamenti emerge che la Giulietta bianca (con la targa contraffatta) e il Ducato sono stati rubati, qualche giorno fa, a Roma: entrambi i mezzi, insieme al blindato, vengono sequestrati per effettuare ulteriori verifiche. I poliziotti individuano un foro sul blindato, mentre a terra rimangono almeno due bossoli. I fucili utilizzati per il blitz potrebbe essere dei kalashnikov. La rapina crea pesanti conseguenze per chi viaggia. Il tratto di autostrada resta chiuso per ore, poi viene riaperto su una sola corsia.

«Ero al telefono, ho dato io l’allarme». Il commando di almeno 5 uomini armati ha colpito alle 6,30 ma l’azione è fallita grazie all’intervento coordinato della polizia. I banditi hanno utilizzato una Giulietta e un Ducato rubati Poi la fuga nei campi, forse aiutati da complici. Traffico in tilt.

«È la seconda volta che mi succede». Sono passate più di tre ore dalla rapina e uno dei vigilantes minacciato dal commando si trova ancora sull’autostrada. Sotto il sole, assiste ai rilievi della polizia scientifica. È sotto choc e riesce a dire solo poche parole. Già nel 2007 il blindato sul quale viaggiava era stato preso di mira da un gruppo di rapinatori. Sull’assalto di ieri, svela solo un particolare: «La puzza di bruciato era forte», dice la guardia giurata di 45 anni prima di allontanarsi. Il suo collega, di nove anni più giovane, è stato invece trasportato in ospedale dal 118 per accertamenti. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco. Tra i testimoni della mattinata da far west c’è pure Giuseppe Lusi. Ha 50 anni, è un autotrasportatore di Atessa, lavora per la Sevel ed era diretto a Sulmona: «Quando i rapinatori mi hanno fermato - racconta - stavo parlando al telefono con un collega: gli ho detto di avvisare la polizia, ma poi ho dovuto subito abbassare perché in due si sono avvicinati al tir. Erano armati: uno aveva una pistola, l’altro un mitra e controllavano la strada. Indossavano giubbini gonfi, simili a quelli antiproiettile. Hanno voluto che mettessi di traverso il mezzo pesante e che consegnassi loro le chiavi. Senza scendere dal camion, mi hanno fatto mettere la testa giù per non guardarli». Giuseppe si è trovato di fronte uno scenario da guerra: «Mi tremano ancora le gambe - continua -. La Giulietta era ferma al centro della strada, mentre il furgone era affiancato al portavalori, dal quale usciva del fumo. Se le guardie giurate non fossero scese, sarebbero morte. La rapina sarà durata una decina di minuti. I rapinatori erano organizzati, ognuno sapeva bene cosa fare. Una volta sentite le sirene della polizia, i banditi, che parlavano con un accento pugliese, hanno iniziato a gettare i chiodi per terra e poi sono andati via. Le chiavi del mio Iveco le hanno buttate sull’asfalto, vicino alla Giulietta». L’auto dei rapinatori è rimasta bloccata a causa delle bande chiodate posizionate dagli stessi banditi. Anche Michele Laforgia, autotrasportatore di Andria, viene ascoltato dalla polizia. Lui è arrivato sul luogo dell’assalto quando i malviventi erano già in azione: «Lo spavento è stato forte anche se non sono stato minacciato - racconta -. Ho visto il tir di traverso e due persone incappucciate». Indagano la stradale di Chieti, al comando del dirigente Francesco Cipriano, sul posto con il responsabile della squadra di pg, Luca Di Paolo, la mobile diretta dal vice questore aggiunto Francesco Costantini e la sottosezione della polizia autostradale di Città Sant’Angelo con l’ispettore superiore Sabatino Pulcini, coordinata dal responsabile del Coa Raffaella Russo.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it