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Pescara, 25/07/2024
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Data: 28/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«Lo spopolamento? Tranquilli, c’è il Masterplan»

Gentile Direttore, iIl tema che lei pone sul declino demografico dell'Abruzzo è serio e proprio per questo non può essere liquidato in poche battute. In primo luogo occorre dire che il fenomeno della denatalità e dell'invecchiamento della popolazione è nazionale ed europeo, ed è legato al progresso civile e alla qualità della vita che migliora. Nel nostro Abruzzo si vive bene e quindi più che in altre regioni assistiamo ad un allungamento della vita media, di cui certo non possiamo lamentarci. Ciò pone tuttavia nuove problematiche. Gli anziani con più di 65 anni sono passati in Abruzzo da 211 mila nel 1991 a 284 mila nel 2011 e cresceranno ancora. La diminuzione delle nascite però fa sì che l'indice di vecchiaia, il rapporto tra numero di anziani con più di 80 anni e popolazione con meno di 15 anni, in Abruzzo sia passato dal 146,9% al 167,11% in 10 anni. Oggi per ogni 100 persone attive nel lavoro vi sono 53 inattive. Nell'arco di 20 anni ciò rischia di rendere insostenibile la nostra spesa sociale e sanitaria. Dobbiamo fare in modo, pertanto, che anche i nostri figli abbiano le stesse opportunità dei genitori e dei nonni. Occorre favorire la conciliazione tra lavoro e attività di cura, e nell'ambito delle competenze regionali intervenire sulle politiche di welfare. Su quest'ultimo aspetto, la Regione investirà di più sugli asili nido, lo scriveremo nel Patto per lo sviluppo, e nelll'assistenza domiciliare, che avrà un ruolo fondamentale nel Piano di riqualificazione sanitaria che stiamo discutendo con il Tavolo di monitoraggio. La risposta principale, però, è nello sviluppo e nella creazione di occasioni di lavoro. Il Masterplan ha esattamente questa finalità. Anzi, colgo l'occasione per ringraziarla per la precisione con cui ’Il Centro’ ha riportato le cifre e gli interventi contenuti: 1,5 miliardi complessivi nei prossimi 4 anni, di cui 753.400 dal Fondo coesione e sviluppo 2014-2020, con un impatto di almeno 400 milioni nel biennio 2016 - 2017, che serviranno a rilanciare la crescita, attraverso l'accelerazione degli investimenti pubblici: 609 milioni per le infrastrutture, 477 milioni per l'ambiente, 157 per lo sviluppo economico, 255 milioni per il turismo e la cultura. C'è nel Masterplan una particolare attenzione alle necessità di rimettere in connessione l'Abruzzo costiero con l’ interno, il cui spopolamento può essere arginato rimettendolo al centro delle dinamiche di sviluppo. Penso ad interventi come il completamento della Fondovalle Sangro, che sarà cantiere entro il 2016 e su cui investiamo 190 milioni, la velocizzazione del collegamento ferroviario Pescara-L'Aquila - 11 milioni - la Teramo mare - 85 milioni - la cui significatività è esattamente trasformare gli Abruzzi in Abruzzo . Il Masterplan sarà talmente chiaro e trasparente che quantificheremo con esattezza quante opportunità di lavoro stabile gli interventi del Masterplan e l'insieme della politiche che la Regione elencherà nel Patto per lo sviluppo e poi nel Documento economico-finanziario regionale saranno in condizione di generare. Il Masterplan, già approvato dalla Cabina di regia di Palazzo Chigi, sarà presto firmato e indicheremo con esattezza inequivoca responsabilità e tempi per la sua attuazione. Si aprirà per l'Abruzzo e per le sue classi dirigenti una stagione senza precedenti di lavoro che, sono certo, vedrà gli organi di informazione protagonisti nell'aiutarci a rendere conto ai cittadini di ogni progresso.

Luciano D'Alfonso, presidente Regione Abruzzo

D’Alfonso sa, perché ho avuto modo di dirglielo più volte di persona, quanto il sottoscritto sia scettico su paroloni tipo “Master Plan” e “Patto per lo sviluppo”, che in passato spesso hanno rappresentato solo cataloghi di sogni mai avverati. Aspettiamo e vediamo, meglio promettere poco e mantenere molto, piuttosto che il contrario, vista anche la nota difficoltà di far partire i grandi appalti pubblici. Trovo poi l’idea di trasformare gli Abruzzi in Abruzzo molto ambiziosa. Quasi irrealizzabile, direi.

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