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Data: 28/04/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pronte le prime buste arancione: così sarà la previdenza del futuro

ROMA L’invio della busta arancione con la simulazione della pensione futura da parte dell’Inps, non è passata inosservata. Anzi, ieri sui social media è diventato uno dei trend più discussi non senza qualche ironia. C’era, per esempio, l’utente che ha postato l’immagine della busta arancione che piegandosi compone la scritta «mai» quale data presumibile di pensionamento. Qualcun altro ha detto di aver ricevuto la busta arancione, ma era vuota. Oppure viene ripresa la battuta di Maurizio Crozza : «Grazie Tito Boeri non importava, lo sapevo che dovevo morire prima di andare in pensione». Anche il Ciaone del Dem Ernesto Carbone è stato riformulato in busta aran...ciaone.
Scherzi a parte, in queste ore 150 mila italiani sono alle prese con la missiva inviata dall’Inps. Ma la platea che l'Istituto ha l'obiettivo di raggiungere conta oggi circa 12 milioni di italiani, tutti contribuenti dellaprevidenzapubblica ancora senza Pin, la password necessaria per accedere al servizio online che già da tempo consente di fare simulazioni su assegno ed età di uscita. Tra i non digitalizzati una buona fetta è sotto i quaranta anni (42%), oltre cinque milioni, mentre un quarto è over50 (precisamente il 24%). Il fatto che ci siano tanti giovani tra gli sprovvisti di Pin Inps si spiega con il basso interesse all’assegno pensionistico da parte di chi è più lontano al suo raggiungimento, magari non solo per motivi di età ma anche per le difficoltà incontrate sul lavoro. I giovani sono però anche la categoria più vulnerabile, tra crisi e nuove regole, rischiano di avere gli importi e, soprattutto, le finestre d’uscita più penalizzati.
LA DISTRIBUZIONE
La distribuzione territoriale della platea dei potenziali destinatati della busta arancione invece riflette la mappa dell'occupazione: 54% al Nord, 24% al Centro e 23% al Sud. Non a caso nella lettera, firmata dal presidente dell'Inps Tito Boeri, ampio spazio, praticamente l’intera prima pagina, è dedicata a Spid, il sistema pubblico dell’identità digitale, nato per rimpiazzare tutti i diversi Pin finora esistenti. D’altra parte nella versione cartacea è visibile solo la simulazione standard, basata su un Pil e una retribuzione in crescita dell'1,5% e sull'assenza di periodi di disoccupazione o comunque mancato versamento di contributi. Per avere proiezioni su scenari migliori e peggiori, quindi un'informazione più ricca, bisogna necessariamente attivare il servizio via web. Molti per la prima volta, aprendo la missiva, scopriranno quando andranno in pensione su quanti soldi potranno contare rispetto alla loro ultima retribuzione. Alcuni casi concreti sono già rintracciabili. C’è, per esempio, il quarantenne iscritto alla gestione separata dell’Inps che passerà da una retribuzione lorda mensile di 1.732 euro, ad una pensione di vecchiaia, semper lorda, di circa 1.300 euro. Questo se andrà in pensione nel 2041, perché se volesse anticipare di un anno il pensonamento al 2040, dovrebbe accontentarsi di 1.104 euro.
C’è poi il commerciante, la cui presumibile data di ritiro dal lavoro è prevista per l’aprile del 2045. La stima della sua ultima retribuzione lorda è di 1.866 euro, ma uscirà con una pensione di 1.084 euro, il 58% del suo ultimo stipendio. Un po’ meglio va al lavoratore dipendente, da ta di pensionamento di vecchiaia 2046, ultima retribuzione 2.135 euro, pensione 1.818 euro.

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