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Pescara, 25/07/2024
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Data: 30/04/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le amministrative - Trifuoggi-Cialente, le prime schermaglie verso le comunali 2017. Il vicesindaco «Nessuno mi deve tirare per la giacchetta». Il primo cittadino «Non vedo spazio per le liste civiche»

L’AQUILA Chi ha paura di Nicola Trifuoggi? È questa la domanda che oggi bisognerebbe porsi rispetto alla decisione dell’attuale vicesindaco (e quindi in teoria ancora organico al centrosinistra che appoggia Massimo Cialente) di candidarsi il prossimo anno alla poltrona più prestigiosa della città. Trifuoggi da ex magistrato è stato lo spauracchio della politica abruzzese per almeno un lustro. Cialente, che stava per essere travolto anche lui dal clamore mediatico dell’inchiesta che coinvolse nel gennaio 2014 l’allora vicesindaco Roberto Riga chiamò l’ex pm al suo capezzale come “mallevadore” rispetto sia all’opinione pubblica che alla magistratura aquilana. Trifuoggi non è uno che si lascia manovrare facilmente e i bene informati dicono che se in giunta c’è un signornò quello è lui. Un ruolo che tutto sommato al sindaco Cialente è piaciuto anche a costo di dover ingoiare qualche rospo. Ma ora comincia a essere diverso. L’essersi lanciato con più di un anno di anticipo in una campagna elettorale che è ormai nei fatti, pone Trifuoggi al centro della scena politica cittadina. Il sindaco prima ha provato a metterlo in trappola con la storia delle Primarie del centrosinistra, ora tenta di smontarlo dicendo che se l’ex magistrato (75enne) pensa di affidarsi alle liste civiche non andrà da nessuna parte. Ma il problema in realtà non è questo e a palazzo Fibbioni lo sanno tutti. La verità è che Trifuoggi riempie un vuoto. Il centrosinistra è convinto di vincere nel 2017 a mani basse, sia se a candidarsi a sindaco sarà Giovanni Lolli – magari con uno scambio alla pari con Cialente nella giunta regionale – o qualcuno dei rampanti di belle speranze del Pd (Americo Di Benedetto o Pierpaolo Pietrucci). Nel centrodestra per ora c’è un vuoto sia di idee che di candidature e da quella parte non c’è nessuno, per ora, che possa far danno alla corazzata Pd. Ecco perché Trifuoggi sta diventando un problema serio per chi governa oggi L’Aquila. L’ex pm va in giro a dire che un’alternativa allo strapotere (o presunto tale) di Cialente e compagni è possibile. È per questo che c’è chi annuncia in maniera esplicita di appoggiarlo. Certo a oggi è difficile ipotizzare un Trifuoggi sindaco. Ma a volte, come noto, basta la paura.

IL VICESINDACO
«Nessuno mi deve tirare per la giacchetta»

Tutti la tirano per la giacchetta e la vorrebbero come il candidato perfetto, ma da quale parte sta il vicesindaco Trifuoggi? «Sta dalla parte della città dell’Aquila, e basta, da nessuna parte politica. Io sono convinto che debba essere amministrata da persone che vogliono bene a questa città, che siano disposte a impegnarsi, che siano cittadini specchiati, indipendentemente dalla loro provenienza ideologica o politica, perché qui non stiamo amministrando né lo Stato italiano, né l’Ue; si tratta di amministrare una città e per ottenere il suo benessere anche economico la ricetta è una sola: bisogna farla rinascere, e per farlo non si può che essere tutti d’accordo sui sistemi. Poi, magari, si potrà discutere sulle priorità, sui dettagli e le modalità. Ecco perché io ho detto: nessun accordo con formazioni politiche o partitiche. Questa città sta attraversando un momento di particolare difficoltà, a sette anni da un terremoto che si è sovrapposto a una crisi senza precedenti». Quindi è possibile immaginare un suo movimento? «Io ho pensato a delle liste civiche, anche se molti sono contrari, ritenendole la morte della politica. Probabilmente sì, ma non mi pare che la politica partitica sia viva, anzi è in crisi dappertutto, basti pensare all’emorragia dei votanti a ogni competizione elettorale. Significa che la gente è stanca di questi partiti». Lei si è detto leale con questa maggioranza, ma qual è il momento per lei di prendere una posizione diversa? «Guardi, io sto parlando di queste cose perché sono stato tirato per i capelli dalle dichiarazioni imprudenti, e che non ho sollecitato io e di cui ignoravo l’esistenza, del consigliere De Matteis. Ne parlo solo perché tutti mi chiedono che tipo di rapporti ho con lui. Ribadisco: non ho nessun tipo di rapporto con il movimento che De Matteis rappresenta e non lo avrò nemmeno dopo. Poi se De Matteis o altri, ammesso che io mi candidi, volessero darmi il loro voto personale, ben venga, ma niente di più. Qualcuno ha parlato di “regista” delle mie operazioni, ma io tutto sono stato fuorché un uomo di centrodestra. Io non ho registi, sono un politico totalmente autonomo. Certo, adesso mi sto impegnando in discorsi che poco si confanno alla mia veste di tecnico di questa giunta. Aspettiamo l’approvazione del bilancio comunale, perché io non voglio neanche considerare l’ipotesi dello scioglimento del consiglio comunale, che sarebbe letale per questa città. Un commissariamento significherebbe la fine di tante speranze, quindi io mi auguro che qualcuno metta riparo agli errori che sono stati sicuramente commessi nel non fornire a questa amministrazione le risorse sufficienti a fare fronte agli impegni amministrativi quotidiani. Aspettiamo l’approvazione del bilancio e, poi, prenderò le mie decisioni».

IL PRIMO CITTADINO
«Non vedo spazio per le liste civiche»

Sindaco, ritirerà le deleghe al suo vicesindaco Trifuoggi? «Nessuna ipotesi è più lontana dalla realtà. Non si possono dare notizie false ai cittadini, non possiamo ritirare deleghe a un uomo come Nicola Trifuoggi importante nel contesto della nostra amministrazione, un’idea alla quale non abbiamo mai pensato». Trifuoggi sinora ha risposto “picche” ai partiti che lo vorrebbero sindaco e parla di lista civica, siete agli antipodi in questo? «La mia idea politica è che non vedo spazio per giunte composte da liste civiche e nemmeno per il Movimento 5 stelle – che nascono dove ci sono state gravissime situazioni di tipo morale – in nessuna grande città. Non ne vedo la possibilità nemmeno all’Aquila, anche perché sarebbe disastroso gestire una situazione complessa come quella post-sisma al di fuori della responsabilità e dell’organizzazione che esprimono i partiti. I quali attuano, per loro struttura e natura, un controllo democratico costante, discutendo, confrontandosi. Io ho sempre avuto un confronto con il mio partito, e fui appoggiato anche da una lista civica, “Cattolici democratici”». Nemmeno se alla testa di una lista civica ci fosse Trifuoggi? «Io penso che non bisogna mai affidarsi a pochi ben illuminati. Le liste civiche hanno perso ovunque fuori dai partiti, tanto è vero che anche Alfio Marchini sta diventando espressione della destra moderata romana. Mai come adesso si sta cambiando modo di essere partito di centrosinistra, che all’Aquila è forte come organizzazione e ha risolto molti problemi. Chi pensa di uscire, finisce per mostrare il fianco. Il Paese sta tornando verso il bipolarismo, anche L’Aquila, dove io spero che Rifondazione decida di riconoscersi nell’alleanza di centrosinistra. lo stesso Italicum porta verso il bipolarismo. Le liste civiche possono anche funzionare, però solo per brevi periodi». Chi sarà il prossimo sindaco dell’Aquila? «Sarà una persona espressione del centrosinistra, come sarà il centro sinistra a guidare ancora a lungo Regione e governo nazionale. Ho molta fiducia nelle primarie, alle quali auspico che partecipino uomini di questa città e anche persone che non stanno nei partiti ma che comunque si riconoscano nel centrosinistra». Quindi, anche Trifuoggi? «Io glielo dissi già tempo fa che avrebbe potuto correre alle primarie, ma lui mi disse di non riconoscersi nel mio schieramento». Lui dice però di non essere mai stato di centrodestra. «Lui è molto più di centrosinistra di quanto crede e tra noi il rapporto è ottimo. Stasera (ieri per chi legge) abbiamo discusso insieme e dettagliatamente alcune delibere e la questione delicatissima del bilancio».

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