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Pescara, 25/07/2024
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Data: 01/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La Cgil contro il Comune «No al salasso della Tari». Il sindacato contesta l’aumento per gli alberghi che ospitano i profughi. Appello a Maragno: ritiri il provvedimento. Contrario pure il M5S: iniziativa inutile

MONTESILVANO Stangata Tari per gli albergatori che accolgono gli immigrati? Il sindaco torni sui suoi passi. È questo l’appello lanciato dalla Cgil di Pescara che stigmatizza la decisione del consiglio comunale di aumentare la Tari 2016 per le strutture che hanno aperto le loro porte ai profughi, ponendo una domanda: «A Montesilvano anche le tasse hanno un colore?». A bocciare la linea dura dell’amministrazione - che su proposta del consigliere Anthony Aliano ha deciso di aumentare la quota variabile Tari per tali strutture, paragonando le stesse a dei convitti – sono in particolare il segretario generale della Cgil Emilia Di Nicola e il responsabile dell’ufficio immigrazione della Cgil Patrick Goubadia secondo i quali la stangata approvata ha una sola logica: «Penalizzare gli italiani “colpevoli” di aprire le proprie porte a esseri umani alla ricerca di un futuro». Secondo la Cgil, la giunta avrebbe dovuto farsi carico della sistemazione dei migranti arrivati nel nostro territorio, invece di precipitarsi a sovrattassare chi accogliendoli l’ha sollevata da un problema. «L’aver accolto i migranti è di fatto un declassamento? Non ci sono positività per chi assolve a compiti richiesti dallo Stato?», chiedono gli esponenti del sindacato che parlano di «scelte politiche che rispondono a logiche discriminatorie e razziste e che si traducono in provvedimenti anti-economici e anti-storici. Anti-economici in quanto non saranno certo le risorse della Tari richieste agli albergatori a risollevare l'economia turistica di un territorio se non si costruisce una strategia complessiva di uscita dalla crisi e antistoriche perché solo l'accoglienza di cittadini e lavoratori di altri paesi del mondo può favorire il futuro complessivo del nostro Paese». Dopo la secca presa di posizione di Sel, dunque, anche la Cgil boccia la stangata che vedrà la percentuale variabile Tari di queste strutture passare da un’aliquota di 2,235 € al metro quadrato a 2,507. Semplificando, a parità di grandezza, un hotel tradizionale di 1.000 metri quadrati pagherà 4.801 euro mentre la struttura aperta agli immigrati dovrà sborsarne 5.386, con un aumento di circa il 12%. In particolare, a fare le spese della decisione dell’amministrazione saranno per ora solo l’Hotel Ariminum di via Maresca, che accoglie migranti da oltre due anni, e l’Excelsior di via Taro, dove grazie alla sinergia con la cooperativa Eta Beta di Roma, da qualche settimana trovano spazio una sessantina di stranieri. Il pugno di ferro dell’amministrazione, approvato a maggioranza, ha visto l’astensione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle e del Pd. A spiegare le ragioni dei grillini è il consigliere Cristhian Di Carlo: «Sentiamo il problema dell’accoglienza degli immigrati negli hotel», evidenzia, «e fummo i primi, infatti, nel febbraio del 2015 a presentare un’interrogazione consiliare per chiedere all’amministrazione di trovare soluzioni alternative che non penalizzassero il nostro turismo. Se in consiglio ci siamo astenuti, dunque, è solo perché siamo venuti a conoscenza dell’emendamento solo la mattina stessa e non abbiamo avuto modo di verificare l’aspetto giuridico, ossia la praticabilità dell’iniziativa. Noi siamo, quindi, contrari a quest’iniziativa che ovviamente vuole essere simbolica, dal momento che dal punto di vista economico non è poi così influente».

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