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Pescara, 25/07/2024
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Data: 04/05/2016
Testata giornalistica: Il Tempo
Corse ridotte, sprofonda RomaTpl. Il Campidoglio blocca il pagamento di 20 milioni al Consorzio

Servizio ridotto al 30% e una vertenza di cui non si vede la fine. Sta deflagrando in tutto il suo potenziale esplosivo la bomba a orologeria degli autobus di periferia, ben 104 linee gestite dal consorzio privato Roma Tpl Scarl che servono circa 1 milione di romani residenti nelle borgate. I lavoratori, circa 1.800 persone di cui il 90% autisti, non prendono lo stipendio da un mese e mezzo e, soprattutto, vengono da almeno due anni di tira e molla, ritardi, solidarietà e contributi non versati che hanno messo in crisi intere famiglie. Dopo il vertice in Prefettura terminato lunedì a tarda notte è arrivata la conferma che la Ragioneria Capitolina non autorizza il pagamento di una tranche di 20 milioni di euro al consorzio in virtù di un pignoramento di circa 12 milioni di euro che lo stesso ha subito dalla società produttrice di autobus, Breda Menarini. Tra l’altro, come indicano fonti sindacali, in virtù di questa istanza di pignoramento, l’assegno da 20 milioni non sarebbe sufficiente per pagare gli arretrati ai lavoratori. L’impressione è che la soluzione possa non arrivare a breve termine.
Ovvio che l’esito del tavolo in Prefettura abbia gettato nello sconforto i lavoratori. Il blocco totale delle corse, tuttavia, rischierebbe di costare denunce penali agli autisti, che già nel novembre scorso hanno sfiorato una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Tuttavia, circa il 70% dei lavoratori ha scelto di prendere dei permessi non retribuiti, mettendo comunque in grave difficoltà la situazione del trasporto pubblico nelle periferie. In queste ore, i disagi più gravi si avvertono nella zona di Monte Mario. Ma esiste anche un problema di comunicazione. Comprensibilmente, i cittadini comuni non distinguono Atac da Roma Tpl – molti bus del consorzio portano la scritta della municipalizzata sul fianco – generando così confusione e anche aggressioni ai lavoratori dell’azienda capitolina.
E ora? Le sigle sindacali lunedì sera hanno avanzato, quasi all’unanimità, la richiesta al Campidoglio di risolvere anticipatamente il contratto di servizio con Roma Tpl Scarl rispetto alla soluzione naturale del contratto (prevista per il 2018). Il consorzio, infatti, riceve 100 milioni di euro l’anno dal Comune di Roma – gara vinta con il 0,8% di ribasso – e, nonostante vanti almeno 80 milioni di euro di crediti, secondo i funzionari capitolini avrebbe ricevuto sempre puntualmente i Sal (affermazione disconosciuta dall’azienda). «Abbiamo chiesto un bando ponte per il subentro di aziende pubbliche come la stessa Atac, magari supportate dalle ditte sane del consorzio», afferma Paolo Ventura del sindacato Fast. Ma resta una decisione che il commissario straordinario, Francesco Paolo Tronca, difficilmente potrà prendere a 40 giorni dalla sua uscita dal Campidoglio. E la politica, che si è fiondata sulla vicenda, dimostra di avere le idee più confuse che chiare.

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