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Pescara, 25/07/2024
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Data: 05/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
La riforma delle pensioni - Pensioni, ecco l’Ape il premier dice sì all’uscita anticipata. L’ipotesi: via il bollo. Manovra in arrivo con la legge di Stabilità 2017. La tassa sull’auto compensata da maggiori accise. Allo studio meno aliquote Irpef

ROMA Consentire la pensione anticipata, ridurre le fasce dell’Irpef per abbassare la tassa sui redditi e abolire il bollo sull’auto. Sono tre dei punti intorno a cui ieri ha preso forma l’ormai consueto appuntamento settimanale “Matteo risponde”, in cui il premier Renzi interagisce con gli utenti di Twitter e Facebook. Tre punti, dal sapore di promesse elettorali, che corrispondono a tre ambiti di lavoro per il governo.
Il “Matteo risponde” prende il via su Twitter, dove qualcuno, con un po’ di anticipo, alle 17.58 chiede: «Che ne pensi della proposta di abolizione del bollo aumentando (ragionevolmente) le accise?». E Renzi alle 18.01 replica cinguettando: «Non è una cattiva idea», per poi precisare nel video su Facebook che «è un’idea intelligente perché (con un aumento delle accise) pagherebbe solo chi usa e consuma e quindi inquina». Da ricordare che il bollo auto frutta alle regioni un gettito stimato in quasi 6 miliardi di euro l’anno.
QUESTIONE IMPOSTEIl tema delle tasse è tra i più gettonati. In un primo momento, rispondendo a una domanda generica, Renzi sostiene di averle già ridotte: «Di abbassamento di tasse siamo esperti ma c’è ancora molto da fare». E poco dopo il premier aggiunge dettagli: «L’ideale sarebbe ridurre le cinque fasce Irpef. Troveremo il modo di avere quattrini su questo; spero che riusciremo a farlo». Sul tavolo del governo ci sarebbe già un piano che prevede l’eliminazione delle due aliquote del 38 e del 41% (redditi fino a 75mila euro annui), che scenderebbero al 27 per cento. «Seguite Ernesto Maria Ruffini, l’ad di Equitalia - ha poi buttato lì Renzi - perché ci saranno novità molto interessanti».
Fino a che non si arriva a toccare uno dei temi più spinosi del momento: la pensione. Il meccanismo di flessibilità allo studio, ha rivelato il premier, «si chiamerà Ape, ha già simbolo e logo, e ci sta lavorando Nannicini», sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Funzionerà così: «Con la legge di Stabilità del 2017, si potrà anticipare, con una decurtazione economica, l’ingresso in pensione solo per un certo periodo di tempo. Ci stiamo lavorando, ci confronteremo con i sindacati, i datori di lavoro, l’Unione europea. Il meccanismo va incontro a quelli nati nel '51-'53», per Renzi «i più sfigati», poiché penalizzati dall’aumento dell’età delle pensioni. «L’età pensionabile è alta rispetto al passato ma non rispetto alle aspettative di vita», ha inoltre osservato il premier. Quanto alla controversa questione dei vitalizi: «Sapete quale sarà il mio? Zero», ha precisato. «Apprendiamo la disponibilità del presidente del Consiglio ad aprire finalmente un confronto sulle modifiche alla legge pensionistica», ha commentato a caldo su Facebook la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
RICHIESTE E INVITIMa i temi toccati dalla quarta edizione del “Matteo risponde” sono molteplici: il premier si becca insulti («mi fai vomitare», a cui replica di «spengere» il pc per tutelare la salute dell’utente), inviti a eventi e compleanni, richieste di saluti («non siamo mica alla radio»). Non mancano le domande sull’attualità finanziaria, e in particolare sulla Banca Popolare di Vicenza, salvata dal fondo di sistema Atlante: «In passato sono stati fatti errori clamorosi, è poco spiegabile che non ci sia stata un’azione di responsabilità. Ma ora con la nuova gestione e Atlante è in grado di ripartire».
C’è spazio anche per parlare di cultura, e in particolare del bonus da 500 euro per i diciottenni, che è «in arrivo» e sarà stanzionato anche per il 2017. E ieri, tra gli emendamenti del governo al “decreto scuola” all’esame della commissione Cultura del Senato, è spuntata l’estensione del bonus ai diciottenni extracomunitari con permesso di soggiorno.

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Flessibilità di tre anni con il prestito e taglio dal 5% al 20% dell’assegnoManovra in arrivo con la legge di Stabilità 2017. La tassa sull’auto compensata da maggiori accise. Allo studio meno aliquote Irpef. IL PIANO
ROMA Ora c’è anche un nome, Ape, che sta per anticipo pensionistico. E persino, nello stile di Matteo Renzi, un logo. Con la prossima legge di Stabilità, quella che verrà presentata ad ottobre di quest’anno, il governo introdurrà un meccanismo di uscita flessibile dal lavoro. L’idea è quella di superare i rigidi meccanismi della legge Fornero sulle pensioni. Il progetto, per grandi linee, era stato anticipato dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Tommaso Nannicini, proprio sulle pagine delMessaggero. Ora iniziano ad esserci maggiori dettagli. Il meccanismo di uscita anticipata dal lavoro sarà basato sul «prestito pensionistico». Il funzionamento è molto semplice. Chi vuole lasciare prima del compimento dell’età di vecchiaia, ossia 66 anni e 7 mesi, potrà ottenere dalle banche un prestito mensile che sarà erogato dall’Inps, pari all’importo della futura pensione che, tuttavia, sarà decurtata della rata di rimborso dell’anticipo a valere su un piano di ammortamento di 18 anni.
I REQUISITIChi potrà accedere al prestito? Tutti i dipendenti pubblici e privati nati negli anni 1951, 1952 e 1953. Questo significa che l’uscita potrà essere anticipata da uno a tre anni. La decurtazione della pensione dipenderà da due fattori: il primo è la data di anticipo. Sarà ovviamente più bassa se si lascia un solo anno prima, più alta se si lascia tre anni prima. Ma sarà legata anche all’entità della pensione. Palazzo Chigi sta studiando un meccanismo progressivo per legare il taglio della pensione (necessario a rimborsare il prestito) all’entità dell’assegno. Delle ipotesi già sono in campo. Per gli assegni più bassi, quelli fino a tre volte il minimo, la decurtazione potrebbe essere circa il 2% per ogni anno di anticipo. Significa che per tre anni il taglio sarebbe del 5-6%. Per le pensioni più alte si arriverebbe anche al 5-6% per anno, con una riduzione dell’assegno in caso di anticipo di tre anni fino al 20%.
Chi ottiene il prestito pensionistico per anticipare la pensione, dovrà rimborsare attraverso le rate, soltanto il capitale ottenuto. Gli interessi saranno invece a carico dello Stato. Non è ancora chiaro se sarà direttamente l’Inps a rimborsarli, o ci sarà un meccanismo di detrazione fiscale. Lo Stato pagherà anche un’assicurazione per il caso di premorienza del pensionato che ha ottenuto il prestito.
IL TRATTAMENTO FISCALEC’è poi anche da capire quale dovrà essere l’eventuale trattamento fiscale del prestito pensionistico. In linea di principio, non potendosi qualificare come un reddito, dovrebbe essere esente dal pagamento delle tasse. Ma anche questo è un aspetto sul quale si sta ancora ragionando. C’è anche un altro punto delicato. L’entità della riduzione della pensione, rispetto all’uscita con l’età piena di vecchiaia, potrebbe essere incrementata dalla circostanza che per i tre anni in cui si riceverà l’assegno tramite il prestito, comunque non si verseranno contributi all’Inps. Tutto il sistema ha comunque un indubbio vantaggio per il governo, quello di costare poco. Sui conti pubblici graverebbero solo gli interessi dei prestiti e la copertura assicurativa. Secondo le prime stime si tratterebbe, a conti fatti, di un impegno di meno di un miliardo di euro.
A Palazzo Chigi stanno perfezionando, insieme al ministero del lavoro, un documento di sintesi con il progetto, che è già stato condiviso con l’Inps. Nelle prossime settimane sarà aperta anche una consultazione pubblica sulla proposta, alla quale potranno prendere parte i sindacati. E una interlocuzione dovrà essere avviata anche con l’Europa, da sempre vigile ogni qual volta l’Italia ventila la possibilità di mettere mano al sistema previdenziale, considerato uno dei più stabili e sicuri del vecchio continente.

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