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Pescara, 25/07/2024
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Data: 05/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Bancarotta, archiviata l’accusa a D’Amico. Stessa decisione del gip anche per Lunella Cerquoni: entrambi erano indagati come ex presidenti del Cirsu

TERAMO Il rettore Luciano D’Amico esce dall’inchiesa sul fallimento Sogesa, la società che gestiva il servizio di raccolta rifiuti per conto del Cirsu. Il gip Giovanni de Rensis ha accolto la richiesta della procura e ha archiviato le posizioni di D’Amico e di Lunella Cerquoni, entrambi indagati nelle loro vesti di ex presidenti del consorzio rifiuti. I due erano stati iscritti nel registro degli indagati dal pm Stefano Giovagnoni dopo l’esposto presentato nel 2014 dall’allora presidente del Cirsu Angelo Di Matteo sulle gestioni degli anni 2007-2010 ed in particolare sui rapporti con il socio privato e quindi la Deco. Le ipotesi di reato contestate erano la bancarotta, la truffa e l’abuso. Insieme a D’Amico e Cerquoni il pm aveva scritto altri sei nomi, tutti ex vertici del consorzio; per il momento dal fascicolo risultano stralciati solo i nomi di D’Amico e Cerquoni. Un’indagine complessa quella della procura con acquisizione di documenti e consulenze tecniche. L’attenzione di inquirenti e investigatori si è concentrata sul fallimento Sogesa con l’obiettivo di ricostruire i tanti, e complessi, passaggi che nel 2012 portarono al tracollo della società, l’ex braccio operativo del Cirsu che nel frattempo è anch’esso fallito. «Finalmente è stata fatta luce su una vicenda dolorosa», ha commentato D'Amico, «i numeri non sono modificabili da nessuna calunnia». Sulla stessa lunghezza d’onda Cerquoni: «Sono stati anni di reale sofferenza per accuse ingiuste e immeritate che non hanno comunque cancellato la soddisfazione di aver svolto grazie anche all'alta professionalità del professor D'Amico, un ottimo lavoro purtroppo vanificato da chi non ha saputo neppure dare corso alle autorizzazioni che avevamo ottenuto». Secondo l’avvocato Tommaso Navarra, che ha assistito entrambi, «ci sono state indagini complesse e scrupolose che hanno evidenziato la piena correttezza delle azioni dei miei assistiti. C’è da chiedersi perchè siano stati ingiustamente denunciati. Ma questo sarà oggetto di altri accertamenti». Nelle otto pagine di richiesta d’archiviazione il pm puntella la sua tesi con vari pronunciamenti della Suprema Corte e scrive: «Non sono emerse a carico degli indagati condotte che hanno determinato lo svuotamento del patrimonio Sogesa e conseguentemente il suo fallimento, potendosi al contrario affermare che durante il periodo della loro gestione Sogesa ha registrato un aumento del valore della produzione. Non risulta che la ricapitalizzazione di Sogesa sia stata iscritta nei bilanci di Cirsu attraverso artifici contabili riconducibili alle direttive impartite da Luciano D’Amico». In merito ai conferimenti di rifiuti fatti fuori dalla provincia teramana il pm scrive: «In ordine ai conferimenti dei rifiuti effettuati fuori dalla provincia di Teramo e comunque presso i siti riconducibili a Deco Spa si è accertato che, nell’arco temporale di riferimento rispetto alle posizioni degli indagati, le relative decisioni erano state dettate da esigenze oggettive derivanti dalla chiusura della discarica di servizio di Grasciano e della mancanza di disponibilità di altri siti collocati nella provincia di Teramo, al punto che la stessa Regione Abruzzo ha autorizzato il conferimento fuori provincia».

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