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Pescara, 25/07/2024
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Data: 06/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Teleponte in crisi, Pallante (Tv6) avvia l’operazione salvataggio. Trasmissioni oscurate, una procedura di sfratto in corso e personale senza stipendi sono i segnali dei problemi dell’azienda. L’editore molisano rileverebbe logo e canale, direttore torna Cori?

TERAMO Alle tante cose che ha perso negli ultimi anni Teramo aggiunge, in questi giorni, la possibilità di perdere la “sua” televisione. Teleponte, la storica emittente privata che resta la più seguita nel Teramano, è entrata in una crisi da cui sembra difficile possa uscire, anche se all’orizzonte si profila il salvataggio almeno del logo e del canale da parte di Quintino Pallante, l’editore molisano che ha di recente rilevato Tv6.
I SEGNALI. I segnali che la società editoriale condotta da Aldo Di Francesco (formalmente presidente onorario, di fatto il “dominus” di Teleponte) sia in forte difficoltà economica sono diversi. In questi giorni le trasmissioni di Teleponte sono invisibili sia sul canale 15 che su quelli provinciali (945-951). Se da editore e direzione le spiegazioni date sull’oscuramento rimandano a problemi tecnici dovuti a eventi disastrosi, quelle fornite dal personale sono molto diverse. Il “nero” che appare sul teleschermo sarebbe, nel caso del 15, riconducibile al fatto che la proprietà di Teleponte non ha pagato al provider, che è Tvq, il canone mensile. Quanto ai canali provinciali, ci sarebbe stato da parte dell’Enel un abbassamento della tensione ai ripetitori di Colle Izzone e Colle Morino dovuto a un mancato pagamento delle bollette. È recente anche la notifica a Teleponte di un provvedimento di sfratto per morosità da parte del Consorzio industriale, proprietario dei locali di via Gammarana dove ha sede l’emittente. La televisione ha comunque ottenuto una proroga fino a fine maggio per la zona della redazione e fino a metà giugno per quella dei tecnici. Si parla di una situazione difficile della società anche con l’Erario. Di certo c’è che un ex giornalista di Teleponte ha ricevuto una visita dall’Agenzia delle entrate, che gli chiedeva conto di 78mila euro che gli sarebbero stati pagati da Teleponte anni fa ma che lui ignorava di dover incassare e ovviamente non ha mai incassato. Quanto al personale, è previsto oggi un incontro sindacale alla presenza dell’amministratore di Fin Television Mario Schintu per la questione degli stipendi arretrati. Sia giornalisti che tecnici avanzano diverse mensilità. Quella di oggi potrebbe essere l’occasione, per la proprietà, di chiarire quale sarà il futuro di Teleponte. Se questo chiarimento non ci sarà, è facile prevedere un inasprimento della vertenza.
IL FUTURO. Che Teramo resti senza una tv locale è una possibilità in questo momento tanto concreta quanto terrificante, ma qualcuno si starebbe muovendo per scongiurarla. Le indiscrezioni dell’ambiente giornalistico parlano di una trattativa avviata tra Aldo Di Francesco e Quintino Pallante, editore di Telemolise e Tv6. Pallante, tuttavia, non rileverebbe le quote di Fin Television e men che meno i debiti di Teleponte. La sua intenzione sarebbe salvare il logo e il canale con una proprietà diversa. Nel mercato televisivo esistono le condizioni per fare un’operazione del genere e Pallante in questo mondo non è certo l’ultimo arrivato. È chiaro che l’imprenditore molisano poi rifonderebbe la tv completamente, con personale nuovo. Per la direzione si fa il nome di un grande ex, quel Walter Cori che ha diretto Teleponte per tanti anni, attualmente a capo dell’emittente della Val Vibrata Super J.
LA STORIA. Teleponte venne fondata nei primi anni 80 da Fernando Scarpelli e inizialmente aveva sede a Val Vomano. Nel luglio del ’97, dopo essere passata per due anni di autogestione, venne ceduta al gruppo Foodinvest della famiglia Malavolta, che detenne il 95% di Fin Television fino all’estate 2008, quando passò alla Ladis e a Di Francesco. All’epoca del passaggio di proprietà Walter Cori era il direttore e lo rimase fino al 2010. Poi si sono susseguiti vari direttori e amministratori e quella che sembrava una realtà solidissima, una colonna tra i media teramani, ha cominciato a sgretolarsi. Ora, forse, è il momento di una nuova svolta.

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