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Pescara, 25/07/2024
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Data: 07/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Padoan: «Sì a meno tasse ma i conti vanno difesi». Il ministro in frenata anche sull’anticipo al 2017 della riduzione delle aliquote fiscali

ROMA Conferma le intenzioni, ma smorza gli entusiasmi di chi sperava in una accelerazione dei tempi. Su argomenti sensibili quali tasse e tenuta dei conti pubblici Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, preferisce evitare di buttare il cuore oltre l’ostacolo. «La diminuzione della tasse è e rimane uno dei pilastri della politica del governo» assicura. Sul quando però non ci sono novità: «La tempistica è quella nota, non bisogna affrettare i tempi». Una frase che sembra smentire le voci su un possibile anticipo al prossimo anno della riduzione Irpef sui redditi medio bassi, magari attuando “lo scambio” con il taglio Ires già messo in calendario per il 2017 dall’ultima legge di Stabilità.
Il ministro non entra nei dettagli, né dell’una né dell’altra ipotesi. «Bisogna trovare gli spazi» si limita a dire. Ma un punto lo ribadisce con forza: «C’è un quadro generale di compatibilità dei conti che va difeso perché è un bene per l’Italia». A bocciare senza appello l’ipotesi circolata in queste ore di una riduzione di un punto delle due aliquote Irpef centrali (27% e 38%) ci pensa Enrico Zanetti, che oltre ad essere segretario politico di Scelta Civica è anche vice del ministro Padoan. «Una impalpabile sforbiciatina di un punto percentuale delle aliquote Irpef del 27 e 38 per cento è una proposta buona solo per buttare via 3 miliardi assai meglio utilizzabili» taglia corto Zanetti.
GLI ALTRI DOSSIER

Sul tavolo del governo, come ha ricordato l’altro giorno lo stesso Renzi, ci sono anche altri dossier di politica economica. Il più popolare resta il capitolo previdenziale con il progetto di introdurre una maggiore flessibilità in uscita. Su questo capitolo il ministro dell’Economia - intervistato a Radio Anch’io - si sbilancia un po’ di più: «Lo spazio per migliorare il sistema c’è» pur rimanendo nel solco del rispetto dei conti pubblici. E difficilmente in questo settore Bruxelles potrà mettere becco. Padoan non la dice proprio così, ma tiene a sottolineare che «il sistema pensionistico italiano è uno dei più stabili e sostenibili dell’Ue».
Non manca una replica a chi, come il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, punta il dito contro l’Italia. «L’Italia non ha niente da rimproverarsi. È uno dei Paesi che sta facendo più riforme strutturali e ha anche uno dei maggiori avanzi primari di bilancio pubblico. Stiamo crescendo e abbiamo conti pubblici sostenibili. Francamente non capisco queste critiche» dice Padoan. Il debito pubblico scende più lentamente del programmato? «Non dipende da noi» continua il ministro. «Noi siamo in regola, la nostra disciplina fiscale continua. Il rallentamento della discesa del debito pubblico dipende dalla mancanza di inflazione che impatta sulla crescita del Pil nominale. Ma c’è una crescita reale, i conti pubblici sono in regola e abbiamo uno dei più bassi deficit pubblici dell’Eurozona».

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