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Pescara, 25/07/2024
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Data: 10/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sgravi illegittimi per 100 mila lavoratori. L’Inps recupererà 600 milioni dalle verifiche sull’utilizzo irregolare degli sgravi in vigore dal 2015, la decontribuzione voluta dal governo Renzi in concomitanza con il Jobs Act: coinvolte 60mila aziende.

Accelerazione anche sul contrasto per il lavoro fittizio: in tre anni saranno identificati 50 mila finti dipendenti.

ROMA Più compliance, ovvero adeguamento spontaneo, e se possibile meno controlli diretti in azienda. La nuova strategia dell’Inps contro l’evasione contributiva ha una filosofia del tutto simile a quella a cui si ispira l’Agenzia delle Entrate nel contrasto all’evasione delle imposte. E secondo i vertici dell’istituto questa azione ha una particolare valenza sociale - oltre che puramente finanziaria - visto che ad esempio i mancati versamenti dei contributi vanno in molti casi a pregiudicare le future pensioni in particolare dei giovani. Il nuovo sistema di vigilanza documentale, che si basa sull’uso massiccio delle banche dati e sulla prevenzione dei comportamenti scorretti, è stato illustrato dal presidente Tito Boeri e da Gabriella Di Michele, direttore centrale Entrate. Nell’ambito di questa attività sono stati individuati 100 mila lavoratori che potrebbero aver utilizzato in modo illegittimo gli sgravi in vigore dal 2015, la decontribuzione voluta dal governo Renzi in concomitanza con il Jobs Act. La normativa pone una serie di vincoli alle aziende che volevano fruire dell’esonero contributivo totale (divenuto poi parziale da quest’anno): ad esempio il neoassunto non deve essere stato occupato nei sei mesi precedenti con un contratto a tempo indeterminato. Secondo l’Inps sono 60 mila le aziende coinvolte nelle irregolarità. Tutto ciò si dovrebbe trasformare in un beneficio per le casse dello Stato pari a circa 600 milioni nell’arco del triennio a cui si riferisce la misura di agevolazione (dunque fino al 2017): 100 milioni derivanti dal recupero dei contributi non versati, atri 500 di maggior gettito futuro per il venire meno dell’agevolazione. Questi risultati sono stati ottenuti incrociando i dati dell’istituto con quelli del ministero del Lavoro. In altre occasioni può risultare decisivo l’allineamento con le banche dati dell’Agenzia delle Entrate: è il caso ad esempio delle false compensazioni tra crediti fiscali e versamenti contributivi, grazie alle quali datori di lavoro disinvolti riescono a volte a sottrarsi ai propri doveri nei confronti dei dipendenti.
FRONTE CALDO
Un fronte a cui l’Inps sta dedicando una grande attenzione è quello del lavoro fittizio. Come nel caso delle false compensazioni, si tratta di vere e proprie frodi: sostanzialmente vengono create delle pseudo-imprese il cui unico obiettivo è percepire prestazioni sociali per lavoratori inesistenti. Nel biennio 2014-2015 l’istituto ne ha identificati 30 mila, per un totale di circa 700 presunte aziende. Per quest’anno l’aspettativa è di scovare altri 20 mila finti dipendenti distribuiti su 500 imprese. Complessivamente per il 2016 Di Michele ha indicato un possibile recupero di circa 850-900 milioni da queste attività: ai 600 milioni della decontribuzione si aggiungono i 160 relativi al lavoro fittizio, più altre voci minori. Ma anche le verifiche preventive richiedono personale, ha ricordato il presidente Boeri: l’Inps perde circa 100 dipendenti al mese e anche a causa dei vincoli alle assunzioni quelli che restano hanno ormai un’età media intorno ai 55 anni.

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