Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.579



Data: 11/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Mazzetta da 15mila euro arrestato il funzionario. Corruzione: incastrato Gaetano Imparato, capo dell’ufficio legale di Pescara. Tangente intascata a Roma per chiudere un occhio su evasione da 38 milioni

PESCARA Una busta di carta bianca con dentro 15 mila euro che passa da una mano all’altra e sparisce (per poco) in un giubbino. Una presunta tangente, consegnata in mezzo alla strada a Roma, per addomesticare i controlli del fisco, bloccare i pignoramenti e chiudere un contenzioso da 38 milioni di euro. «Io semino... io semino sempre, poi raccolgo quando si raccoglie», sono queste le parole di Giovanni Imparato, napoletano di origine e pescarese d’adozione, 56 anni, capo dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate a Pescara: da ieri, Imparato – sospeso dal 20 aprile scorso dopo una perquisizione nell’ufficio – è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Gli investigatori della guardia di finanza hanno ripreso il momento dello scambio di denaro: la mano che afferra velocemente la busta e la mette nel giubbino è proprio quella di Imparato; la mano che porge la busta è quella di Paolo La Valle, 53 anni di Formia, commercialista e consulente di una società immobiliare finita nel mirino dell’Agenzia delle Entrate per irregolarità fiscali. Anche La Valle, accusato di corruzione, è ai domiciliari. La società sotto accertamento è la Cros Città Mercato, un’azienda con sede legale a Pescara ma operativa a Formia per costruire un centro commerciale. Inchiesta sulla camorra. L’inchiesta su Imparato, un personaggio noto negli ambienti economici pescaresi e vice segretario nazionale del sindacato Confsal-Salfi, tra i più rappresentativi all’Agenzia delle Entrate, è nata per caso da un altro fascicolo: i finanzieri di Pescara, guidati dal comandante provinciale Francesco Mora e dal comandante del nucleo di polizia tributaria Michele Iadarola, hanno saputo dei presunti favori di Imparato indagando su un’altra rete di imprese probabilmente legate alla camorra. Per questo, l’indagine è in mano alla procura Antimafia dell’Aquila: il pm è David Mancini, mentre il gip che ha autorizzato i domiciliari per Imparato e La Valle a causa del «pericolo concreto di reiterazione di reati analoghi» è Guendalina Buccella. Pubblico ufficiale. Secondo l’accusa, Imparato, da pubblico ufficiale, si sarebbe speso per avvantaggiare il privato e l’avrebbe fatto con indicazioni, consigli e suggerimenti sulle strategie fiscali da adottare. E, soprattutto, scrivendo di propria mano i passaggi chiave di una memoria difensiva della società. Scontro da 38 milioni. Infatti, tra l’Agenzia delle Entrate e la Cros Città Mercato era nato un contenzioso milionario per evasione fiscale: poi, in primo grado, la Commissione tributaria provinciale ha bocciato il ricorso della società confermando la multa da 38 milioni. Dopo questa decisione e con i pignoramenti di Equitalia in arrivo, la questione sarebbe arrivata a Imparato: da capo dell’ufficio legale, avrebbe aiutato la società a trovare le pieghe per cambiare la decisione dei giudici contabili. E la sentenza di secondo grado, emessa dalla Commissione tributaria regionale, sembra parlare chiaro: sarebbe stata ribaltata la decisione della Commissione tributaria provinciale con l’annullamento della sanzione, ma si è ancora in attesa delle motivazioni della sentenza. Blitz a Roma. Per la finanza, il ribaltamento sarebbe merito di Imparato: andando a caccia di imprese affiliate alla camorra, è spuntato fuori il ruolo di Imparato, un pubblico ufficiale che, per la finanza, si sarebbe piegato al privato. Tenendo sotto controllo le sue telefonate, la finanza ha saputo di un viaggio a Roma: il 19 aprile scorso, Imparato è stato seguito fino a quando, all’uscita Tiburtina della metropolitana, ha incontrato La Valle. Un incontro in pieno giorno e in mezzo alla strada, ripreso dai finanzieri: lo scambio di una busta, che Imparato ripone nel giubbino, all’altezza del cuore, è palese. Subito dopo la consegna, è scattato il blitz: i finanzieri hanno fermato Imparato e gli hanno chiesto di mostrare la busta che aveva appena nascosto. Imparato non ha potuto fare altro che consegnare la busta con dentro tre pacchi di soldi da 5 mila euro l’uno con i post-it attaccati per indicare i tagli, da 50, 100 e 500 euro. Nell’immediatezza, il capo dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrato ha detto soltanto poche parole, ha provato a difendersi sostenendo la tesi di un fraintendimento, di un equivoco e poi ha detto: è un prestito. Poi, niente più: il funzionario è rimasto in silenzio. Assistito dall’avvocato di Termoli, Antonio Di Michele, Imparato sarà interrogato nel giro di pochi giorni. Le intercettazioni. Secondo la finanza, i 15 mila euro sono il prezzo della corruzione di Imparato: in un’intercettazione telefonica con La Valle, Imparato dice: «...dovrebbe pagare quella cartella... quella piccolina da 15... la paga perché ormai è scaduta». Un pagamento per pilotare a favore della società il contenzioso tributario allora pendente in Commissione tributaria regionale, cioè adottare una strategia processuale più favorevole alla Cros Città Mercato, nonché per remunerare i presunti altri favori resi da Imparato: secondo la finanza, il capo dell’ufficio legale si sarebbe speso per ottenere lo stop del pignoramento dei beni della società, già avviato da Equitalia. Infatti, proprio su iniziativa di Imparato, l’Agenzia delle Entrate ha adottato un recente «provvedimento di sospensione amministrativa» che ha interrotto il pignoramento. L’intercettazione prosegue: «Io ti ho dato, come dire, la notizia da brindare... perché diciamo al 100%».

Il funzionario al telefono: «Però c’è una cartella che scade. La devi pagare, quando sei pronto fammi sapere»
«Io semino e raccolgo. Mi spetta un milione ma puoi brindare»

PESCARA «Sai quanto vale questo scritto che ho fatto io? Sono 38 milioni, un milione a me mi spetta. Io semino... io semino sempre, poi, raccolgo quando si raccoglie». Il numero due dell’Agenzia delle Entrate di Pescara, Giovanni Imparato, 56 anni, sembra vantarsi con un’impiegata seduta con le mani incrociate davanti alla scrivania del suo ufficio. Parla a ruota libera Imparato, professionista di spicco dell’Agenzia delle Entrate da ieri agli arresti domiciliari per una presunta tangente da 15 mila euro scoperta dalla finanza. Imparato è stato reggente di Pescara, uno noto negli ambienti economici pescaresi e tra i commercialisti. E Imparato è anche vice segretario nazionale del sindacato Confsal-Salfi, uno con il potere di comminare sanzioni disciplinari ai sindacalisti e dipendenti infedeli. Dalle carte dell’inchiesta per corruzione, Imparato appare un personaggio spregiudicato: da sostenitore dell’accusa per irregolarità fiscali, in quanto capo dell’ufficio legale, diventa il difensore dei privati finiti nel mirino dell’Agenzia delle Entrate invertendo i ruoli. Un pubblico ufficiale, dice l’accusa, asservito ai privati violando i suoi doveri di efficienza, imparzialità e trasparenza. E il ritratto che emerge è quello di un funzionario influente, in grado di dare ordini e pilotare le decisioni che contano. Come quella di bloccare in un lampo i pignoramenti di Equitalia e annullare una sanzione da 38 milioni di euro tenendo in vita una società altrimenti condannata a morte. Parlando con il commercialista di Formia Paolo La Valle, 53 anni, l’altro arrestato per corruzione, dice: «... dovrebbe pagare quella cartella... quella piccolina da 15... la paga perché ormai è scaduta». Una frase che, per la finanza, non ha bisogno di interpretazioni. Anzi, secondo gli inquirenti, la conversazione potrebbe addirittura significare che ci sarebbero anche altre tangenti oltre a quella «piccolina da 15». La telefonata prosegue e sembra che Imparato abbia in mano le redini del gioco: «No, no, no, ma quale questa settimana... io ti ho dato, come dire, la notizia da brindare... perché diciamo al 100%... eh eh». Probabilmente, suppone la finanza, Imparato ha appena annunciato al consulente della Cros Città Mercato che è riuscito a bloccare i pignoramenti di Equitalia dopo la maxi sanzione. Una sospensiva in attesa dell’annullamento della multa: un’impresa, riflette Imparato forse scherzando con l’impiegata, che da sola vale un milione. «Sono 38 milioni, un milione a me mi spetta», dice il capo dell’ufficio legale. E quale sarebbe lo «scritto che ho fatto io»? Per la finanza, è stato lo stesso Imparato a scrivere parti della memoria difensiva della società sotto accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Un dialogo che porta all’incontro a Roma con lo scambio della bustarella da 15 mila euro: «Va bene ci siamo capiti, quelle cartelle sono purtroppo, sai, sono scadute e vanno avanti così... quando sei pronto me lo fai sapere». Il giorno dello scambio è il 19 aprile e sono tutti pronti, anche i finanzieri.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it