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Pescara, 25/07/2024
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Data: 14/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Doccia fredda sugli interinali di Attiva. Il ministero non dà speranze, i 70 precari del settore rifiuti non saranno riassunti. Resta in piedi solo la causa d’appello

PESCARA «Non siamo contenti. Ma se il ministero ritiene che la nostra controversia debba essere risolta in tribunale, saremo ben lieti di accontentarlo. Accontenteremo il dicastero e tutti i Ponzio Pilato che abbiamo conosciuto in quattro mesi». Rabbia e frustrazione, ieri, nelle parole del portavoce dell'associazione Interinali senza gloria, Manolo Da Silva, poco dopo aver appreso che l'interpello che il Comune di Pescara aveva sottoposto al ministero del Lavoro - nel quale si chiedeva un parere sulla vicenda relativa agli ex internali di Attiva - non avrà risposta. Una doccia fredda, per gli ex lavoratori dell'azienda che gestisce la nettezza urbana in città, una settantina circa, i quali, dopo anni di lavoro a tempo determinato, e rimasti ora senza lavoro, da più di quattro mesi hanno allestito un presidio di fronte al municipio, chiedendo una «soluzione conciliativa» che converta i vecchi contratti a tempo determinato, in contratti a tempo indeterminato. Un'ipotesi al momento congelata, in quanto, si legge nella risposta del ministero, «risulta pendente un contenzioso davanti alla Corte d'appello dell'Aquila, che ha peraltro fissato l'udienza di discussione il 7 luglio». Pertanto, conclude il ministero, «stante l'interessamento dell'autorità giudiziaria, non si ritiene opportuno procedere con l'interpello». Una decisione condivisa anche con il dipartimento della Funzione pubblica, che aveva sottolineato come fosse pendente un giudizio di fronte al giudice di secondo grado, dopo che nei mesi scorsi un lavoratore aveva ottenuto in primo grado la possibilità, poi appellata da Attiva, di convertire il rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. E se il ministero, dunque, ha deciso di non offrire un parere sulla domanda posta dal Comune, in attesa della sentenza della Corte d'appello, ieri il sindaco ha fatto sapere che in attesa di nuove assunzioni in Attiva, che avverranno attraverso selezioni a evidenza pubblica, chiederà al Cicas della Regione Abruzzo, il Comitato di intervento per le crisi aziendali, il prolungamento del periodo della cassa integrazione, sia per i lavoratori per i quali è già scaduta sia per coloro i quali scadrà nei prossimi mesi. La decisione del ministero, tuttavia, oltre che agli ex di Attiva, non è piaciuta neanche ai legali dei lavoratori. Per l'avvocato Fabio Di Paolo (l'altro legale è Carlo Alfani), si tratta di «un atteggiamento pilatesco. Sono rimasto sconcertato», ha aggiunto Di Paolo dopo aver saputo della notizia del mancato parere sull'interpello, da parte del ministero, «e sono rimasto incredulo nell'esaminare il provvedimento, che assume il carattere della beffa. Mi ha stupito», ha aggiunto il legale, «che dinnanzi alla formulazione di un quesito giuridico, che richiedeva una valutazione giuridica della questione prospettata, ci si sia trincerati dietro a ragioni di opportunità», ha osservato riferendosi alla decisione del ministero di attendere il verdetto della Corte d'appello. Ma la strategia dei legali è già delineata e verrà proposta stamattina agli ex di Attiva. Si tratta di una «diffida stragiudiziale», ha spiegato Di Paolo, che dovrà indurre il ministero a esprimere un parere oppure a motivare la decisione in caso contrario. Per Guerino Testa, capogruppo di Ncd in consiglio comunale, su tutta la vicenda «il Comune ha avuto un approccio totalmente inadeguato».

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