INFRASTRUTTURE

Appena 340 milioni su un fabbisogno complessivo di poco meno di 3,4 miliardi di euro. Una goccia nel mare. Sono le risorse attualmente disponibili per il raddoppio della linea Orte-Falconara, secondo quanto rivela l'ex parlamentare Eugenio Duca. All'indomani della visita nelle Marche del viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, che venerdì ha parlato di 2 miliardi di euro destinati al solo raddoppio nel tratto Fabriano-Foligno, arriva la doccia fredda. «Il programma di investimento di Rete ferroviaria italiana - afferma Duca- contiene tutti i progetti per il completamento del raddoppio della Orte-Falconara, tutti inclusi nell'Aggiornamento del Contratto di programma 2012-2016 tra Ministero delle Infrastrutture e Rfi. Il Programma prevede un onere complessivo di 3,4 miliardi, dei quali risultano disponibili 340 milioni. Sono in fase di realizzazione i tratti Castelplanio-Montecarotto e Spoleto-Campello. Per il resto, sono allo stadio di progetto definitivo il tratto Terni-Spoleto, con un costo di 572 milioni e una copertura di 11, allo stadio di progetto preliminare il tratto Fabriano-Foligno, per il quale vanno individuate le coperture al fabbisogno di 1,9 miliardi, e l'intervento Posto Movimento 228-Castelplanio, per il quale occorrono 573 milioni».
In sostanza, rivela Duca, mancano all'appello oltre 3 miliardi, a fronte di uno stanziamento, che risale alla fine degli anni ’90, di 340 milioni per realizzare le due tratte dove sono in corso i lavori. Quanto alla Fabriano-Foligno, il progetto preliminare è stato inviato al Mit nel 2003: completamento dei lavori, circa otto anni. «Ne sono trascorsi 13 - dice - e siamo ancora al progetto preliminare. Cinquant'anni fa da Ancona a Roma si impiegavano poco più di tre ore. Oggi idem. Ridurle a due è possibile e ragionevole. Si presenta oggi un'opportunità importante: il Ministero delle Infrastrutture, il 5 maggio, ha trasmesso alle Camere lo schema di aggiornamento per il 2015 al Contratto di programma. L'unica novità per la Orte-Falconara è il definanziamento di 6 milioni».