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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Lorenzin: «Il bonus bebè raddoppierà». Il ministro della Salute vuole dare 160 euro per il primo figlio, 240 per il secondo. Ma palazzo Chigi: «È solo una proposta»

ROMA «Se andiamo avanti con questo trend, senza riuscire a invertirlo, tra dieci anni cioè nel 2026 nel nostro Paese nasceranno meno di 350mila bambini all’anno, il 40% in meno del 2010. Un’apocalisse». A lanciare l’allarme è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che con un’intervista a Repubblica indica i bonus bebè come un modo, ma non l’unico, per affrontare quella che definisce «la vera emergenza italiana». L’idea è quella di dare più soldi alle famiglie che fanno figli: da 80 euro a 160 euro per il primo figlio, 240 euro per il secondo. Ma fonti di palazzo Chigi sottolineano come l’ipotesi del raddoppio del bonus bebé sia, allo stato, solo una delle proposte in campo. Prioritario, sostengono le stesse fonti, è uno sguardo complessivo sugli strumenti di welfare e non una o un’altra ipotesi che, al momento, restano tali. Oltre al rafforzamento del bonus bebè il governo starebbe valutando anche di aumentare le detrazioni fiscali a partire dal secondo figlio, arrivando anche all’ipotesi di allargare progressivamente la no tax area a seconda del numero dei figli. L’idea di base è quella di far convogliare tutte le norme e le politiche legate alla famiglia in un Testo Unico, da approvare entro l’anno. «Potenziare e rafforzare il bonus bebè rappresenta la direzione giusta e una misura-chiave per riavviare il motore delle nascite in Italia» spiega il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia, Enrico Costa (Ncd). «Non possiamo permettere» aggiunge il ministro «che il nostro diventi un Paese di coppie senza figli o di figli unici. Le coppie chiedono chiarezza sulle risorse su cui possono contare. Uno Stato amico delle famiglie garantisce delle certezze, con cifre e scadenze precise. La coperta è corta ma la famiglia è la priorità e le risorse vanno trovate». Il bonus bebè oggi e fino al 2017 è riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un Isee inferiore a 25 mila euro all’anno e a quelli che lo hanno più basso di 7mila. I primi ricevono 80 euro al mese per ogni figlio, i secondi 160. Lorenzin ha fatto due progetti, uno meno costoso per lo Stato e uno più impegnativo. Nel primo caso viene raddoppiata la quota mensile per il primo figlio, portandola cioè a 160 e a 320 a seconda della soglia di Isee. Dal secondo in poi l’aiuto non resta lo stesso, come avviene adesso: alle famiglie andranno rispettivamente 240 e 400 euro. Inoltre nel progetto del ministero c’è l’intenzione di allungare la validità della misura. Al momento il bonus è previsto per i bambini nati dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre del 2017, nel progetto Lorenzin la durata è portata fino al 2020. Il raddoppio del bonus bebè ci sarà? Nell’attesa di capirlo, i sindacati apprezzano le buone intenzioni del governo ma intimano un stop alla politica degli annunci. «Vediamo se e come questa proposta sarà attuata, e allora applaudiremo. Resta il fatto che la politica del bonus rientra nella logica dei provvedimenti tampone e della provvisorietà» dice il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Per la Cgil, invece, la chiave non è il bonus bebé ma gli investimenti nei servizi. «Sono oltre 900mila i bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra sei mesi e due anni, ad essere esclusi dagli asili nido» si legge in una nota del sindacato di corso d’Italia

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