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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/05/2016
Testata giornalistica: Mapero'
I nominati al Volto Santo di Lilli Mandara

risponde Luciano D’Alfonso al Centro (leggi l'articolo), in una polemica scoppiata qualche giorno fa. Insomma, nomine di peso, attribuite attraverso principi e selezioni rigorose, aggiunge il governatore dell’Abruzzo.

E così accade che alle Autolinee Cerella proprio in questi giorni sia stato nominato presidente Angelo Pollutri, ex sindaco di Cupello e attuale coordinatore della campagna elettorale del candidato sindaco del centro sinistra di Vasto Francesco Menna. Insomma, non hanno manco aspettato venti giorni, così giusto per salvare la faccia.

Molti amici, amici degli amici, e molti anziani, tanti pensionati, gente incollata a quelle poltrone da decenni. Le nomine dalfonsiane sono così. E non c’è solo il caso di Nicola Mattoscio, presidente Saga che per rimanere in sella alla Fondazione Pescarabruzzo che controlla da 24 anni, si è fatto nominare segretario generale con una presidentessa che ora, dopo due giorni, è stata cancellata con un bel tratto di penna persino dagli inviti. Che fa, tanto c’è lui. E guardate la brochure di questo convegno su Marcinelle: dell’avvocatessa Paola Damiani non c’è traccia, manco il saluto d’ordinanza, tanto per la Fondazione Pescarabruzzo c’è lui, Nicola Mattoscio. Ex presidente, segretario? No, semplicemente “Fondazione Pescarabruzzo”. Una soluzione alla Re Sole: “L’Etat c’est moi”.

Nell’era D’Alfonso, le nomine e i nomi si perpetuano di anno in anno di decennio in decennio. Come Mattoscio, Amicone, direttore Arta. Come Rocco Micucci, ex presidente Fira, diventato segretario generale con un posto creato apposta per lui. Ma quale rinnovamento. Una catena di intrecci e di nomine che si sovrappongono: il nuovo presidente della Fira, Alessandro Felizzi, commercialista del presidente, è anche il commercialista di Abruzzo sviluppo. Mentre il presidente di Abruzzo sviluppo Manuel De Monte è l’avvocato della Fira. Un girotondo nel magico mondo di Dalfy. E poi Moreno Di Pietrantonio, segretario cittadino del Pd pescarese, nominato nello staff come consigliere (nel senso che consiglia) delegato ai grandi eventi, doppione di Camillo D’Alessandro, anche lui delegato ai grandi eventi. Grati, ossequianti, sono parte integrante del codazzo governatorile. Ieri, molti di loro sono stati avvistati a Manoppello al Volto Santo, in occasione della festa del patrono. Non si sa se per raccomandarsi a lui o al Santo. (Nella foto qui sotto, in processione, si notano Micucci, con la fascia che gli compete come sindaco di Rapino e Di Pietrantonio, entrambi con occhialoni neri)

E i giovani sono pochissimi, molti messi lì a tenere in caldo le poltrone ad altri (Daniela Valenza, all’Ersi, sembra però che resterà perchè Angelo Di Paolo al quale era stato promesso il suo posto, si candiderà alla fine a sindaco di Canistro). E i quattro under-quaranta che D’Alfonso rivendica di aver messo nel suo staff (di 35 persone) è una magra consolazione. Senza contare le nomine nei cda: D’Alfonso cita la Maio (condannata per evasione fiscale e quindi costretta a dimettersi), Nathalie Dompè, la stessa Valenza: ma dei criteri seguiti per le nomine non c’è traccia da nessuna parte e se si va a fare la media con gli anni dei Mattoscio, Amicone, dei saggi della sanità nominati già nel 2014, dei Sutti e tutti gli altri, alla fine stiamo sempre alti.

Anche all’Ater di Lanciano, secondo il consigliere regionale e presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbbo, è stato nominato un pescarese amico di D’Alfonso: ma almeno è un dirigente regionale, Luigi Fusco. Peccato che in giunta non si sia presentato l’assessore competente Donato Di Matteo, in rotta di collisione col presidente che adesso minaccia di revocargli la nomina di Bruno Celupica. Insomma, uno strappo di quelli violenti. Senno’ perchè mai Dalfy si sarebbe approvato il decreto 34, quello con cui avoca a sé tutte le nomine?

Tra l’altro un decreto che l’ufficio legislativo della Regione considera illegittimo perchè contrasta con la legge 77 del 2009, quella con cui viene stabilito che gli incarichi di vertice .

Ps: Non sia mai detto: pensa a tutto lui. E’ o non è il presidente ghe pensi mi?

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