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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Canone Rai in bolletta. Stop esenzioni, si paga

ROMA L’ultima chiamata per tirarsi fuori è scaduta ieri. E dunque da oggi non c’è più modo di evitare di pagare due volte il canone Rai in bolletta (può capitare quando i due coniugi risultano, ad esempio, uno titolare dell’utenza elettrica e l’altro dell’abbonamento alla tv) o per non pagare affatto nel caso non si possieda un apparecchio adatto alla ricezione del segnale. Era necessario inviare una dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate per ottenere l’esenzione totale dall’imposta o per far valere il pagamento solo nell’abitazione principale. Se non si è fatto in tempo (e le associazioni dei consumatori già protestano reclamando una proroga) il canone Rai 2016 collegato all’utenza elettrica è una certezza. Il primo addebito scatterà dalla bolletta di luglio, nella quale si cumuleranno le precedenti 7 rate arretrate da 10 euro ognuna e il cittadino che possiede un apparecchio tv verserà un contributo totale di 100 euro all’anno. Soltanto per il 2016, si pagherà una prima rata di 70 euro sulla bolletta di luglio e i restanti 30 euro nei mesi successivi. Poi, dal 2017, si pagheranno 10 euro al mese, da gennaio a ottobre. Ma, considerato che le bollette sono quasi tutte bimestrali, per la maggior parte degli italiani il versamento equivale a 20 euro a bolletta per 5 bimestri. L’imposta televisiva non si versa per la seconda casa, in quanto il canone è dovuto una sola volta. E sono esclusi dal pagamento (a patto che abbiano comunicato i dati al fisco) anche coloro che guardano la tv via internet tramite computer (non essendo il pc un apparecchio adatto a ricevere il segnale audio e video) e i contribuenti di età pari o superiore a 75 anni con un reddito proprio e del coniuge che non supera complessivamente i 6.713,98 euro l’anno. La legge dovrebbe prevedere, entro il 2018, l’innalzamento della soglia di esenzione a 8 mila euro. Nel caso in cui i clienti decidano il pagamento della sola utenza elettrica, il gestore provvederà a inviare solleciti. Se entro l’anno solare successivo il canone non viene versato, sarà l’Agenzia delle Entrate a prendersi la briga di recuperare le somme evase, applicando sulla cifra da riscuotere eventuali sanzioni e interessi. Tuttavia, in nessun caso il mancato pagamento dell’imposta sulla Rai porterà al distacco della fornitura di energia elettrica. Molto più grave, ovviamente, la posizione di chi autocertifica il falso, dichiarando di non possedere un apparecchio tv in casa. Cosa si rischia? In linea teorica, fino a 2 anni di carcere per il reato di “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”: si tratta dell’articolo 483 del codice penale. Ma nella pratica, per stanare il sospetto evasore servirà un mandato firmato dal magistrato che autorizzi gli organi di polizia ad effettuare un accesso nell’abitazione privata. Un passaggio che la procura, per legge, dispone solo in caso di “gravi indizi di colpevolezza”. Indizi che spetta agli 007 fiscali raccogliere. Nella legge di Stabilità è scritto che l’amministrazione è tenuta “ad effettuare idonei controlli, anche a campione, in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive”. In che modo? Incrociando le banche dati di anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, gas e sistema idrico, ministero degli Interni, Comuni e “altri soggetti, pubblici o privati”. Il che vuol dire che Sky o Mediaset potrebbero essere costrette a rivelare all’autorità giudiziaria i nominativi dei propri clienti.

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