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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Retromarcia: si vota solo la domenica. Il governo cambia idea dopo l’annuncio di Alfano sul lunedì: seggi aperti un giorno sia alle Comunali che al referendum

ROMA L’annuncio arriva dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine di un consiglio dei ministri “lampo”: per le Comunali si voterà solo domenica 5 giugno (ballottaggi il 19) ed anche per il referendum costituzionale si voterà un solo giorno, come avviene in tutta Europa. Il governo dunque ci ripensa e non soltanto perché l’allungamento dell’apertura delle urne su due giornate avrebbe comportato un aumento dei costi. Alfano ha motivato il ritiro della sua proposta, che avrebbe dovuto favorire una maggiore affluenza alle urne, con le polemiche «pretestuose e strumentali» che sono state sollevate in questi giorni. «Avevo proposto» ha spiegato Alfano in consiglio dei ministri «l’estensione del voto sia al lunedì di questo turno amministrativo che a quello della consultazione referendaria, e ovviamente per tutte le elezioni a seguire, per andare incontro a una istanza che mi veniva rappresentata da più parti e cioè di ampliare la partecipazione al voto e ridurre i rischi di astensione dalle urne». «Esigenza che, tra l’altro» ha aggiunto il ministro «mi era stata rappresentata in prima battuta proprio da quei partiti di opposizione che, in questi giorni, ne hanno poi approfittato per attaccare il governo su presunte paure presenti e future. Di fronte a tante polemiche pretestuose e strumentali - sia riguardo i costi sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alla base di questa mia iniziativa - valuto opportuno lasciare le cose così come stanno». Il governo, insomma, non ha voluto dare alle opposizioni la possibilità di dire che i due giorni per le comunali e per il referendum servivano ad evitare il rischio di una sconfitta per l’esecutivo e i partiti della maggioranza. Quanto ai costi aggiuntivi il titolare del Viminale fa notare che la spesa in più per votare anche di lunedì non sarebbe stata di 120 milioni di euro ma di 5 milioni di euro per le amministrative e di circa 18 milioni per il referendum. E adesso a tirare un sospiro di sollievo è anche l’ex premier Enrico Letta, che introdusse il giorno unico per il voto e che in questi giorni aveva criticato l’ipotesi di allungare il voto anche al lunedì: «Alla fine ha prevalso il buon senso. E il rispetto delle regole. Meglio così». Ma ieri le polemiche hanno riguardato anche e soprattutto il referendum costituzionale. «Personalizzare lo scontro non è il mio obiettivo, ma quello del fronte del no che, comprensibilmente, sui contenuti si trova un po’ a disagio» scrive il premier nella sue e-news che gli offre l’opportunità di difendere le ragioni del sì al referendum ma anche di attaccare le opposizioni. «Ma davvero vogliono mantenere tutte queste poltrone? Questo bicameralismo che non volevano nemmeno i costituenti e che furono costretti ad accettare per effetto dei veti incrociati?» si chiede Renzi. Il primo commento arriva da Renato Brunetta: «Contrordine compagni. Renzi, che aveva per primo e unilateralmente personalizzato il referendum costituzionale, adesso accusa l’opposizione. Roba da trattamento sanitario obbligatorio. Deve avere proprio una folle paura di perdere». Ma critiche arrivano anche da sinistra. «Le accuse di Renzi fanno ridere. Il presidente del consiglio ha personalizzato questo appuntamento dal primo minuto dicendo che se perde se ne va a casa» attacca Nicola Fratoianni (Si).

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