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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lavoro, crollano le assunzioni stabili. Pesa la riduzione degli incentivi: nei primi tre mesi il saldo sui contratti a tempo indeterminato scivola del 77% annuo

ROMA I minori sgravi contributivi infliggono un duro colpo alle assunzioni del settore privato, che calano nel primo trimestre del 2016. Secondo l’Osservatorio sul precariato dell’Inps, da gennaio a marzo, hanno ottenuto un posto di lavoro 1,19 milioni di italiani (1.187.854 per la precisione), con una riduzione di 176 mila unità (-12,9%) rispetto allo stesso periodo del 2015.
A pesare è soprattutto la flessione delle assunzioni a tempo indeterminato, scese drasticamente del 33,4% da 486.469 a 324.098 unità. Guardando invece al saldo tra attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nel primo trimestre di quest’anno è stato pari a 51.087 unità, con un crollo del 77% dal dato di 224.929 dello stesso periodo del 2015.
A interpretare i numeri è lo stesso Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) in un comunicato: «Il calo è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015 in corrispondenza dell’introduzione degli incentivi legati all’esonero contributivo triennale». Il riferimento è al fatto che l’anno scorso, alle imprese che decidevano un’assunzione a tempo indeterminato, era concesso uno sgravio contributivo triennale con il limite di 8.060 euro annui. Quest’anno, invece, non soltanto lo sgravio è biennale ma è anche limitato al 40% dei contributi con un tetto di 3.250 euro l’anno. E per il 2017 la situazione dovrebbe ancora peggiorare, visto che si prevede un incentivo annuale intorno al 20% dei contributi.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, più volte ha rassicurato che il lavoro a tempo indeterminato dal 2018 costerà stabilmente meno rispetto a quello a termine. A riguardo, guardando ai dati dell’Inps riferiti al primo trimestre, le assunzioni a termine sono rimaste abbastanza stabili, facendo registrare un leggero calo da 827.765 a 814.025. Nessuna variazione, invece, per le assunzioni in apprendistato, che l’anno scorso erano state 49.681 e quest’anno sono state 49.731.
E poi ci sono i voucher, i buoni destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio che tanto stanno facendo discutere perché qualcuno teme se ne stia abusando: secondo i numeri dell’Inps, nel primo trimestre, ne sono stati venduti 31,5 milioni, con un incremento di quasi il 46% dallo stesso periodo del 2015.
LE REAZIONINon si sono fatte attendere le reazioni del mondo sindacale e anche politico. «Il drastico crollo dei contratti a tempo indeterminato - commenta il leader della Uil, Carmelo Barbagallo - è molto preoccupante. Il mercato del lavoro era drogato da un eccesso di decontribuzioni. Si potrebbe dire che sono stati quasi buttati al vento 18 miliardi. Come se non bastasse - aggiunge Barbagallo - prosegue anche il boom sconcertante dei voucher, divenuti ormai la vera frontiera della precarietà e, in alcune circostanze, lo strumento per coprire il lavoro nero o, addirittura, le morti bianche. E non basterà la tracciabilità a regolarizzarne l’uso». Sulla stessa linea il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti: «È stato sufficiente ridurre la decontribuzione a vantaggio delle assunzioni a tempo indeterminato, peraltro nella versione leggera a tutele crescenti, perché le imprese si orientassero verso forme di lavoro più precario, a iniziare dai voucher».
Mentre per il presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, «l’Inps fornisce dati parziali che confermano come l’azzeramento dei contributi abbia prodotto una fiammata di contratti permanenti ora destinata a ridimensionarsi. Urgono riduzioni strutturali degli oneri che pesano su tutti i contratti di lavoro».
Ieri in serata il premier Matteo Renzi ha bollato come «clamorose balle» quelle che «in tanti hanno scritto sul lavoro». «Il dato - haaggiunto Renzi - è che nel giro di due anni abbiamo recuperato 400 mila posti di lavoro. Potevamo fare di più, ma intanto abbiamo ridotto la caduta e ripreso la salita».

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