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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Taglio Irpef e aiuti alle famiglie Renzi: via Equitalia entro 2 anni. Il premier annuncia sgravi al ceto medio già a partire dalla prossima legge di Stabilità. Per i nuclei con figli obiettivo concentrare e rafforzare i diversi strumenti già esistenti

ROMA Più o meno undici miliardi da trovare per disinnescare gli aumenti dell’Iva e garantire, come richiesto dall’Unione europea, che non ci sia una «deviazione significativa» rispetto all’obiettivo del pareggio di bilancio. Per il governo, questa è la prima parte della lista delle cose da fare in vista di ottobre, quando sarà inviata in Parlamento la prossima legge di Stabilità. Si tratta già di un compito gravoso, perché risparmi di spesa e revisione selettiva delle agevolazioni fiscali sono terreni non facili per qualsiasi governo. Una mano arriverà di certo dalla riapertura della voluntary disclosure, ma non è escluso che l’esecutivo possa lasciare in piedi una parte degli incrementi Iva, il che del resto verrebbe incontro alle richieste europee di spostare la tassazione verso i consumi. Poi però c’è l’altro pezzo, ovvero le scelte di politica economica con cui il governo intende dare un’impronta alla manovra, che hanno anch’esse un costo. Come ad esempio un primo assaggio di riduzione dell’Irpef, oppure misure specifiche per la famiglia. Ne ha parlato direttamente il premier Renzi, spiegando l’intenzione di «andare di più nella direzione di dare una mano al ceto medio e alle famiglie». «Stiamo discutendo come, se attraverso le aliquote Irpef o un sistema fiscale diverso» ha aggiunto il presidente del Consiglio, chiarendo però che si tratta di «un’assoluta priorità»
DECISIONI DA PRENDERELe decisioni di dettaglio quindi devono essere ancora prese, come ha ricordato anche Pier Carlo Padoan. Le variabili di cui tenere conto sono politiche, con il referendum che si terrà nello stesso mese di ottobre, ma anche squisitamente economiche: bisognerà capire ad esempio se effettivamente - come prevede l’Istat - rientreranno le minacce di deflazione che oggi condizionano pesantemente lo scenario europeo. Uno dei principali nodi da sciogliere riguarda un tema classico di molte sessioni di bilancio: concentrare le riduzioni di imposta sulle imprese o sulle famiglie? In teoria, stavolta doveva essere tutto già stabilito, visto che la precedente legge di Stabilità fa scattare dal gennaio del 2017 la riduzione dal 27,5 al 24 per cento dell’aliquota Ires pagata dalle società. La riduzione di gettito è stimata in tre miliardi il primo anno e poi quattro l’anno a regime.
Il presidente del Consiglio però ha detto che invertire l’ordine dei fattori e quindi spostare le risorse in prima battuta verso i contribuenti Irpef è tutt’altro che un’eresia. Il punto è che con queste disponibilità il ritocco delle aliquote potrebbe essere limitato: per cui si rischierebbe di scontentare gli imprenditori senza dare un segnale davvero forte alla generalità dei contribuenti. Servirebbero allora margini di bilancio più ampi. In ogni caso l’idea è premiare coloro che sono rimasti fuori dall’operazione 80 euro, dunque il ceto medio con redditi al di sopra dei 25 mila euro l’anno. Parallelo al dossier Istat c’è quello degli aiuti alle famiglie: qui Palazzo Chigi ha fatto capire abbastanza chiaramente il proprio orientamento. Più che inventare nuovi bonus o raddoppiare quelli esistenti (ad esempio per la natalità) l’obiettivo è concentrare i diversi strumenti esistenti, che attualmente si disperdono in vari rivoli (detrazioni Irpef, assegni al nucleo familiare, assegni comunali e così Via) per rafforzare eventualmente l’intensità del sostegno. È già aperto anche il cantiere pensioni: nel modello basato sul prestito (con penalità differenziate per le diverse categorie di lavoratori) il grosso dell’onere sarebbe anticipato da banche e aziende, mentre a carico del governo andrebbero gli interessi ed eventuali interventi di garanzia.
IL RIASSETTOSempre dal premier è venuta un’indicazione sul futuro della macchina fiscale. Ripescando un tema caro alla propaganda grillina, Renzi ha detto che «Equitalia al 2018 non ci arriva» ed ha annunciato una riorganizzazione del sistema delle Agenzie. Il punto di arrivo è probabilmente un progetto già delineato alla fine della scorsa legislatura, che prevedeva di riportare la società Equitalia direttamente all’interno dell’Agenzia delle Entrate, suo azionista

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