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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Bilancio, il sindaco Cialente aspetta una lettera con 18 milioni. I fondi dovrebbero essere inseriti nel decreto Enti locali di fine giugno

L’AQUILA «Spero di poter chiudere a 18 milioni». Conto alla rovescia, per l’approvazione del bilancio di previsione del Comune, con il sindaco Massimo Cialente che aspetta una lettera ufficiale del governo, che attesti l’arrivo dei fondi e l’entità della somma. Si tratta di soldi che dovrebbero essere inseriti nel decreto Enti locali, che sarà varato entro la fine di giugno: nel frattempo, lunedì prossimo in prima convocazione e mercoledì 25 in seconda, l’assise comunale si appresta a varare un bilancio tecnico, definito dall’assessore Giovanni Cocciante «a zero» che poi andrà integrato. Tutto ruota intorno ai 18,9 milioni di euro conteggiati dall’ufficio speciale per la ricostruzione, a fronte degli iniziali 24 milioni, che l’amministrazione comunale ha da tempo richiesto al governo, per sopperire alle minori entrate e maggiori uscite derivate dal sisma del 2009. Cialente e la sua giunta sono arrivati a minacciare le dimissioni, per dare la sveglia a Roma. Dopo il colloquio con il premier Matteo Renzi e il sottosegretario Claudio De Vincenti, in occasione della firma del Masterplan per l’Abruzzo, il sindaco appare più fiducioso: «Il Paese è in un momento difficile, lo sappiamo. Chiaramente», sottolinea il primo cittadino, «ho detto sia a Renzi che a De Vincenti che noi aquilani, abbastanza orgogliosi, la nostra parte la stiamo facendo. Sono rimasti oggettivamente colpiti dal fatto che la Tari, con grande sacrificio, è stata aumentata del 20 per cento. Segno che noi non ci stiamo marciando, anzi. L’importante è che ci arrivi in tempo la comunicazione ufficiale sullo stanziamento di questi fondi, anche se dovremo fare a meno di 500mila euro al mese. Sotto i 18 milioni, però, non possiamo assolutamente andare». Intanto, in merito al Masterplan da un miliardo e mezzo e ai 77 interventi spalmati sul territorio regionale, interviene il segretario di Apindustria, Massimiliano Mari Fiamma: «La firma del Masterplan, tenutasi all’Aquila alla presenza del presidente del consiglio Matteo Renzi, è stata forse l’unico momento di considerazione per le aree interne che il governatore ci ha riservato. Per il resto tutto fumo. Nemmeno la grande e riconosciuta capacità oratoria di Luciano D’Alfonso è riuscita a mascherare il fatto che, a fronte di grandi opere sui porti di Pescara, Ortona e Vasto, della diga di Chiaunci incompiuta da 40 anni, il potenziamento dell’aeroporto di Pescara, il lotto finale della Teramo mare e altri vari interventi infrastrutturali di rilievo, per L’Aquila e provincia non c’è altro che aria fritta». Apindustria è pronta a fare la sua parte «approntando un dossier dettagliato da inviare al premier Renzi e al viceministro De Vincenti, sulla reale natura di un piano che, di fatto, renderà ancora più forte il divario, anche di ricchezza, tra la costa e l’entroterra abruzzese che, in controtendenza con i dati del centro-nord Italia, sta subendo un pesante spopolamento proprio in virtù della maldestra politica locale degli ultimi 30 anni». Ma intanto Mari Fiamma non risparmia critiche, sugli 11 milioni «per ridurre di solo mezz’ora il tempo di percorrenza della ferrovia Pescara-L’Aquila» e sulla “solita tiritera” della pista ciclabile, ritenuta una mirabile opera inutile». La vera novità per l’entroterra aquilano, secondo il segretario della piccola industria «sarà che la stessa Regione, attraverso l’Arap, gestirà tutti i depuratori delle aree industriali, organizzando tra amici la depurazione dei fiumi in una partita che, complessivamente, varrà 380 milioni di euro».

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