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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Spazzato via all’alba il mercatino dei senegalesi. Dieci mezzi blindati e 150 agenti per smantellare il bazar, ambulanti in lacrime. Gli ambulanti: saremmo andati via da soli in un altro posto, perché cacciarci ora? Alessandrini: tra un mese pronti gli spazi alla stazione

PESCARA Sapevano che sarebbero arrivati nella notte e li hanno attesi lì per ore. Verso le 4.15, quando si sono presentati circa 150 uomini in divisa e con 10 blindati, i senegalesi che per vent’anni hanno mantenuto in piedi il mercatino dell’area di risulta hanno accennato una timidissima reazione, senza ricorrere alla violenza, limitandosi a contestare l’operazione. Sono stati allontanati in un batter d’occhio. E subito ha preso il via l’intervento di controllo e poi smantellamento dell'enorme bazar abusivo, spazzando via ogni cosa, dalle bancarelle agli ombrelloni passando per una parte della merce (contraffatta) abbandonata lì con tutto ciò che ha accompagnato la vita degli ambulanti nell’area di risulta, un po’ la loro casa, e quindi tv (con tanto di parabola), frigo, piastra per cucinare, carrozzini per bambini, biciclette e un camerino artigianale. E’ come se sul lato monti di questa enorme distesa di asfalto fosse passato un tornado: il personale di una ditta incaricata dal Comune e quello della società Attiva si sono occupati di smontare tutto, differenziare i rifiuti e portare via ogni cosa, consegnando a un deposito i banchi (circa 150) e gli ombrelloni che possono essere riutilizzati. E prima che si concludesse il tutto sono state necessarie ore, con un certo caos per il traffico che ruotava attorno alla stazione. E’ cominciato tutto quando era ancora buio e si sono presentati in massa polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale e corpo forestale, con i reparti celere arrivati da Bari, Napoli e Senigallia, che hanno creato una doppia cintura attorno alla zona interessata al blitz. I senegalesi erano pronti, aspettavano quel momento da ore, e hanno provato a dire la loro, a far passare le loro ragioni, ma sono stati ignorati, qualcuno degli stessi ambulanti ha bloccato i più riottosi, mentre le donne piangevano. La bonifica è partita subito, per capire che tipo di materiale venisse conservato tra i banchi, e sono stati trovati, tra l’altro, dei marchi contraffatti da sistemare sui capi e un bel po’ di limoni, che potrebbero essere finiti lì con l’intenzione di fronteggiare l’eventuale uso di fumogeni. Nel momento in cui è spuntato il sole sono entrati in azione la ruspa, i “ragni” e i camion ed è partito lo smantellamento vero e proprio del mercatino, atteso e temuto dal primo agosto dell’anno scorso, quando il sindaco Marco Alessandrini ha ordinato la bonifica. All’epoca il blitz è stato bloccato dalla politica, con l’impegno dei senegalesi che sarebbero state rimosse tutte le situazioni di abusivismo e illegalità, mentre ieri non c’è stato molto da fare per bloccare tutto. Si chiude un capitolo aperto dai primi anni 2000, quando il mercatino ha lasciato la zona davanti alla stazione ferroviaria (guardando corso Umberto), e si è spostato sotto al rilevato ferroviario, dove sono riemersi ieri mattina i vecchi segni degli spazi destinati a ciascun ambulante, disegnati a terra quando è stata asfaltata l'area di risulta. Era lì, quindi, che dovevano stare. Ma in realtà, come emerso da una relazione del 2010 della polizia ferroviaria, quell’area sarebbe stata occupata a lungo senza alcun assenso di Rfi (proprietaria), e solo ad aprile del 2010 il terreno sarebbe stato ceduto in comodato al Comune. Da allora non si è mosso nulla, e i controlli della Polfer e della municipale sono andati avanti, registrando irregolarità, dalla merce contraffatta al degrado alla mancanza di sicurezza per la presenza di bombole del gas e allacci di fortuna dell'energia elettrica. Nel 2015 l'ultimo campanello di allarme, con nuove segnalazioni di irregolarità, e si è arrivati all'ordinanza di bonifica, sospesa poche ore prima dell'esecuzione. Ieri è stata scritta la parola fine.


Il sindaco incontra la comunità senegalese e rassicura sul trasloco imminente
Gli ambulanti: saremmo andati via da soli in un altro posto, perché cacciarci ora?
Alessandrini: tra un mese pronti gli spazi alla stazione

PESCARA «L'operazione di sgombero delle aree di risulta nasce da pressanti sollecitazioni che da mesi ricevo da parte del Comitato dell'ordine e sicurezza pubblica presieduto dal prefetto di Pescara e in cui siedono i massimi rappresentanti degli organi di giustizia e sicurezza del territorio. In quella sede mi sono state rappresentate indicazioni precise e perentorie di intervento sull'area, da tempo oggetto di complesse indagini riguardanti reati di chiara gravità». Così il sindaco Marco Alessandrini risponde a chi gli chiede «perché ora», e con un simile e costoso spiegamento di forze, sgomberare il mercatino dei senegalesi dal rilevato ferroviario, visto che lui stesso assicura che tra un mese sarà pronto il nuovo spazio destinato alle bancarelle – parte del sottopasso ferroviario che sbuca su via Ferrari – da una delibera di giunta con tanto di finanziamento regionale (98mila euro) per l’attuazione del progetto di riqualificazione dell’area. Insomma «non si poteva aspettare oltre». Il sindaco lo spiega anche alla nutrita rappresentanza di ambulanti del Senegal ricevuta ieri mattina in municipio. Luna Mbaye, dell’Associazione lavoratori immigrati senegalesi Alis, è «fiducioso» e tenta di trasmettere questa sua fiducia in quanto assicurato dalle istituzione «di questa bella città di cui mi sento ormai parte», ad un centinaio di compaesani arrivati tutti insieme sotto al palazzo comunale, circondati da camionette della polizia e agenti schierati. «Noi siamo un popolo pacifico», osserva Luna, «bastava dirci “rivogliamo questo spazio” e noi andavamo via, ancor più se ce n’è uno migliore in cui stare. Siamo rispettosi delle regole, ora ci hanno detto che fra 30 giorni ci sarà il mercato etnico, non so come sopravviveremo in questo mese, ma ci dobbiamo credere». Più d’uno tra la folla che lo ascolta avanza dubbi. Altri parlano con gli operai del presidio fisso dei precari di Attiva davanti al Comune, che di promesse ne sanno qualcosa e non li rassicurano. Poi la parola la prende Patrick Guobadia, presidente dell’Alis, che, rigorosamente in lingua italiana, dice: «Non ci avevano mandato via ad agosto e noi abbiamo creduto a quello che ci dicevano, che avrebbero trovato uno spazio giusto e pulito. È passato quasi un anno Ora ci dicono che sarà pronto tra 30 giorni, noi intanto abbiamo famiglie da sfamare, ma diamo loro fiducia, però verremo qui ogni 3 giorni a controllare che si lavori nella giusta direzione. Altrimenti abbiamo un piano B». Quale sia non lo rivela, ma il fatto che esista piace ai più, applauso. Poi la parola la prendono donne bellissime e arrabbiatissime che arringano però in lingua senegalese. Il sindaco ci tiene a sottolineare l’intento di ripristinare la legalità nell’ottica dell’accoglienza: «Ringrazio la comunità senegalese per il senso di responsabilità mostrato durante le operazioni di sgombero, e le forze dell'ordine che si sono mosse in coerenza con le mie sollecitazioni ad operare con ogni prudenza», premette. E aggiunge: «Il rispetto della legalità fa parte della mia storia personale e politica, ho la certezza che appartenga anche alla nostra città e me ne faccio interprete. Come di Pescara è proprio il senso dell'accoglienza, e in nome della piena integrazione ci stiamo muovendo, aprendo ai commercianti in regola del cosiddetto mercato etnico, la possibilità di operare da subito nel territorio commerciale della città e mettendo a disposizione di tutti uno sportello al fine di regolarizzare quelli che ne hanno interesse, proprio perché fosse assicurata la continuità lavorativa. Il nuovo mercato etnico e dell'integrazione sarà pronto non appena definita la procedura amministrativa necessaria messa in cammino mesi fa. Tale percorso», spiega, «avrà tempi serrati: arriverà dai vigili del fuoco il placet sul progetto per la sicurezza e il vice sindaco Enzo Del Vecchio sarà subito dopo ad Ancona alla Rfi perché arrivi anche il loro via libera. Ma voglio sottolineare che a tutti gli ambulanti in regola sarà assicurato un posto nei mercati della città».

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