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Pescara, 23/07/2024
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Data: 03/08/2007
Testata giornalistica: Il Centro
Welfare. Anche la Cgil firma, con riserva. Bonanni invita l'Udc a sostenere il provvedimento Rifondazione avverte: senza di noi non ci sono i numeri

ROMA. La Cgil firma il protocollo d'intesa sulle pensioni e il mercato del lavoro, ma mantiene le sue riserve e sul metodo e sul merito di alcune scelte. Il via libera rassicura il governo e gli altri sindacati, con la Cisl che si fa avanti in un'operazione tutta politica. Raffaele Bonanni incontra, alla Cisl, il leader dell'Udc Pierferdinando Casini e gli chiede di sostenere in Parlamento le misure del protocollo. Casini risponde positivamente: «Auspico che l'opposizione in Parlamento non faccia solo da spettatrice...»
Tanto basta perché la sinistra del centrosinistra drizzi le orecchie: «Spero che il governo non intenda cogliere l'apertura di Casini sul welfare come un'opportunità di aggirare la mediazione con le forze politiche che non sono d'accordo con diversi punti del protocollo», dice Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato. E, tanto per mettere le cose in chiaro, aggiunge: «In Senato non ci sono i numeri, anche con i voti dell'Udc, se mancano quelli della sinistra».
Il «sì» della Cgil lo annuncia Guglielmo Epifani in una lettera inviata al presidente del Consiglio in risposta a una di Romano Prodi che diceva in sostanza: «Il protocollo si firma accettandolo tutto». La Cgil firma, ma mantiene fermo il suo diritto a dissentire. Tutte positive le reazioni, sia da parte del governo, che da parte di Cisl e Uil. Dissensi interni alla Cgil da parte della Fiom che conferma il no all'intesa e chiede il referendum dei lavoratori.
«Confermo che la Cgil sottoscrive il protocollo su "Previdenza, lavoro e competitività" - scrive Epifani a Prodi - e ti prego di considerare questa lettera come firma formale al testo in questione». Poi però arrivano i distinguo. Se su aumento delle pensioni e del reddito dei pensionati, sugli ammortizzatori sociali, sulla revisione dello scalone e sugli interventi sui giovani il protocollo fa scelte di cui «la Cgil riconosce il valore», dice ancora la lettera, «su alcuni aspetti specifici, ma rilevanti delle politiche del lavoro compie scelte inadeguate e contraddittorie».
L'affondo di Epifani riguarda metodo e merito. Sul metodo il segretario della Cgil contesta proprio quello che Prodi, in una lettera in cui invitava il sindacato a sottoscrivere il protocollo, metteva come punto a suo favore: l'essere tutto frutto di una sua sintesi. «Mantengo le riserve di metodo - dice Epifani - quelle che trovano riscontro nella tua risposta dove affermi esserci stata "una autonoma sintesi". Proprio questo è il punto non risolto: le soluzuioni vanno condivise».
Poi c'è il merito. I punti che alla Cgil non vanno giù sono il riordino della previdenza agricola, «sul quale era stato raggiunto l'accordo e poi è stato tolto dal protocollo senza alcuna ragione». Poi c'è la questione dello «staff leasing», ovvero la possibilità di prendere lavoratori in affitto, che invece c'è ancora mentre il governo si era impegnato a cancellarlo. C'è la questione dei contratti a termine rinnovabili e c'è, infine, la decontribuzione degli straordinari «che rende lo straordinario meno costoso dell'ora di lavoro ordinaria».

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