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Pescara, 25/07/2024
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Data: 20/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La Regione (ri)chiama Jadrolinija sulla rotta Pescara-Spalato. La società di navigazione croata chiede tempi celeri e 6 metri di fondale. D’Alfonso: «Si può fare, e sentirò anche Snav»

PESCARA Ci sono le banchine desolatamente vuote, le attrezzature e le infrastrutture di servizio rovinatamente ferme, un rimorchiatore a disposizione, una sola nave cisterna (sempre la stessa) che vi approda. Poco, troppo poco per un porto di una città che vuole elevarsi fin dai tempi antichi, come ricorda il comandante della Capitaneria Enrico Moretti, a “porta d’Abruzzo”. E allora perché non evocare il romantico ritorno di una nave-traghetto come la ex Tiziano tra Pescara e Spalato? Il primo passo in questa direzione è stata fatto dal governatore Luciano D’Alfonso che ha invitato i vertici della Jadrolinija – la compagnia di navigazione croata che acquistò la Tiziano ribattenzandola Ivan Zaijc – a vedere che cosa noi possiamo offrire per riattivare il collegamento e sentire che cosa loro chiedono affinché l’operazione vada in porto. Certo, non più con la ex Tiziano, che nel frattempo è finita in qualche bacino di demolizione in Africa, ma con un traghetto più moderno auto+passeggeri che possa magari restare tutto l’anno. Il sopralluogo si è subito focalizzato sul problema di sempre: il dragaggio. L'amministratore delegato della compagnia di navigazione, Alan Kjanac, dice che c’è bisogno di un fondale di almeno 6 metri nell’area del porto commerciale. Vorrebbe dire scavare 100mila metri cubi, per una spesa stimata di circa un milione di euro. «Mi faccio carico di reperire le risorse», risponde un gasato D’Alfonso davanti al prefetto Francesco Provolo, al sindaco di Pescara Marco Alessandrini, al questore Paolo Passamonti e al presidente della Provincia Antonio Di Marco. «Ma il costo dipende dalla qualità dei fanghi e quindi dallo smaltimento», gli fa notare l’ingegnere vicino. «Dobbiamo semplificare questo iter realizzando una filiera istituzionale come l’avevo lasciata dieci anni fa e che miri a questo obiettivo», “gira” le carte in tavola il governatore. Il prefetto fa un cenno positivo: «Sono reduce da esperienze analoghe al delta del Po e vi assicuro che questo tipo di problemi veniva risolto in breve tempo». Il governatore sorride. Anche perché qui la Regione ha puntato forte: 15milioni di euro inseriti nel Masterplan, ai quali evidentemente bisogna dare prospettive. «Intanto nei prossimi giorni e dopo 4 anni sarà approvato il nuovo piano regolatore portuale», sottolinea D’Alfonso preannunciando anche la visita del presidente della Croazia. Già, perché la scommessa del porto di Pescara fa perno sul sistema della connettività della Macro regione europea Adriatico Ionica, settore nel quale ruotano grossi interessi. Tanto che il progetto sarà portato all’esame del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, del direttore generale del ministero dei Trasporti per le autorità portuali, Enrico Maria Pujia, e delle Commissarie europee alle Politiche regionali e ai Trasporti, Corina Cretu e Violeta Bulc. «C’è tutta la volontà della compagnia di sedersi e trovare linee comuni per procedere», rimarca Alan Kjanac sottolineando l'importanza della «continuità e stabilità» del servizio: «L'augurio è che l'attività possa diventare profittevole nel minor tempo possibile». Ma come la mettiamo con gli altri operatori che hanno finora manifestato interesse verso Pescara? Ad esempio l’italiana Snav che quest’estate, con il catamarano per le isole croate, completa il rapporto con la Camera di commercio. «Sono per la pluralità dei servizi», risponde D’Alfonso, «parleremo anche con la Snav e saremo coerenti alla nuova legge quadro sui trasporti ».

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