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Data: 21/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Le chiavi di Teramo sul feretro, domani il saluto della città. Il sindaco Brucchi nella sala ardente a Montecitorio. Nelle prossime ore la cerimonia in municipio. L’ultima lettera di Pannella al Papa «Ti voglio bene»

TERAMO «Tornerò per sempre, come tutti i miei cari, a riposare, anch'io, nel mio loculo a Cartecchio». Cosi si esprimeva cinque anni fa Marco Pannella anticipando quello che avverrà tra poche ore. Era il 2011 e in città infuriava la polemica sul mancato conferimento della laurea honoris causa in Scienze della comunicazione al leader radicale che poi gli sarebbe stata assegnata nel febbraio del 2015. Pannnella colse quell'occasione sfumata per dare un appuntamento definitivo alla sua città e al luogo dove avrebbe riposato per sempre. «Spero di contribuire così», evidenziò, «a rafforzarne quell'antico “profumo di bucato” che Indro Montanelli, grato, affermava emanasse dalla mia vita e da quella delle mie compagne e compagni Radicali». Tra poche ore dunque, intorno all'una della prossima notte, quell'auspicio diventerà realtà. Il leader radicale, però, forse non immaginava il fermento che il suo ritorno da morto in città avrebbe suscitato. Nella sala consiliare del municipio, dove ha seduto all'inizio degli anni '90 come oppositore all'amministrazione Dc, verrà allestita la camera ardente dove ad accogliere la salma ci saranno le autorità cittadine con in testa il sindaco Maurizio Brucchi. Il primo cittadino, con la fascia tricolore in spalla, affiancato dal deputato Paolo Tancredi ha presenziato ieri per circa tre ore a Montecitorio, dove il feretro di Pannella è stato esposto per il saluto della cittadinanza e di tutte le massime cariche dello Stato. Brucchi ha deposto a fianco della bara le chiavi della città che una settimana prima aveva consegnato al leader radicale insieme all'attestato che gli conferiva la cittadinanza onoraria. Le stesse che Pannella ha portato con sé in ospedale mercoledì sera, poco prima che morisse. In segno di rispetto nei confronti della città si sono avvicinati al sindaco, per porgergli le condoglianze, il premier Matteo Renzi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il suo predecessore Giorgio Napolitano, i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso, oltre a Emma Bonino. Tante autorità sono attese in città anche domenica, giorno di lutto cittadino. A presidiare il feretro in sala consiliare ci saranno il picchetto d'onore delle forze dell'ordine e i gonfaloni della città e dell'ateneo. Tra le 10 e le 12 risuoneranno in municipio le note della fisarmonica di Santino Spinelli, musicista rom molto apprezzato e amico di Pannella. Per le 14 è prevista la commemorazione, con gli interventi del sindaco e di esponenti teramani dei radicali. Un'ora dopo il feretro lascerà il municipio accompagnato dal requiem della corale Verdi e farà il giro del duomo, come suggerito da chi conosceva bene il leader, prima d'imboccare il corso vecchio fino all'arco di porta Reale. Da lì il corteo proseguirà in auto fino al cimitero di Cartecchio. Al cordoglio per la morte di Pannella si uniscono il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro e il deputato Giulio Cesare Sottanelli. Davide Rosci, in carcere per i disordini di Roma del 2013, ha chiesto un permesso per presenziare alla cerimonia in municipio.

«Ho in mano la croce di Romero, non riesco a staccarmene»
Centinaia di persone nella camera ardente a Montecitorio
L’ultima lettera di Pannella al Papa «Ti voglio bene»

ROMA «Ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano, vicino al cielo, per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, quegli uomini, di quei bambini che nessuno vuole accogliere in Europa. Ti voglio bene davvero, tuo Marco». È lo scorso 22 aprile quando Marco Pannella, già costretto a casa dalla malattia, chiama monsignor Paglia per consegnargli la breve lettera scritta dal suo letto di dolore a papa Francesco che quel giorno è a Lesbo per abbracciare i profughi «carne martoriata che nessuno vuole accogliere in Europa». «Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere in mezzo agli ultimi», scrive ancora il vecchio leader radicale che chiude la lettera con un post scriptum: «Ho messo in mano la croce che portava monsignor Romero e non riesco a staccarmene». Nel giorno in cui tutto il mondo politico e moltissimi cittadini gli rendono omaggio a Montecitorio, alla camera ardente allestita nella sala Moro, Famiglia cristiana e mons. Paglia rendono pubblico un altro capitolo della strana amicizia tra il Pontefice e il leader radicale. Una «amicizia a distanza» fondata proprio sul rispetto degli ultimi, i carcerati, i profughi, gli «scarti» della società. Era stato papa Francesco a rompere gli indugi. Esattamente due anni fa Bergoglio lo aveva chiamato per chiedergli di interrompere lo sciopero della fame e della sete che Pannella, già malato, stava facendo. La lettera è solo l’ultima sorpresa del «leone d’Abruzzo». Un “mangiapreti” con un grandissimo senso della spiritualità. Alla Camera grande commozione e tante rose rosse, a ricordo della rosa nel pugno dei radicali, attorno al feretro. E tante corone: da quella del Presidente della Repubblica a quella della Regione Abruzzo. Accanto all salma di Pannella, vestito con un abito nero, una cravatta rossa ed una sciarpa bianca donata dal Dalai Lama, i corazzieri del Quirinale. Nel taschino, un pacchetto dei suoi immancabili sigari. L’Italia intera gli ha reso omaggio: Sergio Mattarella, i presidenti delle Camere Grasso e Boldrini; i rappresentanti delle comunità ebraiche e i monaci buddisti, che hanno recitato una mantra propiziatorio per la sua reincarnazione. Nutrita anche la delegazione dei radicali, dalla vedova Coscioni a Francesco Rutelli. L’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si è trattenuto in piedi davanti al feretro, in silenzio, prima di uscire accompagnato da Emma Bonino, compagna di tante battaglie del leader radicale che ha vegliato l’amico di una vita in silenzio per ore. Mischiato tra la folla anche il premier Matteo Renzi: Marco era «una grandissima personalità» ha detto, «quando ero sindaco di Firenze lo incontrai in stazione. Discutemmo a lungo e lui mi sgridò, mi ha ricordato oggi Rita Bernardini, perché non avevo firmato il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati. Pannella ha combattuto moltissime battaglie. In Italia quella sui diritti civili, sulla giustizia, sulle carceri. Io sono particolarmente affezionato a quelle di natura internazionale, lui le definiva transnazionali. Le battaglie di Pannella per la moratoria sulla pena di morte, contro le mutilazioni genitali femminili, per la libertà religiosa. Sarà bello rendergli omaggio continuando queste battaglie anche in sede Nazioni unite». Accanto alla bara anche la chiave della città di Teramo, l’onorificenza concessa al leader radicale proprio poche settimane fa. Oggi pomeriggio in Piazza Navona il funerale laico. Poi Pannella sarà seppellito a Cartecchio, al fianco dei genitori e del nonno.

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