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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/05/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Stazione terra di nessuno tra pericoli e degrado. Passeggeri che scendono dai treni e attraversano i binari in assenza di controlli. Ogni giorno centinaia di viaggiatori in slalom tra cavi scoperti e sporcizia

PESCARA Sono da poco passate le 18 e l’atrio della stazione ferroviaria di Pescara Porta Nuova sembra un edificio fantasma, dove c’è solo un uomo di mezza età che, seduto su una scalinata, tira fuori da una busta un mucchio di gratta e vinci già grattati, nella speranza di trovare ancora qualche vincita non reclamata. L’uomo è seduto sui gradini di una delle due scalinate alle quali è vietato l’accesso ai passeggeri, due delle tre scalinate presenti nello scalo ferroviario. Nel caso specifico, a vietare l’accesso non sono solo un nastro bianco e rosso (peraltro strappato) da una parte, e del nastro adesivo dall’altra. La scalinata non è fruibile per la presenza, da tempo ormai, di un cavo della corrente che da un’apertura del soffitto penzola giù fino al di sotto dei gradini. Ma oltre al cavo elettrico, desta preoccupazione il costante gocciolamento di acqua da una scatola dell’elettricità posta sul soffitto a pochi centimetri dal cavo stesso. Quanto all’altra scalinata vietata, è sbarrata con un cancelletto perché dovrebbe portare ai nuovi binari, ma i lavori sono ormai fermi da tempo. Comunque, almeno una scalinata è aperta e consente di arrivare a un secondo piano che poi porta da un lato a un'altra scalinata chiusa da un cancello e decisamente in stato di degrado, e che invece dovrebbe consentire l’accesso ai nuovi binari, e dall'altro lato, dopo aver superato una evidente infiltrazione d’acqua presente su un muro ormai pieno di muffa, al primo binario. Ma per arrivarci bisogna salire una serie di gradini di una scala provvisoria in acciaio. Subito, sempre sulla destra, si notano diverse borse da donna abbandonate, probabile rimanenza di scippi e borseggi. Tutto intorno lattine, cartacce, bottigliette e rifiuti di vario tipo. E ancora: a separare il primo binario dall’area dei lavori per la realizzazione dei nuovi binari con marciapiedi e pensiline, c’è solo una rete metallica con la classica rete arancione da cantiere, in questo caso fermo. Una volta qui, il tempo di avere la visuale completa dei binari ferroviari e nel giro di pochi minuti, a differenza dell’atrio semi vuoto, i binari si animano e si riempiono di numerosi passeggeri, per lo più studenti e lavoratori pendolari. In rapida successione arrivano due treni diretti a Pescara Centrale e a Roma, preceduto questo da un FrecciaRossa in transito. E qui arrivano i brividi: per raggiungere i binari 2 e 3 si è costretti a percorrere tutto il primo binario fino alla parte opposta, prima di scendere e poi risalire dalle scale. Oppure uscire su via Lago di Campotosto senza passare dall’atrio della stazione. Un percorso non proprio comodo, ma che di certo non giustifica il pericolosissimo malcostume di quanti, soprattutto ragazzi, scesi dal regionale diretto alla stazione centrale attraversano direttamente i binari sotto gli occhi del controllore che, almeno quando c’è stato il Centro, nemmeno accenna a un richiamo. I lavori per l’adeguamento dei marciapiedi e per la velocizzazione dei binari della stazione (per un ammontare di 4,8 milioni di euro) sono fermi da tempo, nonostante marciapiedi e pensiline sembrino ormai terminati. Nel cantiere restano penzolanti diversi cavi elettrici, ma il problema è che manca una porzione di circa cento metri del basamento in cemento compresa tra la nuova area dei binari e il ponte tra via Conte di Ruvo e via Tiburtina. E questo, oltre allo stato di abbandono nel quale versa il cantiere che sembra abbandonato. Altra problematica riguarda le barriere architettoniche, visto che gli unici accessi ai binari sono le scalinate, quella dall’atrio e quella da via Lago di Campotosto. Claudio Ferrante dell'associazione Carrozzine Determinate ricorda come tre anni fa venne invitato a un incontro per la presentazione di un progetto relativo a un ascensore innovativo. Ma al momento, di quell’ascensore, non c’è alcuna traccia.

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