Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.577



Data: 23/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
L’Abruzzo si è fermato per salutare l’amico Marco

TERAMO È stato un flusso ininterrotto e quieto di gente comune che ieri mattina ha reso visita al feretro di Marco Pannella posto nella camera ardente della sala consiliare di Teramo. Un serpentone di migliaia di persone, snello e incanalato nei percorsi guidati, tutti con il vestito della domenica, col maglioncino blu, con la giacca che di solito si usa per le cerimonie, in rigoroso silenzio, dinanzi ad Emma Bonino in lacrime ed alla compagna di una vita sin dal 1974, Mirella Parachini. Qualcuno ha abbozzato un segno della croce, qualcuno ha voluto sfiorare con una mano la bara su cui è adagiata la bandiera del Tibet, diverse rose, un pacchetto di toscanelli e le immancabili chiavi della città. Uno s’è inchinato, ma tutti sono rimasti composti e dignitosi dinanzi alla salma di un Teramano “che nel bene e nel male – come ha spiegato il sindaco Maurizio Brucchi – ha fatto la storia”. Il primo cittadino ha stretto mani assieme al presidente del consiglio comunale Milton Di Sabatino, al rettore Luciano D’Amico e al presidente della Provincia Renzo Di Sabatino. La giornata fuori dalle ampie vetrate è di una scintillante bellezza e nella sala risuonano le note zigane della fisarmonica di Santino Spinelli, artista Rom, e molto amico del leader radicale. C’è tutta la città ai piedi di Marco Pannella, fors’anche chi a lungo lo aveva criticato e mal digerito ai suoi tempi per avere rallentato i lavori del Lotto Zero: lui ambientalista convinto, il “rompiscatole”, s’incatenò ad una ruspa del cantiere rallentando di anni i lavori. Il primo a dargli l’ultimo saluto è il vescovo di Teramo, Michele Seccia ricordando di aver vissuto a Roma nello stesso isolato di Pannella.
Santino Spinelli, nonché insegnante di cultura Rom all'Università di Chieti, squarcia la cortina di religioso silenzio ricordando “quando Marco cantò con noi Rom al teatro romano” romanze gitane: “Ha lottato per i diritti di Rom e degli ultimi”. Il flusso di visitatori non s’arresta mai. Campeggiano le corone di fiori del Presidente della Repubblica, della Camera dei deputati, del Consiglio dei ministri ed anche del carcere di una città del Nord. Figura il gonfalone del capoluogo aquilano col suo motto. Parachini, sua moglie, ricorda come Pannella parlasse della sua città emozionandosi: “Queste le sue radici, questo è il suo ritorno alla città amata”. Gaetano Quagliariello assieme a Paolo Tancredi e ad alcuni assessori regionali e della giunta comunale svettano tra i banchi. Il governatore Luciano D’Alfonso non ha voluto far mancare la sua presenza e lo paragona addirittura ad un santo.
L’UOMO DELLA NARCOTICIEnnio Di Francesco, l’uomo della narcotici della questura di Roma che gli mise le manette ai polsi per lo spinello fumato in pubblico, poi diventato amico del Teramano e radicale, rammenta quei giorni in cui, dopo un telegramma di scuse a Pannella per il gesto che fu obbligato a fare, come poi fu dirottato agli uffici passaporti dalle inchieste che stava conducendo su P2 e sul clan dei Marsigliesi. Lui di Pescara, due abruzzesi, entrambi “di testa dura, orgogliosi e tenaci, senza mai mollare”. Laura Hart e Matteo Angioli assistono affettuosamente allo svolgersi della liturgia laica, assieme a Rita Bernardini e Grazia Scuccimarra.
Verso le cinque di sera di una domenica assolata la salma è stata tumulata nel cimitero urbano di Cartecchio. Una lapide bianca semplicissima, una foto ed un po’ delle ricorrenti rose tratteggiano in morte l’innocenza politica e spartana voglia di combattere di uno degli uomini che più hanno contribuito in Italia a smuovere le acque limacciose dei diritti civili e umani, fautore spesso delle cosiddette “cause perse” perché a fianco degli ultimi. Tumulati con lui anche un pacchetto di sigari. “Una rosa nel deserto” lo definì Alfonso De Virgiilis, uno dei suoi parenti che ha pianto sinceramente la sua scomparsa.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it