Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.577



Data: 26/05/2016
Testata giornalistica: Il Tempo
Atac Sindacalisti fannulloni. È giallo sulle gomme forate. Il direttore Rettighieri consegna un dossier in Procura. È uguale a un plico anonimo arrivato al senatore Esposito

Un dossier anonimo finito nelle mani dell’ex assessore e senatore. Documento che, guarda caso, combacia nelle tematiche affrontate con quello «ufficiale» realizzato dal direttore generale e consegnato in Procura. Un giallo nel giallo, odore acre di irregolarità, veleni, incomprensioni e «manine allegre» che rimettono l’Atac al centro del dibattito romano e nazionale. Lo sanno bene sia Stefano Esposito, vulcanico parlamentare Dem, sia Marco Rettighieri, attuale deus ex-machina della municipalizzata capitolina dei trasporti. L’ultimo siparietto è avvenuto ieri pomeriggio, quando Rettighieri si è presentato in Commissione Trasporti del Senato per un’audizione sulla ferrovia Roma-Lido. A un certo punto, Esposito ha parlato di un plico anonimo che documentava alcune «truffe» che Atac avrebbe subito nell’ambito dei distacchi sindacali, della gestione del Dopolavoro e degli appalti per l’acquisto dei pneumatici. A quel punto il dg ha risposto rivelando che un dossier simile è stato consegnato martedì al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, che ora sta valutando se aprire un fascicolo ad hoc o allegarlo ad altre inchieste già in essere. Si tratta dello stesso documento passato da qualche «manina» amica all’ex assessore? Di situazioni diverse? Oppure uno fra Rettighieri ed Esposito sta bluffando?

I DISTACCHI SINDACALI
La vicenda dei distacchi sarebbe riconducibile a un audit redatto dal direttore dell’Internal Auditing di Atac, Marco Sforza. Il dato è che a giugno 2015 c’erano la bellezza di 117 dirigenti sindacali di tutte le sigle distaccati fuori dall’azienda, quando il massimo consentito sarebbe di 18. E gli altri 99? A quanto riferiscono fonti attendibili e ben informate, la maggior parte di questi dipendenti trascorrerebbe l’orario di lavoro presso le sedi dei sindacati, ma una buona fetta sarebbe anche dislocata anche presso enti istituzionali, come il Comune di Roma e la Regione Lazio. Con un esborso vano di 4,5 milioni di euro l’anno, ovvero i circa 100 stipendi pagati a queste persone per svolgere funzioni diverse da quelle della mission aziendale. Dalla relazione, risulterebbe che la maggior parte di distacchi sarebbe finita a vantaggio di sigle minori, con una sproporzione notevole fra la rappresentatività e i distacchi accordati.

CAOS DOPOLAVORO
La pulce nell’orecchio di Rettighieri sul caso del Dopolavoro l’avrebbe invece messa il sindacato Faisa Confail. Secondo un comunicato del 1 aprile 2016 a firma del segretario Claudio De Francesco, gli oltre 11mila dipendenti della municipalizzata non ricevono i normali buoni per il pranzo, ma «solo degli sconti per la mensa». Il sindacato stimava che «un pasto costa circa 8 euro: 2,30 a carico del dipendente e il resto all’azienda». Ma le mense sono gestite dal Dopolavoro (associazione che fa capo a Cgil, Cisl e Uil) che, secondo la sigla, arriva a incassare oltre 4 milioni di euro l’anno, cifra che secondo la Faisa Confail sarebbe più alta dei pasti effettivamente erogati. «Molti lavoratori, infatti, per motivi di servizio non mangiano a mensa». Ieri pomeriggio il senatore Esposito ha aggiunto che «Atac paga a piè di lista senza sapere quanti pasti vengono erogati, non c’è controllo sulle cucine, non si sa se sono adeguate e questo sarebbe frutto di un accordo con i sindacati datato 1974 e Atac continua a pagare». Affermazioni da verificare, che potrebbero costare al Senatore Dem una querela per diffamazione, come annunciato ieri a Il Tempo dal segretario Cisl, Gianluca Donati.

APPALTI E PNEUMATICI
L’altro giallo riguarda l’acquisto degli pneumatici per i bus. Una «gestione affidata a una Srl», secondo Esposito, «con tanto di tabella allegata, da cui risulterebbe che nel 2013 sarebbero stati sostituiti 7.104 pneumatici, mentre il parametro di sostituzione era pari a 1.600, con una differenza di gomme sostituite in più rispetto a quello che doveva essere di 5 mila». Secondo Esposito, invece, «il contratto prevedeva 8,7 milioni di euro mentre Atac ha eseguito pagamenti per un importo totale di 16 milioni, a fronte del fatto che non si capisce chi ha autorizzato il pagamento delle fatture e se qualcuno abbia controllato».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it